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Inviato da avatar Lorenzo Lipparini il 11-03-2020 alle 17:30

Approfitto di questa discussione per avanzare alcune riflessioni maturate anche nella mia attuale veste di assessore alla partecipazione.

Sono attivo su partecipaMi dal 2006, senza considerarmi un assiduo frequentatore, ma seguendone il dibattito e sostenendo economicamente i costi, anche da socio, ragion per cui la mia opinione è che sì, questa realtà debba continuare ad esistere.

Parlando invece di canali di contatto utilizzati dal Comune, la realtà è molto più variegata di come possa apparire ed è basata su una strategia multi-canale dove l'evoluzione degli strumenti e la scelta dei cittadini su quali utilizzare determina la costante modulazione delle risorse per presidiarli. Per dare un'idea oggi il comune risponde a oltre 1,6 milioni di telefonate al numero unico 020202 per le questioni più disparate, gestisce oltre 50mila domande fatte attraverso il portale istituzionale, interagisce con centinaia di utenti su diverse piattaforme social e gestisce migliaia di segnalazioni attraverso le app e i call center delle società partecipate. A questo potete aggiungere le mail indirizzate direttamente agli assessori e soprattutto al sindaco, senza trascurare che i telefoni diretti sono ampiamente diffusi, per cui messaggi e sms arrivano anche sui cellulari oltre che sui social dei singoli assessori. Il principio guida è che tutti devono avere una risposta, nel tempo più rapido possibile, con l'obiettivo che sia corretta e univoca. Per questo un unico sistema di smistamento e tracciamento delle risposte sta progressivamente integrando sempre più canali, garantendo che le risposte siano tracciate e provengano sempre dalla persona competente.

Come ogni ente anche il Comune agisce in base a procedure e in luoghi istituzionali. E' per questo che stiamo lavorando, con Fondazione RCM alla configurazione di un portale che supporti tutti gli istituti di partecipazione previsti nel nel nostro Statuto e contestualmente ad aggiornare il nostro regolamento, che pure è già all'avanguardia. L'obiettivo è di avere una piattaforma nella quale utenti certificati e verificati in base agli standard di cittadinanza digitale e alle banche dati anagrafiche possano interagire pubblicamente proponendo petizioni, delibere, interrogazioni ed esaminando i testi in corso di discussione e adozione. La base di partenza è il software attualmente in uso alla città di Barcellona e in altre realtà europee, recentemente tradotto in italiano dal Dipartimento della Funzione Pubblica. E' una soluzione open source e modulare, che potrà arricchirsi di funzionalità e che vorremmo sperimentare a partire da fine marzo proprio per discutere delle nuove regole della partecipazione.

Quale spazio per una realtà come partecipaMi in tale contesto? Come già accennato in altri post, la Partecipazione non nasce da sé per il solo fatto che esistono degli istituti e degli strumenti partecipativi. Servono dei soggetti attivatori. In passato erano prevalentemente i partiti, oggi sono sempre di più le realtà liquide e spesso informali, associazioni, comitati, ma anche i singoli cittadini, magari uniti in una comunità di utenti. Servono soggetti esperti che sappiano organizzare e dare forma alle istanze della cittadinanza attiva, dibattendo al proprio interno e portando a maturazione idee e proposte che emergono dagli utenti, instradandole verso l'interlocutore giusto, il canale adeguato o lo strumento più efficace.

Si può immaginare che tale compito sia assolto da un ufficio pubblico o coordinata da un difensore civico, figura eliminata con decreto sull'onda delle pressioni per la riduzione dei costi della politica, quasi sempre risultata in una riduzione della democrazia vera e propria. 

Io penso invece che soggetti attivatori possano essere diversi e originare dalla società civile, dalla politica e dalle reti di associazionismo che hanno competenze notevoli e variegate sensibilità. La storia di partecipaMi conferisce a questa realtà un'autorevolezza che è anche il miglior biglietto da visita per presentarsi alla cittadinanza come un prototipo adeguato ed efficace per raggiungere i propri scopi.

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