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Inviato da avatar Adalberto Massimo Mainardi il 11-02-2012 alle 22:20

Lo scenario, che si sta configurando attorno a Cascina Linterno, è davvero incomprensibile.

Stiamo assistendo alla messa in scena di un copione già visto e ampiamente collaudato.

Tutti i politici della Zona 7, a quanto pare (così come quelli di Palazzo Marino), si dicono d’accordo sulla necessità di tutelare e recuperare lo storico manufatto di via fratelli Zoia.

Tutti concordano sulla necessità di recuperare la struttura e sull’opportunità di riportarla ai fasti del passato recente, nel quale l’abbiamo vista ospitare importanti iniziative di aggregazione e convegni di alto spessore culturale.

I fondi, per complessivi duemilioni di Euro circa, sono finalmente disponibili.

I pareri favorevoli dei Settori competenti danno consistenza alle delibere già approvate.

Non resta che partire con i lavori.

Sembrerebbe il lieto fine di una bella favola nella quale, per la prima volta nella storia italiana, i nostri politici anteporrebbero la “Res Publica” all’interesse dei soliti pochi e invisibili privilegiati.

Tutto bene, quindi?

In realtà stiamo assistendo, con il passare del tempo, ad un progressivo e determinato tentativo di snaturare l’essenza più profonda di Cascina Linterno.

Tentativo con il quale si vuole imporre la cancellazione di Francesco Petrarca dalle “foto ricordo” della sua storia (trovandomi d’accordo con quanto scritto, in modo sagace, dal Gariboldi).

La ricerca storica, si sa, prosegue inarrestabile e negli ultimi anni sono state fatte importantissime scoperte che avvalorano ulteriormente, semmai ce ne fosse stato bisogno, la permanenza del poeta tra le mura della Linterno.

Va considerato, inoltre, che Cascina Linterno costituisce l’ultima testimonianza storica della permanenza di Petrarca a Milano.

Nonostante questo abbiamo visto documenti “ufficiali”, presentati da alcuni Consiglieri di Zona 7, citare personaggi a casaccio spacciandoli per autorevoli ricercatori storici, storpiando i nomi di veri studiosi e travisando i risultati del loro lavoro (chissà chi è Alessandra Marrani).

Comportamento decisamente in controtendenza con quanto accadrebbe in un qualsiasi paese civile, dove basterebbe anche solo il sospetto di un fugace passaggio, dell’ultimo dei personaggi storici, per far scattare la tutela e il recupero conservativo della più insignificante delle catapecchie.

E pensare che non molto tempo fa, ad esempio nel luglio 2010, il Partito Democratico (all’ora all’opposizione), presentò un “O.d.G. in merito all’utilizzo e sviluppo della Cascina Linterno” (allegato PDF), nel quale si evidenziava la figura portante di Francesco Petrarca senza il quale, è bene ricordarlo, Cascina Linterno non sarebbe mai stata messa sotto tutela dei beni culturali, con apposito Decreto, nel ’99.

E’ altrettanto opportuno ricordare che il vincolo, stabilito dal Decreto di cui sopra, è pesantissimo e non è eludibile in nessun modo, per non parlare del risultato di recenti sopralluoghi che hanno rilevato la presenza di antichi affreschi celati sotto gli strati di tinteggiatura .

Difficile, quindi, comprendere le ragioni che stanno intorno a certe manovre stravaganti.

Tanto incomprensibili che, a questo punto, è di fondamentale importanza prestare la massima attenzione perché rischiamo di perdere, per sempre, un monumento storico di grande valore.

Non si vuole, in questa sede, entrare nel merito dei vari progetti di gestione e sviluppo dei "parchi di cintura", ma Cascina Linterno costituisce un caso unico e irripetibile, che si discosta totalmente dalle altre cascine cittadine e “declassarla”, al livello di una qualsiasi struttura agricola, aprirebbe la strada a conseguenze catastrofiche.

Sarebbe del tutto insensato rinunciare a questo monumento che, proprio grazie alla sua unicità e al suo valore storico (prima ancora che culturale), costituirebbe un importante richiamo turistico, creando un indotto economico, pur senza rinunciare alla sua valenza aggregativa e al ruolo socioculturale di ACL all’interno delle sue mura (anzi).

Gli esempi di successo, in Europa, sono davvero tanti...

Alla luce di quanto sta succedendo emergono con prepotenza alcune domande:

Per quale motivo si insiste con il voler cancellare la figura di Petrarca da Cascina Linterno?

Per quale motivo si continua ad ignorare la valenza del vincolo imposto dal Decreto dei Beni Culturali?

E’ davvero indispensabile l’utilizzo di tecniche devastanti, come il “cuci e scuci”, per ristrutturare Cascina Linterno?

Una cosa è certa: i politici di Zona, come quelli di Palazzo Marino, dovranno assumersi la responsabilità politica, davanti ai cittadini, delle decisioni prese in merito a Cascina Linterno.

Di pari passo chi firmerà i documenti “attuativi” dovrà assumersi anche la responsabilità legale di quanto si andrà a realizzare sulla struttura.

Il timore è che, se non si apportano gli opportuni aggiustamenti, da questa vicenda usciremo tutti sconfitti.

Il valore storico di Cascina Linterno, depauperata dall’autenticità delle sue strutture, sarà perduto per sempre e sarà del tutto inutile sapere chi dovremo ringraziare.

Quando Cascina Linterno sarà una cascina qualunque come, ad esempio e tra le tante, Cascina Campazzo (ancora a rischio di urbanizzazione) e le lungaggini burocratiche l’avranno compromessa irrimediabilmente, sarà inutile scoprire per quale motivo la struttura non è stata inglobata nel Parco delle Cave, mettendola in salvo da qualsiasi rischio di speculazione.

Sarà inutile, addirittura, vedere eventuali malfattori finire in manette; perché la loro condanna e detenzione in carcere non ci restituirebbe la “vera e unica” Cascina Linterno, residenza agreste di Francesco Petrarca.

Sarà inutile, perché niente e nessuno potrà restituircela.

Un quotidiano milanese, qualche settimana fa, pubblicizzava una serie di inserti celebrativi dei personaggi politici più importanti della Storia Repubblicana.

Lo slogan recitava più o meno così: “Lo Statista guarda alle generazioni future, il Politico guarda al tornaconto elettorale”.

Nella vicenda di Cascina Linterno, purtroppo, non si vedono “Statisti”...

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