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Se le ragioni del Comune fossero tanto CHIARE ed inoppugnabili, e se le motivazioni che stanno alla base di questo progetto fossero inequivocabilmente prioritarie rispetto ad altri progetti di spesa per Milano, il Comune non avrebbe PAURA di indire una consultazione referendaria SERIA sulla vicenda, perché sarebbe sicuro di un risultato a suo favore.

In verità il Comune sa benissimo che il referendum boccerebbe l'opera e quindi si guarda bene dall'aderire alle richieste dei cittadinii in tal senso. Questa ARROGANZA DEL POTERE è in aperto conflitto con le tanto decantate velleità di far partecipare i cittadini alle grandi scelte della città, ed il suo ruolo come assessore, costruito ad hoc in questa amministrazione, mostra palesemente la sua natura meramente di facciata.

Quanto dico è VERO nella misura in cui voi non mettete in discussione che il progetto si faccia o meno, perché avete già DECISO che si debba fare, VOI, non il referendum del 2011, come minimo datato.
E la farsa della partecipazione ha avuto il solo scopo, come ben mostrato nella relazione conclusiva del Dott. Pillon, di travestire le osservazioni negative in "richieste di miglioramento", fermo restando che poi il Comune farà quello che vuole, se i cittadini milanesi non riusciranno ad impedirglielo in qualche modo.

PARTECIPARE ALLE SCELTE significa poter dire SI ma anche NO, in maniera informata, con una campagna di informazione ai cittadini, non riservata ai pochi già informati ed a quanti non vanno in ferie d'estate. E le decisioni del Comune debbono attenersi al peso dei SI e dei NO calcolati su una larga partecipazione popolare. Se questo progetto INTERESSA DAVVERO i cittadini milanesi, vediamo se i due/terzi della cittadinanza si esprime a favore. Se così fosse mi ritirerò in buon ordine.
Ma sappiamo entrambi che NON è così.

I soli REALI BENEFICIARI INCONTESTABILI di quest'opera, se mai si farà, saranno le imprese che intascheranno i soldi destinati ai lavori.