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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 22-12-2018 alle 14:49

Credo che tutti sappiamo della bocciatura al progetto "riapertura dei navigli", di regione Lombardia.

E’ sconfortante che questa presa d’atto sull’irrazionalità dell’opera, sia arrivata da un organo politico e non da una riflessione tecnica tra i vari membri autorevoli pur divergenti, che fin qui hanno rappresentato le diverse anime del confronto.

Mi auguro che questo segnale sia sufficiente per riportare tutti su una traiettoria del confronto tecnico con un unico fine: trovare soluzioni percorribili e sostenibili per realizzare quanto necessario che, a mio giudizio, è l’opera idraulica di separazione del torrente Martesana dal fiume Seveso, oltre le opere di contenimento necessarie a ristabilire l’equilibrio idrico della città (vasche di laminazione a Bresso, nel parco nord di Milano).

Resta l’amaro in bocca e la frustrazione da milanese, per una decisione giusta ma che viene presa fuori dalle porte della città e questa è una sconfitta per tutti noi che, a torto o a ragione, cerchiamo di contribuire per una Milano migliore pur con contributi diversi e orientamenti diversi.

C’è da augurarsi che la giunta prenda atto di questa bocciatura che sostiene non tanto l’inadeguatezza dell’opera, quanto una semplice deduzione logica che richiama il buon senso atteso ma perso nell'ambizione di coloro che dovrebbero per primi essere i sostenitori di un equilibrio di giudizio.

Le motivazioni:

L’emendamento di +Europa, che era inserito in una «macro-voce» sulle vie d’acqua lombarde, prevedeva lo stanziamento di 10 milioni di euro nel 2019 e 20milioni  nel biennio 2020 - 2021. Il «no» del gruppo della Lega è dovuto a fatto che si «tratta di fondi che andrebbero a finanziare il progetto portato avanti dal sindaco Sala, per noi inaccettabile e ingiustificato». Per Dario Violi del Movimento Cinque Stelle, da sempre contrario al progetto, «non è una buona idea spendere centinaia di milioni di euro dei cittadini in un’opera di dubbia utilità se poi si aumentano le tariffe del trasporto pubblico come sta facendo Atm. In un momento di scarsità di risorse i soldi pubblici devono essere utilizzati per migliorare i servizi».

Ora il punto è: alla luce di questa sentenza, quale metodo verrà adottato? Un metodo salomonico o piuttosto gordiano? Dispiace constatare che è il metodo bocconiano a prevalere, quello del fare tutto in funzione del guadagno e di fare comunque se si trovano le risorse economiche. 

Davvero incomprensibile come questo metodo venga approvato e divulgato anche da persone che per estrazione dovrebbero aborrire questa forma mentis adatta più in un contesto dove essere aggressivi fa guadagnare e ne condivido l'obbiettivo ma che non dovrebbe trovare proseliti tra quelle forze politiche che negli anni hanno sempre combattuto contro un approccio capitalistico e forse maccartiano tipico di chi deve trarre profitto sempre e comunque tutelando l'interesse privato.

Gianluca Gennai.

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