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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 22-06-2022 alle 17:42

I black-out in città si verificano da molti anni, alcuni molto seri altri meno, comprese le microinterruzioni per le quali è prevista una richiusura automatica della linea. Un primo commento non trova molte giustificazioni a una vera e propria mancanza di giustificazioni circa gli investimenti non tanto in nuove cabine di trasformazione a compensazione della ulteriore domanda di copertura anche a seguito di una intensa pianificazione di colonnine di ricarica elettrica e nuovi quartieri. In effetti era il 2021 quando si annunciavano investimenti per 100 milioni di euro ma non è chiaro se questi investimenti fossero anche per la sostituzione di linee elettriche vetuste oltre che per potenziamenti. É del tutto evidente che i potenziamenti siano comunque da gestire anche a livello di nuove fonti di produzione che non aumentano, nessuna nuova Centrale sembra prevista, tanto meno nuove reti a 380 KV o 220 KV ad esempio dalla Francia o dalla Svizzera con la quale condividiamo la gestione di alcuni invasi ad uso energia idroelettrica.  Dunque un cane che si morde la coda, potenziamenti senza fonti nuove, linee elettriche vetuste soprattutto nel centro città, rattoppi e linee alternative anch’esse oramai impegnate. Si spera che l’argomento prenda corpo e balzi alle cronache, altro che la Milano delle illusioni, di questo passo si rischia il collasso e con l’aria che tira non si può certo stare sereni, senza gas e con la maggior parte delle Centrali Termoelettriche a ciclo combinato fossile/gas, oggi ferme per via dell’indisponibilità all’uso, vuoi perché non competitive, vuoi perché vecchie e inquinanti. La riflessione è ovvia, l’essere verdi quando tutto va bene e molto facile e in passato molte scelte politiche sono state pilotate da quello spirito di tutela dell’ambiente per lo più privo di senso di responsabilità per i cittadini e le imprese italiane, direi piuttosto emotive se non "alla moda". Dunque lo stop alle Centrali a carbone e a nafta, lo stop al nucleare, lo stop all’estrazione del gas naturale sul suolo e sul mare italiano, il no ai rigassificatori e a qualsiasi stoccaggio sotterraneo per le riserve di gas naturale, i limiti e vincoli paesaggistici a pale eoliche, le varie posizioni sui limiti architettonici ecc. in merito ai tetti fotovoltaici nei centri cittadini, infine l’aumento della trazione elettrica che, come ovvio richiede energia elettrica, ci porta dritti allo status di oggi, una Nazione in ginocchio e una Milano assolutamente impreparata al salto energetico e ad affrontare un’emergenza serenamente, un transitorio che rischia di stabilizzarsi e che certo non potrà che peggiorare visti i nuovi quartieri, un maggior numero di auto elettriche e un possibile stop alle Centrali idroelettriche per una riduzione possibile degli invasi d’acqua a favore dell’agricoltura e dell’allevamento. Questo è il risultato della gestione verde e degli assiomi dei verdi, oggi davanti allo specchio delle verità. E Milano? Invece di pensare solo a promuovere una Città da vendere, che si facciano gli interventi strutturali per renderla anche solo in %, vicina a come la presentiamo al mondo, efficiente, moderna e pronta alle sfide del futuro, scritto nei vari illusori documenti Milano 2030, Milano 2050 a firma della passata e attuale Amministrazione Cittadina. In ognuno di questi documenti, non c’è nessun riferimento a un piano di ristrutturazione della rete cittadina ne' del sistema fognario, dunque sottoservizi non compresi nelle Slide e, a quanto pare, non d’interesse per la maggior parte dei milanesi, attenti sono alle ciclabili, alle pedonali e a ridurre le auto in città, vantando un maggior utilizzo di servizi pubblici, guarda caso anch’essi energivori.

Nella foto allegata, la rete di distribuzione elettrica Lombarda, presente nel documento dei sottoservizi del Comune di Milano (PUGSS).

Gianluca Gennai

MAPPA SOTTOSERVIZI RETE ELETTRICA MILANO DA PUGSS...

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