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Inviato da avatar Michele Sacerdoti il 20-10-2011 alle 02:27

Segnalo il mio commento alla domanda sul taglio degli alberi di Piazza Bernini e ricordo di intervenire al consiglio di zona del 27 ottobre sui parcheggi sotterranei in costruzione in zona 3, con la partecipazione dell'assessore Castellano ed un ampio tempo dedicato agli interventi del pubblico.

La storia del parcheggio di Piazza Bernini parte addirittura dal primo piano parcheggi della giunta Tognoli nel 1985, in cui vennero individuate una serie di piazze in cui creare parcheggi sotterranei e vennero dostribuite senza gara ad una serie di operatori, sostanzialmente con una divisione da manuale cencelli ai partiti allora in giunta (DC, PSDI, PSI, PCI).

Alcuni parcheggi furono subito osteggiati dai residenti, come quello di via Pallavicino, poi cancellato e quello di piazza san Tommaso, poi realizzato.

Nella allora zona 11 il consiglio di zona si espresse contro tutti i parcheggi sotterranei proposti, in particolare quelli di piazza Bernini e largo Rio de Janeiro, assegnati dalle cooperative dei residenti alla società Soinso.

Nella allora zona 3 fu invece realizzato senza opposizioni il parcheggio di piazza Fratelli Bandiera e successivamente, nella zona 3 ampliata, quelli di piazza Risorgimento, Dateo e via Benedetto Marcello.

Le giunte successive avviarono ulteriori piani parcheggi per residenti basati su una legge promossa da Tognoli quando divenne deputato, con localizzazioni approvate dal consiglio comunale, dopo pareri diversi da parte dei consigli di zona.

A questi parcheggi si aggiunsero parcheggi in project financing in parte a rotazione e in parte per la vendita, senza limitazione di distanza della residenza dell'acquirente dal parcheggio.

Dato che la realizzazione dei parcheggi procedeva a rilento per ricorsi delle aziende e opposizioni dei residenti il sindaco Albertini si fece nominare da Berlusconi commissario all'emergenza al traffico e, senza passare dal consiglio comunale, accelerò il piano parcheggi sia per le vecchie che per le nuove localizzazioni, sostenuto dall'allora assessore Goggi, primo progettista del parcheggio di piazza Bernini, e dall'allora dirigente dell'ufficio parcheggi ing. Stefani.

Gli oppositori si costituirono in comitati ed alcuni riuscirono nel 1990 a far apporre un vincolo ambientale della Regione su alcune localizzazioni, come Bernini e Rio de Janeiro. Tuttavia questo vincolo è stato aggirato dai proponenti sostenendo che i parcheggi non alteravano lo stato dei luoghi in modo significativo.

Intorno ai parcheggi si è creato un notevole business, sostenuto dalle richieste di box in quanto apparentemente a prezzi molto più bassi rispetto a quelli di mercato. Apparentemente perchè a fine lavori il costo è di solito notevolmente lievitato a causa degli imprevisti, varianti ed aumento del costo della vita, a volte anche del 100% ed inoltre la proprietà è solo per 99 anni (in piazza Novelli l'impresa ha chiesto aumenti del 90%).

La qualità dei box ha lasciato poi spesso a desiderare, con infiltrazioni d'acqua ed abbandoni di piani per l'aumento del livello della falda (es. piazza Borromeo). Inoltre in alcuni casi i danni ai palazzi circostanti hanno superato l'entità delle assicurazioni e gli indennizzi gravano sugli acquirenti (es. via Ampere).

Il verde di superficie non è spesso stato quello promesso, con moria delle piante nuove e sostituzione anche delle piante che dovevano rimanere con piante di dimensioni minori (es. cedro del Libano di piazzale Dateo).

Nel 2005 il codice Urbani inserì le piazze tra i beni monumentali da tutelare, aumentando il potere della Soprintendenza che prima poteva intervenire solo sulle zone sottoposte a vincolo ambientale. Il Comune inizialmente si è rifiutato di rispettare il codice ma dopo denunce e contestazioni lo ha finalmente accettato.

A fronte delle contestazioni anche legali rivolte ai parcehggi sotterranei alcuni cittadini proposero di sostituire i parcheggi tradizionali con parcheggi meccanizzati più piccoli, di veloce realizzazione, senza problemi di esalazioni e di sicurezza per il prelievo delle auto in sotteranei pericolosi e maggior numero di auto per lo stesso spazio in superficie. Il Comune, pur inserendoli nel piano parcheggi li osteggiò come pure le imprese e cooperative temendo una minore richiesta del mercato e maggiori costi, o diversa tipologia di costi (più ferro e meno cemento e spostamento terra) che avrebbero limitato i loro profitti.

Per il parcheggio di Bernini proposi anni fa di spostarlo in via Carpaccio, sostituendolo con un parcheggio meccanizzato che avrebbe contenuto lo stesso numero di auto senza rovinare una piazza alberata.

In piazza Bernini la soprintendenza, che voleva da anni bloccare il parcheggio, non dette un parere nei tempi previsti e dovette limitarsi ad alcune prescrizioni. Successivamente il vincolo regionale è stato arricchito da criteri di gestione, ma che non impediscono con chiarezza la costruzione di un parcheggio interrato (vedi allegato).

Ora con il vincolo monumentale la Soprintendenza avrebbe potuto bloccare il parcheggio ma dalle ultime notizie non lo ha voluto fare.

Vedremo il testo del parere della Soprintendenza.

Segnalo il Decalogo del Buon Parcheggio che ho scritto nel 2006 per i Cittadini Propositivi, coordinamento dei comitati antiparcheggio di Milano, per dare alcune indicazioni sulla costruzione dei parcheggi interrati a Milano.

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