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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 28-03-2020 alle 14:52

Buongiorno Sig. Greco,

nell'ottica della conversazione, le rispondo in blu. La ringrazio per il suo contributo.

Quando giungerà il dopo, con il termine dell'urgenza clinica decadrà anche il nostro contributo all'esaurimento della forza omicida del virus. Cosa significherà allora, per noi, il dopo? 

Mai come oggi, almeno io, ho pensato a un dopo. Non tanto per le questioni personali che al momento non sento come prioritarie, nel senso che lo sono contestualizzate alle questioni generali. Per me il dopo è legato al decadimento della pandemia dunque quando Milano riprenderà a muoversi. Anche noi, fin da subito dovremo muoverci e quanto prima lo facciamo e meglio è. Come? Partecipando o ripartecipando, o fondando un gruppo ex-novo a qualsiasi livello, di condominio, di quartiere o altro. Sicuramente molti di noi hanno esperienze pregresse e competenze, partirei da questo. Dovremo essere ascoltati o al voto dovremo fare scelte diverse.

Che riprenderemo a non accorgerci del nostro vicino di casa in difficoltà, salvo non essere le brave persone aggregate a un'associazione benefica?

Questo è un punto che non credo potrà essere affrontato dall’esterno, il tema è cosa potremo o dovremo fare Noi a livello di contributo civico o anche politico. La solidarietà come la intendiamo Noi (sono certo di essere d’accordo con Lei), è uno dei capitoli del male che affligge la Società, dunque a mio parere, quello che possiamo fare, è dare esempi concreti, ciascuno nel proprio microcosmo. Una delle attività che mi sento di promuovere, è l’educazione Civica nelle scuole, cosa che per esempio fa CCC, attraverso l’iniziativa Fuoriclasse che può trovare in rete. Queste iniziative possono essere anche promosse da un cittadino che, in accordo con la Direzione Scolastica, va in classe a parlare. Io sono andato per parlare del Codice di volo di Leonardo, in quanto appassionato e direi umile e indegno studioso del grande Genio. Ecco che potrà parlare di solidarietà ai maggiori ricettori della Società: i bambini.

Che continueremo a pagare i conti dei nostri figli precari nella speranza di chiudere gli occhi vedendoli assunti a tempo indeterminato?

Un tema complesso al quale Lei potrà dare risposte migliori di me. Mi sento di dire che, da papà, anch’io vorrei chiudere gli occhi dopo aver visto i miei figli " sistemati ". Confido tuttavia in loro e nella loro intelligenza, non tanto per un posto a tempo interminato, ma per saper cosa fare quando c’è da fare. L’idea del tempo indeterminato dovrà definitivamente riporla insieme alla foto " bianco e nero " di famiglia. Comprendo cosa vuole dire, il suo riferimento trova ristoro nella Costituzione Italiana, dove sono scolpite le celeberrime parole: " una nazione fondata sul lavoro", oggi invece sulla precarietà. Questi temi di Governo sia Nazionale che Locale, sono politici. Dovremo muoverci verso un presidio di cittadini al Governo, magari spingendo per un presenza civica esterna alla politica, avente diritti di voto, restando fuori. Sono per la partecipazione popolare ordinata e istituzionalizzata ma con poteri. Non come oggi, dove da spettatori, si gode di un diritto di parola (30sec.) verbalizzato e finisce lì.

Forse non ci accorgiamo che, mentre noi pensiamo al dopo come ad un'isola lontana verso cui dirigiamo speranzosi il nostro canotto, c'è chi già - adesso, anzi ieri - ci specula.

Per questo ci sono persone come Lei. Non va bene che il Sindaco faccia la comparsata su fb, oramai quotidiana sostituendosi alla Messa delle 7.00, per la litania sinistroide in stile campagna elettorale. Dovrebbe dire cosa sta facendo chiuso in conclave, lasciando intendere che sta lavorando per il nostro " dopo ", nostro? Nostro di chi? Di quale parte dei Milanesi? L’idea di far ripartire l’economia è certo a favore di tutti, ma vorremmo sentire anche cosa pensa di fare ORA per la tenuta sociale e quale strada intende percorrere a livello sociale. Nella speranza che non sia la stessa strada di prima, cosa molto probabile se non certa, finché sarà lui il Sindaco di Milano, infondo sa fare bene una cosa: marketing e finanza, Milano è questo?

