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Anche se quest'anno il clima ci offre a Milano una incredibile stabile stagione semitropicale (da 150 anni non faceva così caldo), e le auto bastano e avanzano a mandare in tilt le centraline per troppi giorni consecutivi, tanto che sono incombenti misure restrittive, chissà cosa succederà con l'arrivo dei primi freddi.

Si apriranno solo le solite polemiche, senza mai vedere la fine?

Quanti sistemi di riscaldamento obsoleti sono ancora attivi in città?

Esiste un censimento del Comune di Milano ed un piano di riconversione con tempi certi?

Carbone, olio pesante e gasolio devono cessare gli sbuffi di gas combusti e particolato (oltre che PM10 e PM 2,5) nell'aria, per quanto si siano drasticamente ridotti il problema non si è ancora risolto, ma i cittadini in trasparenza devono conoscere la verità e la mappatura del degrado che ammorba Milano e provincia con ancora sistemi di riscaldamento obsoleti.

Occorrono azioni coercitive efficaci per indurre i privati incalliti (cittadini o imprese) a riconvertire le caldaie, sanzioni pesanti e denunce per inquinamento ambientale.

Se invece ci sono uffici pubblici ecco che il Prefetto, la Regione, la Provincia ed il Comune di Milano devono aprire un tavolo col Governo per sollecitare un piano nazionale di dismissione degli impianti obsoleti che in 18 mesi consenta di azzerare il problema, se occorre con deroghe al patto di stabilità, per ragionati e fondati motivi di emergenza sanitaria pubblica, visti i guasti alla salute vasti e costosi per il sistema sanitario regionale.

Risparmio energetico e riconversione possono essere su vasta scala nazionale un motore per la ripresa, ingenerando un ciclo virtuoso immenso di rilancio dell'economia ed un beneficio sui conti della sanità pubblica.