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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 15-11-2020 alle 13:47

Riprendendo l’argomento di un’azione forte a sostegno dei cittadini milanesi, oggi il quotidiano il Giorno, sembra accogliere il richiamo per un maggiore coinvolgimento da parte del Comune di Milano, verso ogni famiglia, proprio per quanto si potrà leggere in questo articolo.

L'articolo fa poi cenno allo Scalo di Porta Romana, acquistato da COIMA, facendo cenno sulla possibilità che ci sia un rilancio de valori delle proprietà immobiliari della zona. Aggiungerei che è presto per capire quali siano le reali ricadute sui quartieri limitrofi, a seguito di una trasformazione cosi mirata e concentrata in un area, dipenderà molto dai trasporti pubblici e i sevizi previsti dal progetto e dal Comune, a livello interquartiere.

Dal giornale il GIORNO:

"Ora il virus si chiama povertà": viaggio nella Milano del secondo lock-down.

Nell’alveare di Calvairate-Molise non mancano i no-mask e la crisi è una realtà: si acquista solo il necessario.

Di: ANNAMARIA LAZZARI.

Milano, 15 novembre 2020 - Il virus dell’economia agita i sonni degli abitanti nel quartiere Calvairate-Molise. In questa zona residenziale la gente in giro non manca ma c’è una scarsa propensione a spendere, secondo i commercianti della zona, a causa delle preoccupazioni per un futuro mai così incerto. Un’ansia che si somma ai problemi annosi che affliggono il complesso di casi popolari fra piazza Insubria, viale Molise e piazzale Cuoco. Nell’alveare di alloggi, progettati negli anni ’30, da tempo "spadroneggiano abusivi, soprattutto rom, refrattari ad ogni regola inclusa quella sull’obbligo della mascherina" spiega una residente, un racconto confermato dai numerosi "no mask" che incrociamo in strada. Sui marciapiedi continua l’invasione dei rifiuti, inclusi gli elettrodomestici ingombranti che gli incivili mollano dove vogliono.

Quello che è cambiato è l’atteggiamento verso il lockdown. A marzo si nutriva paura nei confronti di una malattia sconosciuta e si rimaneva chiusi in casa. Adesso è diverso. Ognuno si considera un’eccezione e trova psicologicamente una giustificazione per stare in giro come se la zona rossa non ci fosse", ragiona Claudia Gatti, titolare di una panetteria storica vicino a piazza Insubria. Non solo: "Otto mesi fa, si aveva l’impressione di vivere una parentesi e quasi un periodo di vacanza a casa, ora sulla durata delle chiusure prevale l’incertezza. Un effetto destabilizzante acuito dai ritardi della cassa integrazione e dei vari ristori. Così si acquista solo quello che è strettamente necessario. Nessuno tiene più acceso allegramente il forno per sei ore”.

"Il lavoro è diminuito. Prima di acquistare una rivista la gente ci pensa un po’. In questa zona popolare si avvertono già gli effetti della crisi economica. La mia percezione è che sia diminuita la paura per il virus mentre sia aumentata quella di spendere, soprattutto per i beni concepiti come voluttuari", afferma Maria Mendoza all’edicola di piazza Salgari. Una percezione che ha anche Andrea Cacciola, tecnico per l’assistenza tv di via del Turchino: "Invece che passare al nuovo modello di televisione, la gente preferisce far aggiustare l’apparecchio che ha già in casa, cercando di strappare il preventivo più basso". In questo quadro di difficoltà, Andrea Scrocca, responsabile dell’agenzia Tecnocasa di via Tito Livio interpreta come "occasione di rilancio" l’assegnazione del vicino scalo ferroviario di Porta Romana alla cordata composta da Coima Sgr, Covivio e Prada Holding: "Questa zona, fornita di ottimi collegamenti con il centro, le tangenziali e l’aeroporto di Linate, è interessante sotto il profilo immobiliare. Il suo tallone d’Achille sono i problemi degli alloggi popolari, da risolvere al più presto".
 

Si ringrazia il giornale "Il Giorno".

Gianluca Gennai

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