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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 02-12-2010 alle 12:48

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_dicembre_2/nasce-lista-immigrati-1804290979210.shtml

verso le comunali

Nasce la lista degli immigrati
Shaari: corro per Palazzo Marino

In estate l'annuncio, oggi l'ufficialità. «Non è un partito, ma una lista civica. E poi è laica»

 

MILANO - La prima volta di un candidato sindaco musulmano e di origine straniera: «È l'unica novità da vent'anni a questa parte...». Si presenta alla corsa per Palazzo Marino Abdel Hamid Shaari, presidente del Centro islamico di viale Jenner, alla guida di un gruppo eterogeneo di aspiranti consiglieri comunali raccolti sotto l'etichetta «Milano Nuova». Intesa anche come la Milano di una volta: «Vogliamo farla tornare la città col cuore in mano, dell'accoglienza, della solidarietà». Un partito musulmano? «Innanzi tutto non è un partito, ma una lista civica, - corregge -. E poi è laica, raggruppa immigrati residenti a Milano e cittadini italiani che condividono il nostro programma». Candidati di ogni confessione e provenienza, rivendica Shaari: oltre a egiziani e marocchini, il movimento avrà esponenti peruviani e romeni. Qualcuno l'ha già definito il «partito etnico».

 


La Lega l'ha già criticato: iniziativa «preoccupante, demagogica e strumentale - sostiene il presidente del Consiglio regionale Davide Boni -. È un gesto di evidente discriminazione nei confronti del Paese ospitante». Anche il Pdl è scettico: «Rischia di generare paura tra i cittadini - dice Romano La Russa, coordinatore provinciale e assessore regionale -, ottenendo l'effetto contrario sui musulmani che vogliono l'integrazione».

L'aveva annunciato in estate, Shaari, e sembrava una boutade. Oggi si presenta davvero: l'elenco dei nomi è quasi pronto, questa mattina il movimento calca ufficialmente il palco del Ciak per farsi conoscere. Scende in campo e dove si colloca? «Partiamo da un'idea molto semplice: la scuola, la sanità, l'ambiente non hanno collocazione di destra né di sinistra, ma di buon senso. Dare colore politico a una lista civica è inutile». Impossibile parlare di alleanze? «È prematuro, vedremo in un eventuale secondo turno». Perché la corsa viene presa sul serio, la speranza di prender voti c'è. Non dagli immigrati che non hanno diritto («Ma è un bacino potenzialmente vasto, 210 mila iscritti all'anagrafe a Milano»). Shaari punta soprattutto ai delusi: «Alle ultime elezioni quasi il 37% non ha votato. Noi speriamo di poterli sensibilizzare».

Un'anticipazione del programma? «Lo smog, per esempio, che riguarda tutti i cittadini, non solo immigrati. Non siamo contro qualcuno né contro qualcosa, ma per i problemi di tutti».
Un passaggio che fa riferimento agli immigrati? «Siamo per il diritto di voto alle amministrative, e la cittadinanza agli stranieri che sono nati qua, e poi ci occuperemo anche dei diritti degli immigrati, certo, delle questioni che riguardano il permesso di soggiorno, la sanatoria, eccetera»
C'è almeno un punto che può connotare la lista come islamica? La costruzione della moschea a Milano? «Non è nel programma. Noi la rivendichiamo in quanto diritto di culto garantito dalla Costituzione, ma è una battaglia che devono fare i musulmani, noi la sosteniamo, ma non è il momento di mettere tanta carne sul fuoco».

Alessandra Coppola
02 dicembre 2010


Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/12/02/news/la_lista_degli_stranieri_si_presenta_shaari_candidato_sindaco_di_milano-9756378/

COMUNALI

La lista degli stranieri si presenta
Shaari candidato sindaco di Milano

Il presidente del centro islamico di viale Jenner lancia la sfida alla Moratti e a Pisapia
La formazione non è composta solo da musulmani. Lega e Pdl: iniziativa pericolosa
di ZITA DAZZI

Ci sarà un candidato sindaco in più nella competizione per la poltrona del primo cittadino: Abdel Hamid Shaari, presidente da vent'anni dell'Istituto di cultura islamica di viale Jenner, dove aveva sede anche una moschea affollata da migliaia di musulmani prima che il ministro Maroni ne imponesse la chiusura. Incurante delle proteste che immediatamente si sono levate, Shaari annuncia che si candiderà con la lista civica "Milano nuova", che verrà ufficialmente presentata al tendone del teatro Ciak di via Procaccini 4, dove ha sede la Fabbrica del vapore e da due anni gli islamici di viale Jenner si trovano a pregare per ordine del Comune.

"La nostra sarà una lista laica, pluralista, aperta agli immigrati e agli italiani che vogliono cambiare questa città e farla diventare più aperta e rispettosa dei diritti di tutti", spiega Shaari, architetto libico, ormai cittadino italiano da tempo, visto che vive a Milano da 30 anni. Nella presentazione verranno resi noti i nomi dei candidati per il consiglio comunale: "Non solo islamici e non solo arabi, ma immigrati di diverse nazioni, dal Perù alla Romania, volti nuovi delle comunità che si sono integrate e della Milano che vuole integrare - precisa - e altri nomi arriveranno". Con chi si schiererà la lista "Milano Nuova" Shaari non lo dice: "Al primo turno nessuno, poi vedremo al ballottaggio".

