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Inviato da avatar Roberto Michele Mazzilli il 17-05-2012 alle 10:14

Il bando sarà regolare, ma il fatto che ci fosse solo un possibile acquirente è molto sospetto.

La procura per ora sta indagando sulla cosa. vediamo gli sviluppi.

http://www.ilgiornale.it/interni/sea_telefonata_che_imbarazza_pisapia/17-05-2012/articolo-id=588138-page=0-comments=1


Sea, quella telefonata che imbarazza Pisapia

L’intercettazione tra Vito Gamberale e Mauro Maia svela la disponibilità della giunta di Milano: "Il bando lo faranno per noi"

di Enrico Lagattolla -

Milano - «Non ti preoccupare, il bando lo faranno per noi». Eccola, la telefonata che rischia di inguaiare la giunta milanese di Giuliano Pisapia. È la conversazione avvenuta il 14 luglio del 2011 fra Vito Gamberale (amministratore delegato di F2i) e Mauro Maia (senior vice president del fondo), ora entrambi accusati dalla Procura di Milano di turbativa d’asta in relazione alla cessione da parte di Palazzo Marino del 29,75% di Sea, la società che gestisce gli aeroporti del capoluogo lombardo.


Il dialogo è intercettato dalla Guardia di finanza di Firenze, impegnata in un’indagine su un’operazione autostradale in cui un ruolo è giocato proprio dal socio di Gamberale. Quel 14 luglio, però, i due parlano di Sea. E lo fanno in termini ritenuti «sospetti» dagli investigatori. Il brogliaccio viene trasmesso ai colleghi del Nucleo di polizia tributaria di Milano, che martedì su ordine del procuratore aggiunto Alfredo Robledo perquisiscono gli uffici del Comune e quelli del fondo di investimenti.
A chiamare, dunque, è Maia. Nel decreto di perquisizione firmato dalla Procura di Milano, si spiega genericamente che nel corso di quella telefonata «si fa riferimento alla possibile indicazione dal parte del Comune di Milano di una gara d’appalto per la cessione di partecipazioni azionarie nella Sea spa». Secondo quanto risulta al Giornale, Maia introduce l’argomento facendo il punto sui possibili contatti con la pubblica amministrazione. Gamberale, in sostanza, viene aggiornato sulla situazione, ma di nomi - politici o tecnici che potrebbero rappresentare un «gancio» all’interno di Palazzo Marino - non ne vengono fatti.

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