Il Bilancio Partecipativo in Zona 5, descrizione e riflessioni per Milano
Ieri pomeriggio è stato presentato il bilancio partecipativo nella sede del Consiglio di Zona 5.
(Per informazioni dettagliate vedere il post di Oliverio Gentile; c'è anche una tag da cliccare nella home page di partecipaMi).
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La presentazione è stata di qualità, e sono state illustrate le diverse fasi del progetto.
La prima fase è appunto la presentazione del progetto, la descrizione delle sue finalità e un pò di "come fare" per i cittadini.
Effettivamente, al di là del milione stanziato per la nostra zona, la novità appunto sono i cittadini, anzi, siamo noi Cittadini.
A questo progetto possiamo partecipare tutti, senza necessariamente l'obbligo di intrupparci in comitati, associazioni, partiti e così via.
Siamo tutti consapevoli della difficoltà che si potranno incontrare agendo al di fuori di gruppi organizzati; ci sono diversi commenti raccolti in giro, che esprimono questo apparente pragmatismo: "tanto l'è sempre l'istess, non cambierà nulla, noi non contiamo un...".
Questo però non è pragmatismo ma puro cinismo; del peggiore tipo e comunque molto facile da esprimere, per chi non vuole cambiare assolutamente nulla.
Ci sono e saranno difficoltà; invito però tutti i Partecipanti (e partecipaMini) a non perdere l'occasione.
Un singolo Cittadino, ad esempio, potrà organizzare un incontro per sostenere il proprio progetto, anche aiutato da un facilitatore professionista. Questo è nuovo, almeno per noi poveri Milanesi, perché non cogliere l’occasione?
Ma… ebbene, fatta una casa, trovi sempre qualche crepa…
C'è qualcosa da evidenziare e discutere seriamente.
Dalla tabella con gli esempi degli interventi possibili (che allego per semplicità, ma è rintracciabile ovunque), molti dei progetti che possono essere proposti, non sono proprio dei progetti.
Prima di proseguire, vorrei evidenziare che, se il Comune decide di creare un progetto e finanziarlo, quel bilancio non deve contenere voci che siano riconducibili ad altri bilanci che già le categorizzano.
Se non è così, allora il progetto è svuotato, in parte o tutto, del suo reale significato.
Esempi:
Rifacimento coperture delle scuole: Le coperture di alcune scuole sono da rifare, sono in cattive condizioni.
Bene, ma cosa significa? Il Comune deve già rifare queste coperture, esiste già un bilancio stanziato per questi interventi.
Se la copertura è deteriorata, i Cittadini lo segnalano, usando i molti strumenti a disposizione (partecipaMi, ad esempio…); il Comune riceve l’informazione ed avvia le procedure per intervenire.
Il Comune non è un mostro dai mille occhi per poter vedere tutto e i Cittadini hanno, secondo me, il dovere sostanziale di comunicargli ciò che è indispensabile fare.
Con il Bilancio Partecipativo “inquinato” dalle manutenzioni, si ottiene solo che la segnalazione di un tetto deteriorato, segnalazione prima gratuita, ora sarà pagata con la perdita di una parte del Bilancio Partecipativo della Zona, solo per coprire i costi di una manutenzione straordinaria, già dovere e funzione del Comune.
Mi fermo ad un solo esempio, per non annoiare. Nell’allegato ce ne sono abbastanza per riflettere.
In sintesi, il milione che è dedicato ad ogni zona e in particolare ai suoi Cittadini, rischia di essere speso per interventi che comunque il Comune sarebbe obbligato a fare…
Questo non va, non va e basta, inutile che qualcuno si senta offeso per questa critica.
Come cittadini, se il Comune decide di dedicarci un bilancio di spesa per i nostri progetti, così deve essere; non può essere chiamato “progetto” un intervento obbligatorio e dovuto, Bilancio sì o Bilancio no.
Non si può mettere in votazione la necessità di rifare un tetto di una scuola! E se i Cittadini votano contro?
Ma se i Cittadini votano a favore, si troveranno il bilancio intaccato da una spesa che non è pertinente.
Questa è un’assurda forbice, impossibile da non vedere e da accettare.
Il Comune ha deciso così, e ormai è difficile rifare l’iniziativa; possiamo agire con determinazione per mitigare alcuni aspetti che ritengo negativi.
Propongo perciò di non portare progetti di manutenzione, di ogni genere, anche nascosta nelle pieghe di un “progetto”.
Segnalare invece massicciamente e assiduamente, seguendo in modo pedante l’avanzamento delle richieste su temi sensibili e irrinunciabili come, nell’esempio, il rifacimento del tetto affinché sia fatto e basta, perché serve! Senza umiliare una assoluta necessità rinominandola come “progetto” e sottoponendola addirittura ad una votazione…
Il Bilancio Partecipativo prevede molte possibilità di cambiare la nostra Zona; concentriamoci su quelle, portando progetti utili e se possibile, belli.
Non è necessario essere architetti, ingegneri o altro; il Comune ci assisterà affinché il progetto sia fatto nel migliore dei modi.
NON solo; e questa che segue è probabilmente l’aspetto più positivo.
Come già detto, ma è da tener bene in evidenza, il Comune aiuterà i singoli Cittadini a creare incontri per sponsorizzare e discutere i propri progetti.
Partiamo allora con le idee e le proposte, evitiamo di fare “progetti di manutenzione e affini” di ogni genere.
La manutenzione, anche quella straordinaria, la necessità di acquisto di beni irrinunciabili, come attrezzature per lo studio e lo sport e così via, devono essere segnalati evidenziati descritti e pretesi dove necessario, ma NON messi in votazione e pagati dal Bilancio Partecipativo che, dal mio punto di vista (ma spero di non essere solo) deve essere speso per progetti e idee innovativi, orientati e decisivi al riscatto di questa Milano, soprattutto delle periferie, dove abito e molti con me.
Questa città ancora umiliata da traffico, abbandono delle periferie, inquinamento… salviamola.
Una città dalla storia notevole e stupenda; una città da portare al massimo delle sue possibilità.
MM
P.S.
Grazie a Max Gaetano per le riprese video: