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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 22-11-2010 alle 11:13

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_novembre_22/landi-fli-emarginato-1804218492694.shtml

Lo sfogo dell'ex finiano: ho pagato i miei interventi su sanità e Pgt

Landi: ho toccato i poteri forti, per questo Fli mi ha emarginato

Il ritorno dell'assessore nel Pdl: «Non ho mai trattato la riconferma da assessore». Primo vertice dei futuristi

MILANO - «Ho pestato i piedi ad alcuni interessi forti, a certi gruppi di potere romani che stanno dentro Futuro e Libertà. Parlo di edilizia e di sanità. Per questo mi hanno messo i bastoni tra le ruote». Giampaolo Landi di Chiavenna, 48 ore dopo il ritorno a casa nel Pdl, parla per liberarsi di un peso. La sua verità. «Perché su di me è stato detto di tutto, e ora voglio fare un po' di chiarezza raccontando qualche fatto». Eccola, la versione di Landi: «Un paio di esempi. Avevo avviato un tavolo per raccogliere le osservazioni dei cittadini sul piano di governo del territorio, il documento che ridisegnerà l'urbanistica della città. E poi stavo lavorando per creare un alto commissario per le nomine nella sanità lombarda. Un importante, importantissimo esponente di Fli ha telefonato da Roma agli altri due coordinatori milanesi per chiedere di bloccare tutto. E così quei tavoli sono stati chiusi. Evidentemente ho toccato degli interessi che non dovevo toccare».

L'accusa più bruciante è quella di aver fatto retromarcia perché nel nuovo partito gli era stato preferito come coordinatore cittadino il giovane Manfredi Palmeri. «Sono stato io a indirizzarlo a Fli. Per tutta ricompensa lui si è fatto proteggere da Andrea Ronchi, che poi lo ha sponsorizzato presso Fini». A 48 ore di distanza l'eco delle polemiche non si è ancora spenta. Tiziana Maiolo contro il «pentimento» dell'assessore alla Salute usa parole di fuoco: «La preda catturata svolgeva una doppia parte in commedia. Il 20 luglio aveva condotto per mano Gabriele Albertini a Roma fin nell'ufficio del presidente Gianfranco Fini, si era infilato tra i due e si era fatto fotografare. Ancora nella riunione lombarda che si era tenuta a Perugia si era accalorato a ribadire che Albertini era la prima scelta come candidato sindaco. Poi, tornato a Milano, si proponeva come interlocutore per l'appoggio a Letizia Moratti».

Ma l'affondo è anche contro il «sindaco uscente»: «Proprio un bel colpo. Aveva una quinta colonna inserita nel partito a cui stava chiedendo l'appoggio per le prossime elezioni e l'ha persa. Inoltre le è rimasto attaccato come zavorra un personaggio che nessuno più stima, né quelli da cui è partito né quelli a cui era arrivato né, ancora, quegli stessi da cui è poi ritornato». Replica a stretto giro di posta dell'assessore ex finiano: «La Maiolo viene dalla sinistra extraparlamentare, poi dai socialisti, poi ancora da Forza Italia. Ora è in cerca di un posto in Fli, dopo essere stata silurata dalla Moratti. A proposito di coerenza». Sotto questi auspici oggi si riunisce, presieduta da Manfredi Palmeri, la prima riunione del coordinamento dei futuristi milanesi. Si parlerà delle prossime elezioni amministrative, di Letizia Moratti e di terzo polo.

Andrea Senesi
22 novembre 2010


Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_novembre_22/landi-fli-1804222776717.shtml

Il sindaco aveva espresso soddisfazione per il passaggio dell'assessore al Pdl

Fli: «Il caso Landi ferma il dialogo: inaccettabili i metodi della Moratti»

Cancellato l'incontro previsto venerdì. Valditara: «Il rilancio di Milano nell'interesse di tutti e non di pochi»

MILANO - Futuro e libertà ha congelato le trattative con Letizia Moratti per un accordo politico in vista delle prossime comunali. Lo hanno annunciato i vertici locali del partito di Gianfranco Fini, in una conferenza stampa alla Fondazione Stelline, a Milano. A far infuriare i finiani sono state le dichiarazioni del sindaco - considerata la vera «regista» dello strappo tra l'assessore e il partito finiano - che ha espresso soddisfazione per l'uscita dell'assessore Giampaolo Landi di Chiavenna da Fli per ritornare nel Pdl.

