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Penso che il problema sia alla radice dello "sharing": si presuppone che l'utenza sia tutta composta da persone che rispettano le norme. All'utenza maleducata (per non dire malandrina), che rompe, parcheggia in modo incivile o sgraffigna il veicolo, si aggiunge una proprietà che ha verosimilmente puntato sul guadagno derivato da sovvenzioni, senza puntare sulla qualità del prodotto erogato. La chiusura dei servizi per il mondo lascia il dubbio della fine che potranno fare le centinaia di bici distribuite per la città...
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