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Mobilità urbana fra urbanistica e finanza: il progetto Stadio
Il Dibattito Pubblico sul Progetto Stadio ha assolto almeno una funzione fondamentale: documentare pubblicamente, con atti ufficiali, gli effetti materiali di una decisione dal punto di vista dell'interesse pubblico.
Uno dei temi che ho sollevato riguarda l'impatto su traffico e mobilità generato dall'intervento: l'Amministrazione comunale di Milano sta saggiamente perseguendo una politica di riduzione degli spazi di sosta per la mobilità privata a beneficio della mobilità pubblica, in occasione di eventi allo stadio (la ZTL Stadio è in fase di ultimazione, spesi già oltre mezzo milione di euro; la linea M5 è attiva da anni), mentre il progetto presentato dalle società prevede la creazione di nuovi parcheggi a servizio di nuove funzioni commerciali/terziarie, attive 7 giorni su 7, quindi in netto contrasto con l'obiettivo di ridurre la mobilità privata nell'area.
In risposta a tale osservazione, riporto la relazione conclusiva del Dibattito Pubblico: "L'assetto dell’accessibilità verrà verificato dai proponenti e validato in sede di progettazione definitiva... I proponenti hanno sostenuto che l’attività di progettazione sarà accompagnata da un approfondito studio trasportistico che consentirà di quantificare, analizzare e simulare, con gli strumenti della pianificazione dei trasporti e dell’ingegneria del traffico, le condizioni di accessibilità e i livelli di servizio dell’impianto viario…"
Tradotto: prima si decide la realizzazione definitiva di un progetto che trasforma irreversibilmente un'area urbana; solo successivamente, si analizza e valuta l'impatto di tale intervento sul sistema di mobilità e viabilità urbana.
Qualcosa non torna, mi sembra.
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