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Inviato da avatar Michele Sacerdoti il 29-06-2020 alle 16:56

La Allianz, dopo un concorso privato nel 2017, ha assegnato allo studio SOM di Londra il progetto di trasformazione dell'edificio di corso Italia 23, affacciato anche su via Santa Sofia, progettato nel 1961 dagli architetti Gio Ponti e Piero Portaluppi per la nuova sede della Riunione Adriatica di Sicurtà (RAS), poi acquistata da Allianz.

Il permesso di costruire è stato rilasciato nel settembre 2019, con l'autorizzazione della Commissione per il Paesaggio.

Il progetto, presentato come risanamento conservativo, è stato qualificato dallo Sportello Unico del Comune di Milano come ristrutturazione edilizia e al momento del rilascio del permesso di costruire Allianz ha pagato 8 milioni di oneri. Questo in quanto modifica pesantemente le facciate e aggiunge un piano in più.

Il progetto è stato presentato alla città con una mostra allestita al piano terreno del palazzo nel settembre 2019.

Ho scritto in proposito un articolo su ArcipelagoMilano il 6 ottobre 2019 dal titolo Cancellare l'architettura milanese. Allora non conoscevo la qualificazione definitiva dell'intervento perchè sul suto del Comune era scritto risanamento conservativo.

Il Prof. Fulvio Irace del Politecnico di Milano, storico dell'architettura esperto di Gio Ponti, ha scritto in proposito un articolo su Repubblica il 17 ottobre 2019: Salvare o trasformare i gioielli della modernità, questo è il problema criticando lo stravolgimento dell'edificio.

Il 29 giugno Repubbica è tornata sull'argomento con l'articolo di Alessia Gallione Palazzi d'autore a rischio, "salviamo la città storica" con una intervista alla Soprintendente Ranaldi, al presidente dell'ordine degli architetti Paolo Mazzoleni, del vicepreside della Scuola di Architettura del Politecnico Marco Biraghi, alla prof. Pierini del Politecnico membro della commissione per il paesaggio.

La Soprintendenza ha recentemente incluso una parte del palazzo di corso Italia 23 nel nuovo vincolo di rispetto delle chiese di san Paolo Converso e sant'Eufemia e lo ha riconosciuto di particolare valore artistico con un vincolo per diritto d'autore a favore degli eredi di Giò Ponti Salvatore Licitra e Paolo Rosselli.

I lavori non sono mai iniziati tranne lo svuotamento dell'interno che era già stato effettuato.

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