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La vicenda è nota ed è stata ripetutamente esposta anche nel corso degli incontri degli ultimi mesi. 

Il progetto navigli ha visto un avvio formale a seguito del referendum consultivo, che ben conosco avendo avuto l'occasione di promuoverlo col comitato MilanoSìMuove.

Sono seguiti lo studio del Politecnico, una campagna elettorale, e un ballottaggio, centrati anche e soprattuto su questo tema e quindi l'insediamento di un comitato scientifico e la realizzazione di un progetto di fattibilità sulla prima fase di riapertura. Con due voti del consiglio comunale si è prima ipotizzato di sottoporlo a nuovo referendum e poi, realizzata l'impossibilità di svolgerlo in concomitanza con le elezioni politiche, di sottoporre il progetto a dibattito pubblco. Sono convinto della validità di questa impostazione non solo perchè nel frattempo si è consolidata una legislazione che istituisce questo strumento in Italia, ma perchè la qualità del dibattito e delle osservazioni raccolte sono tali da aver consentito di mettere a fuoco gli argomenti intorno all'opportunità e alle modalità in una fase preliminare del percorso di progettazione, tale che oggi siamo nelle condizioni non di dover difendere acriticamente una proposta ma di poterla valutare e modificare all'esito del percorso.

Per questo invito ad attendere la replica per formulare un giudizio. E per questo, nonostante i sondaggi pubblicati che confermano il grande consenso per l'opera, sono convinto che il percorso intrapreso sia stato il migliore non per chiudere la questione, ma per aprirla. Con un percorso di partecipazione articolato che prosegue da oltre 8 anni e, nelle sue diverse fasi, costituisce un'eccezione rispetto a quanto avviene normalmente nel nostro paese nel campo delle opere pubbliche di queste dimensioni.