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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 11-11-2010 alle 09:51

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/11/10/news/boeri_io_sono_il_nuovo_e_riporter_in_alto_milano-8977265/


PRIMARIE

Boeri: "Io sono il nuovo e riporterò in alto Milano"

L'architetto: sono il candidato più pericoloso per il sindaco Moratti e per chi correrà con il terzo polo
"In queste settimane ho capito il ruolo straordinario delle donne, che però non hanno uno spazio in politica"
di ALESSIA GALLIONE

Se dovesse scegliere una definizione per distinguersi dai suoi sfidanti, Stefano Boeri si descriverebbe così: «Sono un candidato nuovo per la politica. Voglio una Milano che torni a essere una capitale del mondo e non più della Padania, una Milano in rete con le grandi città europee, che non accetta di essere una dependance politica di Roma».

È per questo che gli elettori delle primarie dovrebbero votarla?
«Dovrebbero farlo perché ho un progetto fatto di soluzioni concrete per cambiare il nostro futuro. Una capacità operativa che nasce da centinaia di contatti, oltre che dalla mia conoscenza precisa della città».

C’è qualcosa che ha imparato di Milano che non sapeva?
«Lo straordinario ruolo delle donne. Sono le vere protagoniste di tutte le reti, dagli insegnanti all’assistenza a domicilio, dalla difesa del posto di lavoro alla famiglia. Finora non avevo mai percepito in questo modo così forte la potenza spesso invisibile delle donne e la sproporzione con la loro rappresentanza in politica. Da qui è nata la proposta di un cosindaco donna e della presenza femminile, al cinquanta e cinquanta, nelle liste elettorali, in giunta, nelle società legate all’amministrazione».

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Le priorità che si era immaginato, invece, sono cambiate?
«Rimangono cinque: sicurezza, ambiente, lavoro, casa e scuola pubblica».

Questa campagna, però, è stata segnata anche da polemiche e veleni.
«Sono stato il più attaccato dai giornali di destra: mi ha dato una grande forza. Significa che sono il candidato più pericoloso per Letizia Moratti e per chiunque si candiderà nel terzo polo, Gabriele Albertini o chi sia. Per questo sperano che domenica io non prevalga».

I veleni e gli attacchi, però, sono arrivati anche dai suoi avversari e dal centrosinistra. Si è chiesto perché? Per l’appoggio del Pd?
«Il fuoco amico va assorbito e trasformato in energia positiva per il centrosinistra. La mia candidatura non ha a che fare con il mondo romano, delle istituzioni, della politica. Forse questo ha dato fastidio. Ma la cosa più importante è che abbiamo costruito un progetto nato dalla collaborazione di tutti i candidati. Mi impegno a valorizzarlo e a valorizzare il contributo dei miei tre sfidanti: contro la Moratti e nella costruzione del prossimo governo della città».

Si definisce “candidato civico”, ma il Pd e la macchina organizzativa del partito è con lei.
«I partiti non sono mostri. Sono contento dell’appoggio del Pd, un partito plurale, in profonda fase di rinnovamento, che ha dato spazio e sostegno anche agli altri candidati. In ogni caso ho fatto una campagna che ha raccolto le voci migliori di Milano senza bisogno di ricorrere al protagonismo dei leader nazionali».
Ha parlato di «progetto» unitario, eppure Sacerdoti ha dichiarato che, nel caso vincesse lei, «si ritirerà a vita privata» e Onida più facilmente vedrebbe una collaborazione con Giuliano Pisapia. Che cosa ne pensa?
«Penso che il popolo di centrosinistra ci chieda a gran voce solo una cosa: unità. Il centrodestra non è mai stato così debole. Se ci perdessimo in inutili dispute tra di noi, i milanesi di buonsenso non ce lo perdonerebbero mai».

Fa un appello all’unità, quindi?
«Forte e chiaro. Veniamo da anni di polemiche e conflitti interni al centrosinistra: io non ne posso più e dobbiamo dare un segnale di unione e forza».

È lunedì, 15 novembre: la prima cosa che fa da vincitore.
«Abbraccio i miei figli, mia moglie e i ragazzi fantastici che mi hanno guidato in questa sfida entusiasmante».

Ha vinto Giuliano Pisapia.
«Lo stesso, e poi lo chiamo per dirgli che sono con lui».

In caso di sconfitta non abbandonerebbe la sfida?
«No, per nessun motivo. Il progetto che abbiamo messo in campo è formidabile e non penso neanche lontanamente di abbandonarlo».

Il suo avvenire è la politica?
«La politica è entrata da protagonista nella mia vita. Bisognerà capire in quale forma, ma ci resterà».
Onida ha già reso note le spese della propria campagna. Anche lei rimarrà all’interno dei tetti fissati?
«Da lunedì non solo renderemo note nel dettaglio tutte le spese, ma anche i finanziatori».

La verità: quando si è candidato si aspettava un testa a testa con Pisapia?
«Sono consapevole che è una bella battaglia, sana, sulle idee. Con Giuliano andremo avanti insieme, in ogni caso. Sarà molto interessante quello che succederà nel secondo tempo che, sono sicuro, giocheremo a tutti e quattro a tutto campo».

(10 novembre 2010)

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