ALBERTINI UNA RISORSA - «Quello di Landi è un caso spiacevole e un po' meschino - ha affermato Giuseppe Valditara, coordinatore lombardo di Fli - e troviamo inaccettabile che il sindaco Moratti lo consideri un segnale importante: finchè su questo non avremo spiegazioni del sindaco e soprattutto finchè non verrà riconosciuta a Fli piena dignità politica, noi non prenderemo parte a trattative con Letizia Moratti. L'incontro politico che ci ha chiesto venerdì è rinviato sine die». Nonostante i pugni sbattuti sul tavolo, i finiani non hanno però ancora sciolto le proprie riserve sulla loro strategia elettorale, precisando solo di essere «alternativi a Pisapia e al Pd». «Se non si allea con noi - ha osservato Valditara - la Moratti non vince e non ridiventa sindaco: e visto che siamo determinanti non vogliamo essere trattati come i parenti poveri, dileggiati e offesi. Non potremo essere suoi alleati se poi La Russa ci spara addosso: abbia lei la forza di difendere la nostra alleanza». Sul sostegno a un'eventuale candidatura di Gabriele Albertini, i vertici di Fli, però, non sciolgono la riserva. «Albertini è stato un ottimo sindaco - ha affermato Valditara - è una grande risorsa per la città, non sta a noi sollecitare una sua candidatura, deciderà lui». Valditara ha poi escluso la possibilità di un'alleanza con il Pd alle amministrative

PROGRAMMA ELETTORALE - Nel giorno in cui si è riunito per la prima volta il coordinamento cittadino di Fli, i futuristi di Milano hanno voluto porre l'accento più sulla piattaforma programmatica che sulle strategie elettorali. «Venerdì torneremo ancora a riunirci - ha affermato il responsabile del comitato per le elezioni comunali Manfredi Palmeri - e in una settimana avremo fatto lo stesso numero di riunioni che ha fatto il coordinamento del Pdl in due anni: il nostro rapporto con la città va avanti in virtù della nostra storia e della nostra esperienza. Ci sembra di essere tornati allo spirito del 1994: uno spirito che sembrava smarrito». La prossima settimana il partito presenterà le proprie osservazioni al nuovo piano di governo del territorio, affidate alla consigliera comunale Barbara Ciabò, e in rapida successione arriveranno il libro bianco sulle politiche sociali, vergato dall'ex assessore Tiziana Maoiolo, e un pacchetto di proposte contro le infiltrazioni criminali redatto da Silvia Ferretto. «Il nostro obiettivo politico è il rilancio di Milano nell'interesse di tutti e non di pochi - ha concluso Giuseppe Valditara - e sarà in primo luogo sull'accoglimento delle nostre proposte che decideremo le alleanze elettorali». Intanto, ha annunciato Valditara, venerdì verrà reso noto l’elenco del coordinamento provinciale e si sta già lavorando alla costituzione della segreteria regionale nella quale, ha spiegato, Maiolo si occuperà di coesione sociale, Ciabò di casa e urbanistica, Ferretto di sicurezza e Pietro Piccinetti di crisi nelle piccole e medie imprese.

Redazione online
22 novembre 2010 (ultima modifica: 23 novembre 2010)


Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/11/22/news/primarie_non_ci_sar_la_resa_dei_conti_ritirate_le_dimissioni_dei_vertici_del_pd-9392779/

POLITICA

Primarie, non ci sarà la resa dei conti
ritirate le dimissioni dei vertici del Pd

La direzione dei partito detta la linea: sostegno pieno a Pisapia, il vincitore delle primarie
Martina ha ricevuto una fiducia quasi unanime e il mandato di rendere più incisiva la segreteria
di STEFANO ROSSI

Nessun ribaltone nel Pd dopo la sconfitta alle primarie. E' stato confermato il segretario regionale Maurizio Martina. E la riunione-fiume della direzione provinciale si è indirizzata verso la riconferma anche del segretario metropolitano Roberto Cornelli e del coordinatore dei circoli milanesi Francesco Laforgia. Dimissioni rientrate, dunque. E una certezza: il sostegno al candidato sindaco Giuliano Pisapia, ribadito dall’ordine del giorno che ieri ha chiuso una direzione regionale di oltre quattro ore. L’unico cambiamento ipotizzato è la creazione di un comitato esecutivo nelle segreterie regionale e metropolitana, che con 25 membri sono troppo poco snelle e operative per il rilancio del partito.

Il segretario regionale Martina ha ricevuto una fiducia quasi unanime dai 120 componenti della direzione e il mandato di rendere più efficace l’azione della segreteria. Il deputato Maurizio Migliavacca propone di rinforzarla con «nuovi membri autorevoli», riprendendo l’idea della senatrice Marilena Adamo di affiancare ai segretari un gruppo di saggi «con più esperienza e radicamento nella città». La risposta di Martina non dovrebbe discostarsi troppo da quella di Cornelli ad analoghe sollecitazioni: sì a un organismo più ristretto in segreteria ma no a stampelle, rimpasti o commissariamenti. «Ho bisogno del lavoro di tutti, della tutela di nessuno», ha detto Cornelli alla direzione provinciale.

In una relazione di 40 minuti, Martina ha insistito sulla ricostruzione della candidatura di Stefano Boeri. L’ex ministro Barbara Pollastrini ha accusato Cornelli di «non essere riuscito a dare un profilo politico a Boeri», ma d’altra parte, ha detto l’europarlamentare Antonio Panzeri, «è difficile creare il profilo politico di un candidato sindaco, ora Pisapia, se a sua volta il Pd non ne ha uno». Panzeri ha parlato anche di Filippo Penati: «Le sue dimissioni vanno discusse». Nessuno ha chiesto le dimissioni di Martina. «Il problema non è di persone ma di linea — chiarisce il cattolico Fabio Pizzul — il Pd deve offrire alla città una proposta non schiacciata sulla sinistra». Soprattutto, nessuno vuole congressi o commissari in campagna elettorale.

