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Inviato da avatar Fabrizia Rondelli il 03-01-2012 alle 21:07

Su invito dell'Assessore alle Politiche Sociali PierFrancesco Majorino io una proposta concreta da fare  ce l'avrei:

su questo portale http://www.stateofmind.it/2011/11/progetto-ispectrum-autismo/ si parla di un progetto partito nei paesi anglosassoni per favorire l'inserimento lavorativo a favore di persone affette da disturbi dello spettro autistico. Leggendo attentamente l'articolo si parla di promuovere inserimenti virtuali di persone autistiche in ambiti lavorativi come i negozi, gli uffici e le serre. A parte qualche riflessione sulla validità di simulazioni rivolte a persone che faticano a distinguere la realtà oggettiva da quella virtuale, è opportuno chiedersi se invece non sia il caso di formare gli individui che intendono dividere i propri spazi lavorativi con persone autistiche, simulando comportamenti opportuni per facilitarne l' inserimento. E' una riflessione che dopo la denuncia avvenuta durante il forum del 2 e 3 dicembre in merito all'altissima disoccupazione che colpische le persone con disabilità sarebbe il caso di fare. Anche perché trovare ambiti occupazionali dove le persone con disabilità possono realizzarsi professionalmente alleggerirebbe il carico all'assistenza socio sanitaria alla quale spesso le famiglie e le persone sono costrette a rivolgersi poiché non ci sono alternative adeguate, come i centri diurni. Quindi si può pensare di proporre un percorso formativo nelle aziende con la prospettiva di superare i tabù e i pregiudizi legati alle persone con handicap, causati da una carenza di informazione legate alla disabilità nello specifico alla disabilità psichica. Troppo spesso alla parola handicap viene associato il pensiero di limite o  incapacità. In quest'epoca dove la crisi sta mettendo in ginocchio le imprese e l'economia, sarebbe troppo azzardato cambiare approccio lavorativo lasciando spazio anche ad una componente umana di solidarietà e rispetto verso le categorie più deboli? Potrebbe essere un segnale positivo. Molte aziende pagano delle multe abbastanza salate per non assumere persone con disabilità: è forte l'unanime condanna verso un gesto così discutibile che estromette in maniera pregiudiziale delle persone che in fondo hanno la sola colpa di essere considerate "improduttive" in una società ormai intrappolata in un sistema capitalistico finalizzato all'accumulo di beni e finanze. Non si può, in alternativa, pensare di creare una rete come già aviene per esempio a sostegno di progetti legati a piccole realtà in paesi del terzo mondo, che sostenga la promozione di prodotti provenenti da aziende dove la presenza di persone con disabilità è reale e vengono creati dei piccoli progetti a favore dell'inserimento di queste persone? Uno di questi potrebbe essere il finanziamento di interventi formativi che potrebbero essere seguiti dalle associazioni famigliari che hanno realmente a cuore il destino di questi giovani.

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