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Il percorso partecipativo previsto dal Comune è il seguente: Lancio di temi da parte del Comune; Presentazione di proposte online da parte di singoli cittadini iscritti e formulazione finale delle proposte "consuntive" da parte del Comune; Dibattito online da parte degli iscritti cui seguono le controdeduzioni del Comune; Riassunto finale delle conclusioni da parte dell'assessorato alla partecipazione. 

Il percorso ha una sua logica e ottime intenzioni.

Ritorno però al mio contributo precedente per suggerire che manca una fase, quella del dibattito "orizzontale" vero e proprio. I contributi lanciati dai singoli, così come sono gestiti dalla proposta, possono certamente essere oggetto di valutazioni tra pari, ma l'interlocutore resta sempre "verticale", cioè il Comune. La "crescita" degli iscritti intesa come maggiore consapevolezza collettiva del tema affrontato mi appare carente. 

Ritengo che i vari temi dovrebbero essere affrontati da piccole collettività di iscritti in un ambito loro dedicato specificatamente. Ognuno potrebbe così contribuire ad un documento collettivo condiviso nella modalità tipica dell'agorà: rinuncio ad un mio particolare per promuovere l'idea in sè che condivido. Il confronto con il Comune dovrebbe costituire una fase successiva il cui esito atteso sarebbe un documento finale redatto collettivamente.

Non mi dilungo oltre, perchè queste modalità, su cui si può essere un po' più precisi, sono già in attuazione in altri Paesi, quindi sono visibili, valutabili e adattabili. Il suo vantaggio è quello di creare un'esperienza di crescita e di responsabilizzazione che supera la contingenza del tema particolare da risolvere.

Grazie per l'attenzione

Giuseppe Maria Greco