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TECNICA E CREATIVITA'    

     (Ringrazio Giulio per il commento, ricco di spunti molto attuali ed interessanti, che tra l'altro mi offre l'occasione di formulare qualche precisazione...)

     Nel corso della conferenza ho affermato che l'utopia ci consente di "orientarci" e quindi la sua funzione è metaforicamente paragonabile a quella che la Stella Polare aveva per gli antichi naviganti. Ma la metafora si ferma qui. Infatti ho anche precisato come l’utopia stessa, a differenza della Stella Polare, non sia un “punto fisso”, tant’è vero che il “mondo ideale” cambia a seconda delle coordinate storiche, culturali e conoscitive. In altre parole, la “meta” non è fissa e stabilita una volta per sempre; è piuttosto “in fieri” e soggetta a correzioni e ad “approssimazioni successive”.

     A mio modo di vedere il computer, più che alla Stella Polare, è paragonabile ad uno dei tanti strumenti tecnici che, sempre se utilizzati in modo appropriato, rendono possibile la navigazione (mai termine fu più calzante) lungo la rotta desiderata.  Non credo che spetti al computer, o più in generale alla tecnologia, il compito di fornirci l’orientamento o di scegliere la rotta lungo la quale dobbiamo procedere; tale compito pertiene piuttosto alle nostre capacità di discernimento ed alle nostre responsabilità morali e politiche. In questo concordo con Martin Heidegger quando nella conferenza del 1953 dal titolo “La questione della tecnica” argomenta come quest’ultima sia proficua nella misura in cui è l’uomo a guidarla, e non viceversa. L’autore sostiene che, di conseguenza, la tecnica è fruttifera fintanto che è accompagnata dalla poiésis, ovvero dalla capacità creativa dell’uomo e quindi dalla sua intelligenza e dal suo senso di responsabilità.