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Inviato da avatar Giulio Beltrami il 04-01-2021 alle 17:10

La furbizia con cui i virus si propagano, nello spazio e nel tempo, sfruttando la dinamica delle popolazioni, suggerisce di snellire e decongestionare le nostre organizzazioni, per fronteggiare tali e tanti “cigni neri”, adottando il paradigma “olonico-virtuale” per una SmartCity rinominata HoloCity.
Olismo da applicare sia al ciberspazio informatico e sia allo spazio fisico, per realizzare rispettivamente una Olarchia civica di autorità/potere e una Olotopia urbana di risorse umane e materiali, atteso il principio olografico per cui tutto il mondo ci sta già (virtualmente) in tasca (dello smartphone).
Olismo che supera localismi e globalizzazione con regole flessibili di confinamento e migrazione di risorse, umane e materiali, fra organizzazioni sociali, politiche e imprenditoriali.
Oltre a prevenire pandemie, la distribuzione geografica delle organizzazioni in Centri Multiservizi di Quartiere (CMQ) apre nuove opportunità di assistenza e occupazione a Km 0, compresa la manutenzione di apparati e ambienti.
Ambienti che sono preservati riducendo viaggi e trasporti superflui, energeticamente onerosi ed inquinanti.
Tutto ciò vale per Famiglia, Impresa, Scuola, Sanità, Stato e oltre.
Mentre dal punto di vista urbanistico si può intendere HoloCity come proseguimento del progetto olivettiano e della Broadacre City di Frank Lloyd Wright, con ulteriori mezzi (tecnologia dell’informazione e comunicazione) e per nuovi obiettivi (sostenibilità globale della nostra vita e lavoro).

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