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Inviato da avatar Philip Grew il 21-11-2020 alle 16:05

Il quesìto iniziale di Oliverio inquadra bene l’attuale conflitto tra due modelli sociali di rete, una polarizzazione epistemica che sta ora determinando il futuro (che è ora). La condivisione di conoscenza, dalla glottogenesi in poi, è la ricetta essenziale per il successo della specie umana. La rete è un brolo, cioè una risorsa naturale incorporata nel contesto costruito dagli umani. Il modello di rete virale si oppone ferocemente all’azione umana, a quella cosa che Hannah Arendt chiama «action» in contrasto con «labor» e «work». Se prevale il virus, Oliverio e Alessandro e Bruno e Gianluca e Massimo e Philip diventano come gli scarrafoni e i bruchi dei quali ha parlato Ed Yong nel suo discorso TED: degli zombii pilotati dalla vespa che Shoshana Zuboff chiama Il Grande Altro. Continuiamo la condivisione ma ciò che condividiamo non contiene più la nostra azione cognitiva.

Giustamente dopo la glottogenesi e la scrittura possiamo considerare la rete una quarta rivoluzione cognitiva collettiva (se la riproduzione a stampa che ha coinvolto Aldo Manuzio è la terza). Il problema non è il progresso rivoluzionario della condivisione di conoscenza, però. Esso consiste nella sostituzione della concorrenza alla cooperazione. La proprietà collettiva, il brolo, viene rubato da privati. La nostra condivisione non deve diventare la proprietà privata di una colossale “persona giuridica”. Proprio per questo dobbiamo insistere, esigendo di avere uno Stato controllato da noi cittadini. E avete ragione a dire che uno Stato del piffero alla Elizabeth Warren (avvocato senatrice) che spacchetta i colossi serve a poco. Forse si lenisce un poco il danno inflitto a quanto posseduto in comune ma si finisce soltanto per sostituire al pifferaio un pifferaio nuovo. E i nostri figli fanno la fine dei topi.

La questione del «libero arbitrio» coglie nel segno perché esso è strettamente connesso a ciò che Zuboff definisce human agency. Ma attenzione a confondere “privacy” con l’intimità perché ricreiamo così l’illusione dell’individuo. In realtà la privacy è una risorsa collettiva, mentre l’individuo privo del con-chi-condividere o non esiste o muore.

Molto dannosa è stata la tendenza di confondere la ‘praîvassi’ in rete con l’anonimato o la riservatezza o addirittura l’intimità. Si avvicina di più a un concetto come la discrezione collettiva. Ma quella dipende dalla human agency, una risorsa collettiva che lo strumentarismo ora ci estrae, così come da mezzo millennio dal brolo allargato pochi gruppi privati estraggono la legna e il lavoro forzato e il petrolio e l’aria che i nostri figli non potranno più respirare.

Questo processo è implicito in quell’aggettivo «primitivo» che leggiamo a esordio filone. Gli strumenti del Grande Altro si collegano direttamente alla parte rettile dell’umano. Certo, questa violenta estrazione del sostentamento che lo espropria alla collettività al beneficio dei sedicenti “proprietari” non è una novità e il marchètting™ dell’attenzione, come c’insegna Tim Wu, esisteva sotto forma di coltivazione della distrazione ben prima della TV.

Anche Aldo, mentre Cristoforo Colombo era intento a rendere «sanza gente» la terra promessa «di retro al sol», era intento a chiedere ai detentori di potere temporale di riconoscere a lui la “proprietà intellettuale” dell’alfabeto greco. Che la “proprietà intellettuale” equivale al codice segreto, un furto a mano privata della cultura collettiva, ce l’ha già spiegato lustri fa Lawrence Lessig (e per questo gli è stato negato il diritto di intervento dal partito di Elizabeth che vuole spacchettare la proprietà della rete ma conservare la privatezza del suo possesso).

