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Inviato da avatar Luca Bosari il 09-12-2011 alle 12:39

Gentile Signora Anna,

Mi pare che il documento che ha linkato non dimostri alcuna tesi contraria a quanto espongo. Pone l'accento sull'importanza di ottenere una combustione il più possibile controllata, al fine di minimizzare l'emissione di scorie in atmosfera, e spiega quali dovrebbero essere le condizioni per ottenerla. Suggerisce di indagare su "eventuali" effetti che la parte più piccola, indicata come PM2,5, potrebbe (sottolineo: potrebbe, siamo nel campo delle teorie e non delle statistiche) avere sulla salute. Ma, attenzione: non correla alcuna insorgenza di patologie all'inquinamento urbano, anzi fa notare come i livelli di inquinamento di inizio secolo scorso fossero 20, 30 volte superiori a quelli che si registrano oggi (ovvero, quello che asserisco anche io). Oltretutto l'inquinamento di Londra, citato nell'articolo (fino agli anni '50 era un problema reale) era composto principalmente da scorie di carbone (ormai largamente in disuso in occidente, ma assai popolare in Cina ad esempio: ergo, i rilevamenti su Pechino lasciano un po' il tempo che trovano, essendo assolutamente imparagonabili con la situazione milanese).

Fermo restando che i lavori che parlano di incremento di ricoveri e degenze, imputate un po' frettolosamente dai relatori all'inquinamento ambientale, sono datati (vedi bibliografia) 1993 e 1998, e oltretutto localizzati in aree non compatibili con la nostra città. Teorie ed opinioni, al momento non suffragate da dati sicuri, ed infatti i condizionali e gli ipotetici sono usati a piene mani.

Come ho già scritto, il rapporto statistico ASL Milano (pubblicato nel 2010, se non erro), contraddice totalmente coloro i quali parlano di "incremento del tasso percentuale" e del "numero assoluto" di ricoveri e/o decessi per patologie respiratorie e cardiovascolari correlate (semplicisticamente) all'inquinamento. Oltre al Prof. Veronesi, che penso sia decorosamente qualificato nel campo, anche altri studi presentati considerano l'inquinamento causa di patologie in percentuali del 2-3%, mentre il fumo, alimentazione sbagliata, abitudini di vita poco sane ne rappresentano, tutti insieme, oltre il 70%.

Tanto per amor di polemica, e per contrastare quanto scritto in certi studi provenienti dal WHO (ne ho letto uno che parlava della possibile insorgenza di patologie in chi usa le toilette pubbliche rispetto a chi non lo fa, illuminante) che stanno alla base di alcuni articoli di giornale anche recenti, e nondimeno dei link proposti dalla Sig.ra Fabrizia, ne cito uno ad esempio del corriere: http://www.corriere.it/salute/11_dicembre_02/smog-politiche-traffico-carra_f1151ebe-1cc2-11e1-9ee3-e669839fd24d.shtml

Un bel titolone tragico, ed un testo altrettanto allarmistico. Ma, i numeri possono essere di aiuto anche di fronte a queste grandi paure. Mi spiego con un esempio. Una sigaretta contiene fino a 10mg di catrame, che i fumatori aspirano sotto forma di particolato finissimo (il fumo che passa attraverso il filtro). Un fumatore moderato, da mezzo pacchetto al giorno, aspira quindi circa 100mg/giorno di PM10, notoriamente dannosissimo, da sigaretta. Un essere umano respira grossomodo 10m3 di aria al giorno; ammesso che la respiri tutta (24h) sui marciapiedi del verziere, le concentrazioni dicono 0,5mg/giorno di esposizione al PM10 (peraltro, di pericolosità indimostrata, vedi sempre articoli del prof. Veronesi). Ritorniamo al nostro fumatore: praticamente, in un giorno, assume il quantitativo di polveri fini che un non fumatore assume in un anno. Se fosse vera la teoria di fondo dell'articolo (cioé che su 80 anni di vita, le polveri fini ne tolgono almeno 3), statisticamente, i fumatori - anche moderati - avrebbero un'aspettativa di vita che si riduce di 15 anni per ogni anno di "vizio" (e quindi circa 4 anni di autonomia, prima di passare ad altra dimensione). Analogo discorso si può fare per quanto riguarda il presunto innalzamento della pressione sanguigna...Da queste considerazioni, traggo almeno un paio di conclusioni: 1. So come zittire qualunque fumatore si azzardi a fiatare su questioni di politica ambientale e/o sulle mie scelte relative ai mezzi di trasporto e 2. L'allarmismo dell'articolista sarebbe abbastanza comico, se non fosse tragico il fatto che tanta gente, a queste panzane, ci crede.

Per concludere, NEGO assolutamente che ricoveri, patologie, ecc. siano in aumento a Milano; ma se anche fosse, tale fenomeno sarebbe in contrasto con i rilevamenti ambientali sull'inquinamento, che da 30, 40 anni sono in continuo CALO (la centralina di viale Liguria, tanto per citarne una, tra il '78 e l'88 misurava medie di polveri sui 170ug/m3 con punte oltre 300 - sono dati che in comune dovrebbero avere, e nessuno allora si stracciava le vesti); ergo, se anche fosse vero che stiamo peggio (lo nego sulla scorta delle STATISTICHE ASL Milano), le cause andrebbero indagate da qualche altra parte. Possibilmente, non in uno studio epidemiologico redatto al fine di ottenere una cospicua ripartizione di risorse per la ricerca.

Buona giornata,

Luca

P.S. per la Sig.ra Fabrizia: guardi che se non sa quali siano le mie fonti, o non ha letto i messaggi, oppure non sono stato sufficientemente chiaro. E' tutto scritto lì.

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