È quanto si è visto anche nella lunga notte della direzione metropolitana. «Dev’essere Cornelli a valutare se si sente di guidare il partito nei prossimi mesi», osserva il consigliere comunale Pierfrancesco Maran. Domenica sera nel suo circolo, lo 02Pd, si sono sentiti interventi severi verso i dirigenti, ma Francesco Laforgia, coordinatore dei circoli, ribatte che «ci critica chi lo faceva già prima». La relazione di Cornelli è stata incentrata sulla continuità della linea riformista e sulla promessa di una lista del Pd «plurale, forte e aperta al rinnovamento». Il segretario ha proposto fra dicembre e gennaio una convention del partito presieduta da Boeri per costruire il programma elettorale. Si attende la risposta di Pisapia, ma «un Pd depresso non fa bene neanche a lui» aggiunge il consigliere comunale Ettore Martinelli.

(22 novembre 2010)


Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/11/22/news/martina_riscrive_la_rotta_tocca_a_noi_allargare_il_consenso_intorno_a_pisapia-9392051/

L'INTERVISTA

Martina riscrive la rotta: "Tocca a noi allargare il consenso intorno a Pisapia"

Il segretario regionale del Pd resta alla guida. "Valorizziamo le energie emerse con Boeri"
"Adesso dobbiamo riuscire ad accogliere le energie positive esterne alle forze politiche"
di RODOLFO SALA

Segretario Maurizio Martina, si è dimesso?
«Non l’avevo fatto neppure all’indomani delle primarie. Ho solo detto che avrei chiesto alla direzione se il mio mandato comporta delle difficoltà».

Dunque?
«Ho posto il problema, e mi è stata riconfermata la fiducia. Adesso lavoriamo per il rilancio del nostro partito a Milano. E per far vincere il centrosinistra alle comunali».

Come si fa, dopo la botta che avete preso?
«Prima cosa: sostegno incondizionato e totale al progetto che Pisapia dovrà interpretare insieme a tutti noi. Per allargarlo».

Insomma, avete perso le primarie, ma come principale partito della coalizione volete condizionare la proposta politica del candidato sindaco.
«Batteremo la Moratti se, dentro il progetto di Pisapia, un grande partito come il nostro sarà capace di fare il proprio mestiere. Vuol dire far vivere idee nuove su argomenti fondamentali, come il welfare, le politiche di sostegno alle famiglie, la sicurezza, i trasporti. Per farlo, una cosa è indispensabile».

Quale?
«Diventare un partito sempre più aperto, in grado di accogliere le tantissime energie positive esterne alle forze politiche, che in questa campagna per le primarie sono emerse con grande forza. Penso soprattutto a tutto ciò che si è mosso attorno alla candidatura di Boeri: non valorizzarlo sarebbe un peccato, oltre che un grave errore».

A proposito di Boeri: col senno di poi riconfermerebbe la scelta del Pd di puntare su un solo candidato tra quelli in campo?
«Sì. Ma certo mi porrei il problema di lavorarci di più e meglio. La discussione da fare riguarda la logica delle primarie di coalizione, ed è nazionale, non solo milanese. Resto convinto che il Pd non debba rinunciare a scommettere su un progetto e sulle persone che lo incarnano, ma su questo abbiamo appena incominciato a ragionare».

Che clima ha trovato in direzione?
«Di grande consapevolezza del lavoro enorme che ci aspetta. Nel Pd c’è senso di responsabilità, determinazione e voglia di giocare fino in fondo il proprio ruolo in questa partita milanese».

Nessuna critica?
«Naturalmente ce ne sono state. Ma tutte di merito, nessuna generalgenerica».
Al tavolo di coalizione che Pisapia sta per aprire, voi porrete il tema delle alleanze?
«Io dico che a Milano abbiamo un’opportunità».

E cioè?
«Non so come finirà il dibattito attorno alla candidatura di Albertini, ma se davvero nascesse un terzo polo alternativo a Pdl e Lega, sarebbe qualcosa di molto diverso dal nostro progetto, ma sicuramente destinato ad aprire dinamiche interessanti e per nulla scontate. Del resto i finiani hanno interrotto le trattative con la Moratti, questo è un segnale preciso».

Porte aperte a finiani e centristi?
«Ripeto, sono diversi i ruoli e le responsabilità. Il centrosinistra deve giocare fino in fondo nella sua metà campo. In ogni caso, guardiamo con attenzione a come questi interlocutori si posizioneranno».

È un arrivederci al ballottaggio?
«Se affrontiamo il primo turno con offerte diversificate, le possibilità di non far vincere la Moratti al primo aumentano».

(22 novembre 2010)

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