La notizia fa in fretta a scatenare polemiche. "Il partito degli immigrati rischia di creare un'ulteriore rottura e allarme, generando paura tra i cittadini, ottenendo l'effetto contrario sui musulmani che vogliono l'integrazione", dice Romano La Russa, coordinatore provinciale del Pdl e assessore in Regione. Marco Rondini, deputato milanese della Lega, prefigura addirittura "la fine della nostra civiltà politica" anche se dice che la mossa di Shaari "è solo una provocazione: una simile lista non è in grado di raccogliere che una percentuale da prefisso telefonico. I partiti si formano dietro a uomini e idee, non su base etnica".

Secondo il presidente del consiglio regionale, il leghista Davide Boni, si tratta invece di una iniziativa "preoccupante, demagogica e strumentale, un gesto di evidente discriminazione nei confronti del Paese ospitante perché nessun italiano ha mai ostacolato la possibilità di candidarsi in questo Paese agli immigrati integrati e già in possesso della regolare cittadinanza italiana". Favorevole invece Roberto Jarach, presidente della Comunità ebraica di Milano che, a margine dell'accensione del candelabro per la festa di Channukkà in piazza San Carlo, ha commentato: "Che un gruppo si esprima attraverso una lista civica, è la dimostrazione della volontà di essere all'interno della società civile. Ognuno ha le proprie istanze, noi abbiamo le nostre, ma riteniamo di non avere i numeri per poter fare lo stesso, quindi al massimo avremo disponibilità individuali nei partiti tradizionali".

Anche Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd in Comune, plaude perché questa iniziativa "esprime una voglia di partecipare di esserci e di contare, che è un dato positivo in sé". Con un'unica preoccupazione: "Mi auguro che questa lista non sia utilizzata dalla destra come pretesto per creare ulteriori distanze, invece di ridurle".

(2 dicembre 2010)


Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_dicembre_2/pisapia-no-liste-civiche-1804290979197.shtml

«Bisogna ripartire, anche se comprendo che nel Partito democratico ci sia dibattito»

Pisapia: no a liste civiche anti-Pd
ma Onida e Idv devono avere spazio

Il candidato sindaco: ascolterò tutti però non accetterò condizioni da nessuno

Che sia in atto un gioco al massacro nei confronti del Pd. Con la creazione di liste civiche come quella di Valerio Onida e l'Italia dei Valori che spara a zero sul partito di Bersani.
«Tra alleati bisogna confrontarsi per trovare il punto di equilibrio tra posizioni diverse. Pensare di poter vincere le elezioni senza l'Idv e senza una persona come Valerio Onida che ha raccolto significativi consensi nelle primarie significa non rendersi conto della realtà di Milano».

Qual è?
«L'obiettivo di voler cambiare il governo della città può essere conseguito solo allargando la coalizione delle primarie, non restringendolo. Spero che ci sia stato un fraintendimento da parte del Pd. Anche perché da parte mia, dal giorno dopo le primarie, sto lavorando per il massimo dell'unità e per l'allargamento della coalizione».

Si faranno o no queste liste civiche?
«La decisione potrà essere presa solo più avanti quando si saprà chi si presenterà in alternativa alla Moratti e al centrosinistra e sarà più chiaro il quadro nazionale. Ma una cosa è già chiara...»

Quale?
«Non potranno esserci liste civiche che siano incompatibili con il programma della coalizione o che vedano nel Pd un partito da contrastare. Al di là di questi limiti e paletti chiunque sia disposto a intraprendere un percorso comune su un programma condiviso per sconfiggere il centrodestra è ben accetto».

Parole che tranquillizzeranno i vertici del Pd...
«È evidente che il Pd è il partito numericamente più rilevante della coalizione ed è quindi giusto che chieda rispetto, ma è altrettanto giusto che il Pd abbia rispetto per tutti coloro che saranno alleati in questo secondo round, che è la sfida più importante».

Avverte troppe pressioni?
«Dal momento in cui gli elettori del centrosinistra hanno deciso che fossi io il candidato ho preso l'impegno di ascoltare tutti, ma non accetterò condizioni da nessuno perché il percorso deve essere unitario e perché programma e alleanze devono ricercare la massima condivisione».

Teme «smottamenti» nel Pd?
«Comprendo che all'interno del Pd ci sia un dibattito anche serrato, ma confido che al piu presto si riparta dopo aver eliminato ogni possibile tensione all'interno singoli partiti e coalizione. Sto lavorando in questo senso».

Prossime mosse?
«Domani incontrerò il tavolo delle primarie per formalizzare l'avvio della nuova fase e avviare il processo di allargamento dell'alleanza. Nei prossimi giorni incontrerò non solo l'Idv ma anche varie associazioni che allargheranno e arricchiranno la coalizione».

Maurizio Giannattasio
02 dicembre 2010

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