12 anni fa
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Gentile Assessore Castellano:

QUALE EDILIZIA SOCIALE DA “SMART CITY”, SFORZIAMOCI VERSO NUOVI TRAGUARDI.

Premetto che oggi, con le casse vuote, gli enti locali devono fare equilibrismi per mantenere i bilanci entro i limiti di legge e, ben conscio di questo, non voglio con questa mia iniziativa stressare oltre chi si adopera per amministrare la cosa pubblica in  condizioni difficilissime, talvolta disperate, come spesso accade oggi in questa drammatica congiuntura di cui ancora non si vede la fine, ma bisogna comunque andare avanti e migliorarsi.

A Milano costruire ulteriormente nuove abitazioni  (a parte qualche area dismessa da riportare a fruibilità urbana) è diventato quasi impossibile visti i limiti autoimposti dalle recenti pianificazioni urbanistiche comunali, resta solo l’esistente da migliorare (classe abitativa) e riutilizzare al meglio, per risolvere la piaga della carenza di disponibilità sociale della prima casa per una sempre più larga fascia di popolazione costretta ad allontanarsi dal centro e persino dal comune per ricercare occasioni immobiliari sempre più periferiche (creando squilibri rilevanti in tema di domanda di mobilità e costi sociali conseguenti) alla portata dei redditi delle famiglie, specie quelle di nuova costituzione, sempre più critiche.

La piaga delle case vuote sfitte (che non va demonizzata e ne vanno capite le ragioni profonde che pur ci sono, e non sono da sottovalutarsi con ragionamenti ideologici grossolani) va corretta con migliorie normative e fiscali, che consentano di rimettere sul mercato tanti, troppi appartamenti oggi desolatamente vuoti, la controparte pubblica potrebbe diventare acquirente al giusto prezzo per soddisfare le sue necessità di edilizia sociale, indirizzando le politiche in tal senso. Poco o tanto lo decideranno i bilanci pubblici dei prossimi anni, senza tanto sognare o disperarsi, con passi concreti e possibili.

Poi c’è una questione etica non eludibile,  la piaga delle truffe agli anziani soli proprietari della loro abitazione, dalla badante infedele, al vicino di casa infido, e spesso la cronaca ci offre situazioni angoscianti di malaffare.

Qui il Comune potrebbe decidere (o almeno cominciare a considerare meglio la questione) di mettersi sul mercato e offrirsi come controparte etica per fare da acquirente della “nuda proprietà” ad un giusto ed etico prezzo, che dia all’anziano la sicurezza di una controparte non truffaldina e di essere caduto in buone mani di chi rispetta gli anziani e li sostiene, una valida garanzia sociale di welfare etico.

In questo modo il Comune potrebbe pian piano ri-mappare le sue proprietà in città e rendere disponibili nel medio termine nuovi appartamenti  sottratti alla speculazione per risolvere la crisi della prima casa per le giovani coppie (sempre più rare per la condizione economica dei giovani in inarrestabile deterioramento), creando una nuova riedizione  di affitto a riscatto, facendo in modo che per molte di queste case ci sia in atto già un progetto di dismissione ragionato e calibrato nel medio-lungo termine, un sano ed etico turn-over, che possa creare le condizioni per finanziare in perpetuo nuovi interventi in entrata ed in uscita (unità immobiliari abitative).

Un fiume che si ingrosserà col passare degli anni, e CHE non si misura in uno o due mandati amministrativi, ma può diventare un pilastro di “smart city” e buone pratiche.

L’effetto sociale qui è molteplice: si salvaguardano gli anziani dalle truffe, si sottraggono agli speculatori fette pregiate di unità immobiliari, si contribuisce a risolvere il problema della prima casa per le giovani coppie, e si rimette in moto il mercato immobiliare evitando la piaga degli immobili sfitti ai fini speculativi.

Occorre costruire una politica della casa etica e sostenibile, accanto alle rodate impostazioni tradizionali in essere, bisogna mettere in gioco idee nuove, rispolverando anche buone pratiche abbandonate o dimenticate.

Non importa quanto sia consistente in partenza il fenomeno, occorre impostare e far crescere nel tempo quella che definirei una pratica virtuosa, che nel tempo darà frutti eccezionali, se alimentata con coscienza e lungimiranza, ma soprattutto con professionalità e convinzione.

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Negli anni passati ho assistito a moltissime nuove edificazioni: sia in città che nell'estrema periferia si è costruito ovunque, eppure il comune si ritrova coi problemi che tutti sappiamo. Si può facilmente...