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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 21-11-2010 alle 14:43

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/11/21/news/moratti-pisapia_partita_aperta_al_ballotaggio_perfetta_parit-9328665/


IL SONDAGGIO

Moratti-Pisapia, partita aperta
al ballotaggio è perfetta parità

Le previsioni Swg: Albertini non andrebbe oltre il 13,5%. Il primo test dopo le primarie: chiunque sia il candidato di centro, il sindaco uscente e lo sfidante di centrosinistra andranno al secondo turno
di FRANCO CAPITANIO

La partita tra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia, cominciata domenica sera e lunga sei mesi, sarà una partita apertissima. Nient’affatto scontata a favore del sindaco uscente, come ripetono baldanzosi gli uomini del Pdl e come ha paventato anche l’ex sindaco Gabriele Albertini. Lo dicono i numeri del primo sondaggio postprimarie, realizzato dalla Swg (la società di ricerca che ha azzeccato il pronostico delle primarie) con una serie di 700 tra interviste telefoniche e online.

Vediamo. Gli scenari analizzati sono due, ed entrambi vedono in campo almeno quattro candidati: la Moratti, Pisapia, un candidato del movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e uno del centro (Udc, Futuro e Libertà e Api), l’ex prefetto Achille Serra nel primo e l’ex sindaco Gabriele Albertini nel secondo. I risultati non cambiano di molto: la Moratti otterrebbe il 43 per cento dei consensi se lo sfidante di centro fosse Serra e il 40,5 se fosse Albertini, Pisapia si attesterebbe al 41 in entrambi gli scenari, e dunque la sua posizione risulterebbe impermeabile alle scelte che matureranno al centro dell’arco politico, Albertini prenderebbe il 13,5 per cento (più del 9,5 di cui è accreditato Serra), il candidato grillino intorno al 5 per cento.

Il primo verdetto è dunque chiarissimo: una candidatura di centro produrrebbe l’effetto certo di spedire la Moratti e Pisapia al ballottaggio. E il sondaggio ridimensiona di molto le ambizioni di Albertini, così lontano dalle percentuali di Moratti e Pisapia da rendere veramente disperata la scalata al secondo turno. E qui viene il bello, perché al ballottaggio le percentuali di successo di Moratti e Albertini sono identiche: 50 e 50. Perfetta parità. Sul secondo turno, come noto, il fattore vincente è riuscire a riportare alle urne tutti i proprio elettori, e sotto questo profilo la “fedeltà” del centrosinistra – soprattutto se, come in questo caso, stimolata dalla chance “storica” di tornare a vincere dopo quasi un ventennio di dominazione berlusconiana – dà molte più garanzie di quella degli elettori del campo avverso.

E c’è di più: al secondo turno, solo quattro elettori di Albertini (4,5 nel caso in cui il candidato di centro fosse Serra) darebbero il loro voto alla Moratti. Altri quattro non andrebbero al seggio, due darebbero il loro voto addirittura a Pisapia. Mentre sei grillini su dieci girerebbero senza indugio il proprio voto a Pisapia (solo uno alla Moratti e tre non tornerebbero alle urne). Questi, dunque, i risultati del primo test successivo alla scelta del candidato di centrosinistra. Ovviamente, oltre alla percentuale di errori di ogni sondaggio (stimata intorno al 3,5 per cento in più o meno dai tecnici della Swg), da qui al voto le variabili sono numerose e importanti, tali da modificare sensibilmente il quadro generale e, di conseguenza, la capacità di ciascuno dei candidati sindaci in campo di racimolare consensi.

La prima tra queste variabili è l’evoluzione dei rapporti tra Pdl-Lega e Futuro e Libertà, il destino del governo Berlusconi e, nel caso in cui il 14 dicembre o nei mesi immediatamente successivi cadesse, l’eventualità del voto politico anticipato o piuttosto di un nuovo governo Berlusconi con base modificata o ancora quella di un governo tecnico guidato da una persona diversa dall’attuale premier. Ciascuna di queste eventualità naturalmente modifica sensibilmente i rapporti tra i partiti, soprattutto tra il centro, i finiani e l’asse PdlLega, che al momento pare solido.

Se la vicenda nazionale precipiterà verso le elezioni anticipate, sarà poi da capire se il voto politico e il primo turno di quello amministrativo saranno fissati nella stessa giornata o meno, dato che probabilmente modifica le stime sull’affluenza. Infine, saranno da valutare con attenzione i movimenti nei due campi principali (a livello locale), quello del centrodestra e quello del centrosinistra. Prima di tutto se sarà davvero Letizia Moratti il candidato di Pdl e Lega, cosa che, nonostante l’«in bocca al lupo» al telefono di Silvio Berlusconi, non è ancora certa.

