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Letto il lungo sfogo. Troppa carne al fuoco.
E' il risultato inevitabile quando si vuole dare una visione d'insieme partendo da un fatto. E il fatto è che i ragazzi (loro non fanno sconti, non relativizzano. Bianco o nero. O tutto o niente) cogliendo tutte le contraddizioni dei DPCM e unendoli alle proprie fragilità (ho bisogno di divertirmi. Adesso basta stare in casa) se ne fregano di tutto e di tutti.
Non tutti... solo quelli che vedi in giro.
SE ne fregano di portare il Covid in casa a nonni e genitori. Già edonismo e incapacità caratteriale a subire lo stress. Fragilità emotiva. Pochi hanno sentito un "NO" nella loro vita e ancora meno hanno mai dovuto obbedire a un ordine. UN anno di norme?... Difficile da digerire.
Che differenza con chi adolescente si è subito 5 anni di guerra, eh? e lo stress non era restare a casa, ma vedere cadaveri per strada, correre nei rifugi, cercare da mangiare. La vita tempra. Putroppo.
Vogliamo dirla tutta? E allora ci mettiamo le responsabilità di tutti, genitori compresi. E' la pratica del colpo al cerchio e uno alla botte:
Chi deve tutelare la salute pubblica ma non può far fallire le imprese.
Chi deve reprimere e invece non fa una multa, perché siamo tutti sulla stessa barca.
Chi doveva educare e invece ha fatto l'amico dei figli, divenendo un loro complice.
E per ultimo sì, anche chi dovrebbe prendere misure senza pensare al proprio tornaconto elettorale.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra.
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