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Inviato da avatar Rodolfo Baggio il 26-09-2019 alle 21:29

Sì, vero, almeno in parte. In effetti molti dei progetti "smart" non han prodotto granché se non, spesso, un aumento di complessità e una riduzione di flessibilità di vario genere (soprattutto in questo paese, ma non solo).

Ma da queste esperienze abbiamo imparato molto e molte realtà stanno rivedendo approcci e realizzazioni. Peraltro in molte situazioni ci rendiamo poco conto di quanto viene fatto anche perché, a volte, si tratta di cose "piccole" che però modificano il modo con cui viviamo giorno per giorno.

Un esempio che faccio spesso è l'insieme di servizi online del comune di Milano. Certificati, pagamenti di tributi ecc. Piccole cose, forse, ma che ci risparmiano code, tempi morti ecc. e aumentano l'efficienza della "macchina" amministrativa.

Sul telelavoro la questione è un po' diversa. Non ne so molto (non me ne occupo direttamente), ma credo che i motivi della scarsa diffusione siano parecchi, dalle necessità di "socializzazione", alle abitudini e mentalità di aziende e istituzioni, al fatto che la diffusione di tecnologie e connessioni "usabili" sia abbastanza recente ecc.  Un'analisi attenta potrebbe evidenziare altre ragioni...

Quanto le tecnologie attuali e future aiuteranno più che complicare la vita dipende, secondo me, molto più da quanto si riuscirà a rivedere procedure e processi per adattarli al mondo tecnologico e non viceversa. Che spalmare tecnologie su processi antiquati e farraginosi non può che peggiorare la situazione, non foss'altro per il fatto che una qualunque applicazione informatica "cristallizza" una situazione togliendo "elasticità" che magari esistevano (e di ciò vediamo, ahimè, molti esempi).

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