Ci sarà poi da capire se i candidati sindaco si presenteranno con liste proprie o con quelle dei partiti che li sostengono, e la questione, come insegnano le primarie, non è irrilevante. Ci sarà da valutare l’eventuale presentazione di liste di disturbo, in grado di grattare qualche punto ai candidati principali. Anche se, con i numeri stimati da Swg, appare chiaro che la partita si gioca al ballottaggio, dove in ogni caso sarà un testa a testa tra due candidati: il sindaco che ha governato per cinque anni, e il candidato di centrosinistra sul quale in pochi, appena quattro mesi fa, avrebbero scommesso.

(21 novembre 2010)


Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/11/21/news/pd_bersani_difende_le_primarie_tutto_il_partito_con_pisapia-9329587/

POLITICA

Pd, Bersani difende le primarie
"Tutto il partito è con Pisapia"

Il segretario di fronte alla platea milanese: "Qui siamo nella terra dell'igienista dentale..."
Onida dice no alla lista civica con Boeri, ma non esclude l'ipotesi di un proprio impegno
di ALESSIA GALLIONE

L’istantanea arriva a (quasi) una settimana da quel voto che ha scosso i democratici e aperto una crisi che i vertici locali stanno ancora cercando di superare. Una foto di gruppo con il candidato sindaco, che Pier Luigi Bersani ha voluto fare con i tre ex sfidanti delle primarie. Di nuovo insieme, Giuliano Pisapia, Stefano Boeri e Valerio Onida. E, tra loro, il segretario nazionale del Pd. Che arriva in città e cerca di rilanciare la sfida per Palazzo Marino. Assicurando «tutto il nostro impegno e sostegno per Pisapia e il cambiamento a Milano». E proprio da Milano, Bersani dice di «volersi togliere qualche sassolino dalla scarpa». Perché, attacca, «siamo o non siamo nella terra dell’igienista dentale?».

Da qui, il leader del Pd, difende lo strumento delle primarie. Un metodo che potrà avere bisogno di una «manutenzione» per evitare «il rischio disaffezione», ammette. Ma la rivendicazione è chiara: «Noi stiamo cercando faticosamente di darci un meccanismo di selezione del personale politico e delle candidature attraverso la partecipazione». L’alternativa «è il ghe pensi mi e la democrazia personalizzata».

Riparte dall’appoggio a Pisapia, la lunga corsa verso le comunali. Anche se i tre ex avversari hanno idee diverse su come proseguire. Il primo a lanciare una proposta all’avvocato e al costituzionalista è stato Stefano Boeri. L’architetto, che ha assicurato il suo impegno in questa campagna, ha lanciato l’idea di una lista civica comune che riunisca non soltanto le diverse anime delle primarie, ma possa allargare il consenso. Un’ipotesi che Onida, però, boccia: «Non credo abbia un senso», ha detto. Non escludendo, invece, una propria lista. Per il candidato sindaco, le liste civiche «sono una ricchezza» perché «possono rivolgersi a mondi diversi e aumentare il consenso». Ma Pisapia invita anche ad attendere per vedere quanto sarà ampia la coalizione. In ogni caso, chiarisce, «dovranno decidere Boeri e Onida se correre insieme o separati». L’architetto insiste: «Sarebbe un peccato perdere quest’occasione. In ogni caso ho deciso di continuare a impegnarmi in questa corsa».

L’occasione era un convegno sui diritti organizzato dall’associazione “Democrazia esigente”. Che ha riunito non solo i protagonisti delle primarie, ma anche i vertici e molti volti noti del Pd. A cominciare da Bersani, che durante la campagna elettorale ha deciso di inviare soltanto un videomessaggio per certificare il suo endorsement per Boeri. Invece il segretario ha incontrato per qualche minuto prima Pisapia, poi Boeri. Insieme con lui il segretario provinciale Roberto Cornelli e quello regionale Maurizio Martina. Per i vertici locali, che dopo la sconfitta di Boeri hanno messo a disposizione il mandato, il momento della verità sarà domani, quando si riuniranno le direzioni del partito. Intanto, però, da entrambi arriva un’apertura a quella necessità di «rigenerazione» del Pd di cui ha parlato l’architetto.

«Una scelta radicale», l’ha definita Boeri. Che pensa a «un’assemblea costituente per aprire alle energie che vengono dalla città». Un’apertura alle «migliori energie della città», che per Cornelli il Pd ha già iniziato a fare da un anno. Ma che adesso va rilanciata. Per questo, tra le proposte che porterà domani alla direzione, c’è anche quella di organizzare «Stati generali programmatici» da tenere il prima possibile. L’obiettivo è «proseguire sulla strada del rinnovamento». E sulla possibilità di liste civiche? Il segretario metropolitano non nasconde la «speranza che le energie positive nate con queste primarie a sostegno dei candidati possano trovare casa nel nostro progetto di Pd aperto». Ma l’ultima parola, dice, «sarà di Pisapia». Perché l’obiettivo, adesso, è appoggiare il candidato. Ed «è paradossale — attacca Barbara Pollastrini — che qualcuno ci inviti a cambiare casacca e sostenere Albertini».

(21 novembre 2010)

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