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Inviato da avatar Enrico Vigo il 02-03-2012 alle 13:01

Il falso problema della vendita di ulteriori quote di SEA (che non è una priorità assoluta, e neppure un tabù) prende tutta la scena del palcoscenico nella discussione politica che si limita ad un ragionamento minore, ragionieristico, limitato alle contingenti necessità di bilancio, perdendo di vista l’obiettivo primario che è quello di rilanciare le scalo di Malpensa in grado di valorizzare di molto gli assets e creare nuovamente i posti di lavoro persi negli ultimi 4 anni e addirittura di crearne di nuovi, fino a 20.000. Una ricchezza immensa completamente ignorata, incredibile. Occorre entrare nel merito della logistica aerea e delle sue esigenze, da azionista il Comune di Milano non può limitarsi a fare il ragionierino diligente, deve fare politica e strategie nel concreto, buttarsi con imprenditorialità nella mischia, cominciando a pensare finalmente alle cose più importanti che vengono prima di qualsiasi scelta a favore o contro la vendita delle quote SEA, il rilancio e l’occupazione nel settore, al servizio della mobilità e logistica non solo di Milano e Lombardia ma d’Italia e del Sud Europa. Se SEA cresce, qualsivogla sarà la scelta finale sulle quote, SEA ed il Comune di Milano ne avranno solo enormi vantaggi. A quando maggiore accortezza Sindaco Pisapia e Assessore Tabacci?

Da LA REPUBBLICA WEB ci oggi:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/03/02/news/aumenta_il_fronte_dei_contrari_alla_privatizzazione_della_sea-30793398/

I CONTI DEL COMUNE

Aumenta il fronte dei contrari alla privatizzazione della Sea

Negli ultimi dodici anni la società ha dato a Palazzo Marino 482 milioni di utili
Il Pd a Tabacci e Pisapia: "Ora cerchiamo altre strade per risanare il bilancio"
di ALESSIA GALLIONE

Un'altra giornata di polemiche sulla vendita di Sea. Con il fronte dei contrari che si irrobustisce. Perché, adesso, è anche il Pd a frenare. "Credo che vadano percorse altre strade - dice il segretario metropolitano Roberto Cornelli - per trovare risorse immediate utili al potenziamento di infrastrutture di trasporto". Ed è per questo, ma anche per evitare "un cortocircuito" nel centrosinistra, che i Democratici invocano "subito una discussione sul bilancio". Un vertice, in realtà, è già stato fissato a Palazzo Marino: è quello tra il sindaco, gli assessori Tabacci e Tajani, e i sindacati. Che si oppongono alla dismissione di ulteriori quote della società aeroportuale, minacciando scioperi: "È una scelta sbagliata e affrettata, di corto respiro - ha ribadito a Radio Popolare il segretario della Cgil, Onorio Rosati - e si vende, sia chiaro, si apre un problema tra sindacato e sindaco Pisapia, non tra noi e il solo assessore Maran" (che mercoledì si era detto favorevole a rinunciare all'intera quota di Sea).

La base delle perplessità del Pd è sempre la stessa: "Venduta la quota di maggioranza, il Comune rinuncerebbe a un asset strategico per sempre e rimarrebbe escluso dagli utili prodotti, necessari per garantire il futuro delle entrate e dei servizi ai cittadini", riassume

Cornelli. I proventi di una vendita, ha confermato l'assessore al Bilancio, Bruno Tabacci, "sarebbero utilizzati per gli investimenti. Abbiamo fatto la scelta di area C, e servono nuovi treni per la metropolitana rossa. La città deve interrogarsi se basta un bilancio con 200 milioni per le manutenzioni ordinarie. Se si vogliono fare investimenti bisogna ragionare su qualcosa di straordinario". La mobilità è un obiettivo "fondamentale", aggiunge il coordinatore cittadino del Pd Francesco Laforgia. Ma "prima è necessaria una discussione sul piano strategico complessivo delle partecipate, poi si parlerà di scelte sulle politiche per la città, prese in modo trasparente e chiaro".

L'argomento degli utili di Sea è utilizzato anche dal centrodestra. Ecco l'assessore regionale ai Trasporti, Raffaele Cattaneo: "Vendere la Sea significherebbe perdere una fonte che alimenta in maniera significativa i conti del Comune e quindi, alla lunga, impoverirsi". Ma a quanto ammontano i dividendi staccati dall'azienda? Negli ultimi 12 anni, tra "assegni" ordinari e straordinari, ai soci sono stati distribuiti in totale 570 milioni. Solo Palazzo Marino, che deteneva l'84,5 per cento, ha incassato 480 milioni. Una fonte sicura, ad eccezione degli anni difficili dopo l'11 settembre e dopo la crisi Alitalia con la perdita del titolo di hub per Malpensa.

E se la maggioranza si spacca su Sea, in Consiglio comunale è andata in scena un'inedita alleanza. Tutto il centrosinistra (sindaco compreso) e la Lega hanno bocciato un emendamento al Piano generale di sviluppo presentato da Manfredi Palmeri (Fli) che chiedeva di inserire nel testo l'espressione "condividendo in linea generale la azioni riformatrici del governo Monti". Tensioni per i traslocatori di Federtraslochi, che si dichiarano pronti a "bloccare la città" se lunedì le tariffe sull'occupazione del suolo pubblico non saranno ridotte come annunciato.

(02 marzo 2012)

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