Non va bene: it’s not okay! Non possiamo accettare la rete virale. Dobbiamo costruire la rete di pubblica conoscenza condivisa. Ci piace forse l’America e noi per questo vogliamo anche a Milano le scuole private, gli ospedali privati, le prigioni private e i vaccini brevettati? Parlando quasi sette anni fa, Ed ci chiede «Are there dark, sinister parasites that are influencing our behavior without us knowing about it, besides the NSA?» Noi oggi conosciamo la verità (grazie al suo omonimo Snowden, ormai esiliato ma che allora aveva appena fischiato «al ladro!»): abbiamo l’obbligo morale di capire che lo spionaggio di Stato era soltanto la punta dell’iceberg della manipolazione a mano privata dei GAFAM occetera™ che inizia a palesarsi con la fuga di notizie sull’operato di Cambridge Analytica.

Far uscire il pus virale significa gettare luce del «sol che san[a] ogne vista turbata».

Allora propongo una cosa --anche se non mi piace la parola perché mica pro-pongo a quando: pongo ora qui adesso questa idea: prendiamo la dicotomia di Oliverio e facciamo una tabella di confronto come quella sul libro di Zuboff che confronta il Grande Fratello di Orwell con Il Grande Altro di Zuckerberg-Google. Mettiamo in una colonna ciò che è virale e nell’altra quel che è «virtute e canoscenza» condividenda.

Inizio:
La proprietà intellettuale protetta dalla legge di un nuovo vaccino sviluppato durante la pandemia premia la viralità <=/\=> premia la conoscenza umana la condivisione delle formule chimiche, il codice genetico, il codice civile e il codice informatico.

Una rete sociale parassitaria gestita a scopo di lucro e non trasparente ai sudditi che la popolano premia la viralità <=/\=> premia la conoscenza umana una rete sociale costruita consapevolmente dai cittadini che la abitano partecipando a gestirla (sosteniamola!).

L’amico che t’invita all’evento virtuale su “Meet” di Google/Alphabet la cui partecipazione richiede account Gmail premia la viralità <=/\=> premia la conoscenza umana l’amico che t’invita all’evento sul server Jitsi ospitato in modo distribuito da una sede del CNR finanziato dalla Repubblica Italiana.

La scuola che compra poche dozzine di tavolette dalla Lenovo, pagandole con la vendita delle anime future di un migliaio di minorenni a Google Education® marchiato Lenovo, premia la viralità <=/\=> premia la conoscenza umana la prof di matematica che organizza una smanettona di quinta per montare un’istanza di Moodle con Big Blue Button sullo spazio server offerto dal ministero dello Stato preposto all’istruzione dei cittadini.

Il libro online edito un secolo fa, donato per la scansione da una biblioteca finanziata dai contribuenti, che puoi consultare su web se accetti biscottini e script di Google premia proprio quella viralità della quale allo Iulm (Milan, Italy) ci mise in guardia Lawrence nel 2004 (otto anni prima di essere imbavagliato dal partito di Joe Biden) <=/\=> premia la conoscenza umana il libro elettronico del Progetto Manuzio (lanciato con l’aiuto di FRCM) o Project Gutenberg.

La RIAA parassitica che usa le leggi degli Stati Uniti d’America e della Germania per attaccare gli sviluppatori Python di youtube-dl a sorgente aperto premia la viralità <=/\=> premia la conoscenza umana archive.org che usa youtube-dl per scaricare il telegiornale al quale un politico afferma ciò che poi affermerà di non aver mai affermato.

Lo studente che si muove su due ruote arancioni a cinque razze dopo aver usato la MasterCard per iscriversi tramite app Android per godere sottocosto di un servizio (oggi proprietà della Meituan) lanciato con sovvenzioni del Partito Comunista Cinese per la costruzione della pagella di buona sudditanza 2020 premia la viralità <=/\=> premia la conoscenza umana lo studente che si muove su una bici con una punta di ruggine che ha tirato fuori dalla cantina e imparato ad aggiustare presso la Cascina Cuccagna (grazie Paolo!).

Poi ci sono i casi complessi:
Pocahontas la felice principessa esotica personaggio proprietario della Disney premia la viralità <=/\=> premia la conoscenza umana il ricordo di Pocahontas la persona vera vittima dei trafficanti finanziati da Tommaso Marino di Milano e altri di altre città d’Europa.

E se iniziamo a parlare di alcuni esempi ancora scopriremo che c’è anche la zona grigia. Ma solo se ne parliamo possiamo sperare di seminare delle idee che possono essere condivise. Le idee condivise spesso in passato hanno cambiato il mondo.

      - ph 20201121

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