Cosa significa questa enfasi sul "lavoro agile" che "consente ai padri di dare il biberon ai propri figli, alle madri di sospendere il lavoro per raccogliere il ciuccio del fantolino"?

Io l’ho interpretata per come sta scritta nei documenti di governo. Lo smart working consentirebbe di svolgere il lavoro da casa, questo va bene per certi tipi di professione. Tutti gli altri? In questo momento più che enfasi è l’unica via possibile per arrivare in fondo al mese, soprattutto per chi ha bambini piccoli e non può permettersi una "tata". Le categorie di lavoro " manuale " o a mezza via, dovrebbero trovare ristoro in una riorganizzazione delle aziende, aiutate dallo Stato, per attivarsi con centri o asili aziendali. Ci pensò Olivetti ma era troppo avanti e soprattutto il settore imprenditoriale l’ostacolo’ pensando a quanto sarebbe costato in termini di riorganizzazione degli investimenti e spese generali. Altra cosa è una legge o meglio, una modifica costituzionale che garantisca alle famiglie con figli, il supporto pedagogico necessario, presso le aziende dove svolgono attività lavorativa.

Come mai oggi, quando è giustamente impedito l'accesso alle scuole, sono celebrati, senza considerazioni sul loro lavoro e sui loro diritti, gli insegnanti che mantengono il rapporto online con i propri alunni?

Ha ragione, sono anch’io molto arrabbiato su questo. Fino ad oggi le Istituzioni hanno demonizzato gli insegnanti " on line " e i corsi di formazione scolastica a distanza, cosa praticata in tutte le Nazioni nordiche, dove è impossibile assistere alle lezioni in aula per via del clima avverso. Troppa casta, troppe baronie. L’idea della scarsa formazione che sarebbe legata a una distanza, a poca partecipazione, mi pare più legata al fatto che non c’è l’investimento anche intellettuale sull’argomento. Molte Università utilizzano le tecnologie a distanza, ma lo fanno come supporto alla didattica, demonizzandole quando possibile. Siamo il fanalino di coda nel mondo, eppure ci ostiniamo ancora a dire che solo noi siamo capaci di formare come si deve, portatori di cultura per discendenza divina. Dovremmo essere più umili e dare la possibilità alla scuola di svolgere la didattica come meglio crede, a favore di chi non può muoversi o lo fa con fatica. Penso ai tanti disabili (io li chiamo cosi, quelli che conosco preferiscono essere definiti cosi) o con difficoltà. C’è di mezzo la socialità? Bene, due volte la settimana si va a casa a fare didattica o se possono, vanno in classe ma senza l’obbligo di presenza. L’insegnante di sostegno va a casa. Investire in questo mi pare una delle cose da fare " dopo ". Dovremo dire la nostra come cittadini attenti.

Come cambieranno, dopo, questi rapporti di lavoro e la loro sostanza, visti i vantaggi che comporterebbero "per noi", nel caso si verificasse una nuova urgenza?

Un tema che deve essere compreso a fondo. Non mi viene nessun pensiero propositivo sull’argomento, troppo specialistico e soprattutto omnicomprensivo. I rapporti di lavoro sono regolati da tutta una serie di norme e leggi. Bisogna conoscerle per dare delle opinioni almeno sensate.

Sarà opportuno che noi si rifletta, anche alla luce dell'importanza crescente delle reti oggi gestite da privati monopolistici, sul nostro "dopo".

L’open data e la smart city, due modi per dire la stessa cosa.

Il monopolio a mio avviso è purtroppo una tutela per tutti sul piano strategico. Mi spiego. So benissimo che un monopolio esclude una competitività, quindi si è portati a pensare che esso sia gestito riducendo al massimo gli investimenti traendone i massimi benefici in termini economici. Proviamo a immaginare molte Società che mettono mano al nostro sistema Nazionale, creando frammentarietà e soprattutto aumentandone la vulnerabilità. Questo settore dovrebbe essere statalizzato, non potendo farlo, meglio un unico interlocutore o pochissimi. Non aprirei questa porta. Il " dopo " lo vedo come un momento per rendere il settore più funzionale anche al controllo della cittadinanza a qualsiasi titolo e indipendentemente dalle motivazioni. Personalmente sono favorevole alla tracciabilità e a una deriva della privacy che qui da noi, è abusata. Per le tariffe ecc. dovrebbe essere lo Stato a determinarle, riducendo le imposte e quant’altro alla Società di gestione, in cambio di tariffe calmierate.

Sono gradite opinioni a seguire.

Gianluca Gennai

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