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Buongiorno, questa è la lettera spedita oggi alla c.a. di

Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana

Ministro della Salute Roberto Speranza

Direttore Malattie Infettive Ospedale Luigi Sacco prof. Massimo Galli

Assessore al Welfare Giulio Gallera

Presidente del Consiglio Giuseppe Conte

 

Milano 13 Aprile 2020

Oggetto: Opinione di un medico di base su una delle principali urgenze per contenere il contagio da COVID-19

 

Buongiorno,

Mi chiamo Marina Bianchi, sono un medico di base di Milano, zona Sempione.

Noi medici di base, rilasciamo certificati di 14 giorni di malattia INPS, prolungabili se comparsa o persistenza dei sintomi, nel caso di contatto con una persona contagiata (contatto) e nel caso di persona con malattia conclamata (caso). Le diagnosi sono fatte sulla base dei sintomi e non sull’esecuzione del tampone. Dopo questo periodo il lavoratore ritorna, magari utilizzando i mezzi pubblici, al suo lavoro nei supermercati, negli autogrill, nelle case di anziani (badanti) senza conoscere il suo stato di contagiosità.

Dalla letteratura non si hanno ancora studi concordanti sul periodo di incubazione e di quarantena, e ad oggi rimane arbitrario definire un tempo di 14,21,28 giorni d’isolamento/quarantena.

Nella casistica mia e dei miei colleghi, nei pochi casi di persone che hanno ricevuto il tampone perché infermieri o specializzandi che lavorano in ospedale, si nota una positività anche dopo più di un mese dall’inizio dei sintomi. Sulla rivista Nature, tra gli altri studi, è pubblicato (Wölfel, R., Corman, V.M., Guggemos, W. et al. Virological assessment of hospitalized patients with COVID-2019. Nature (2020). https://doi.org/10.1038/s41586-020-2196-x) che occorrono 7-14 giorni per avere una risposta anticorpale ma che la carica virale nel tratto respiratorio diminuisce lentamente. Quindi, il tempo della negativizzazione, anche se non si puo’ ancora conoscere per certo, ed è probabilmente variabile tra individui, è sicuramente superiore ai 14 giorni. A questo proposito leggo che le Vostre nuove linee guida stanno allungando questo tempo di 14 giorni, ma rimane il problema dell’esecuzione del tampone dopo essere stati contagiati.

Vi scrivo per chiedervi l’obbligatorietà dell’esecuzione di un tampone, fino alla sua negativizzazione, nei casi e nei contatti rimasti a casa dal lavoro con diagnosi COVID-19. Il rientro al lavoro, e quindi la guarigione NON possiamo deciderla sulla base dei sintomi: a volte perdura anosmia e/o ageusia, altre volte dopo la ripresa c’è un altro episodio febbrile, forse segni di contagiosità.

L’obbligo del tampone prima del rientro al lavoro potrebbe anche essere a carico del datore di lavoro, magari eseguito da noi medici di base prima di emettere un certificato di negatività o negativizzazione. In fondo, questa era normale prassi prima del rientro a scuola dopo la varicella e altre malattie esantematiche dell’infanzia.

Questa semplice “precauzione”, insieme al restare a casa, diminuirebbe il rischio di nuovi focolai, specialmente alla riapertura, seppur graduale e con le misure di sicurezza, delle attività produttive, e forse non renderebbe inutile l’isolamento sociale.

In attesa di ricevere Vostre considerazioni sulla mia proposta, Vi ringrazio molto dell'attenzione prestata e porgo cordiali saluti. Dr. Marina Bianchi


Vi allego una petizione, da me lanciata tramite la piattaforma Change, inerente al suindicato tema, con raccolta firme di medici, cittadini, pazienti. Questo è il testo:

TAMPONE 19 OBBLIGATORIO PER CHI RITORNA AL LAVORO 
Sono un medico di base, che tra le altre cose emette certificati di malattia in caso di 'sospetta' infezione da -19 (sospetta perchè il tampone nella fase del sospetto non si fa). Il tempo necessario per la guarigione e' un dato ancora incerto, anche se viene indicato il tempo di 14 giorni prima di ritornare al lavoro. Sulla rivista Nature, tra i vari lavori sull'argomento, viene pubblicato che ci vogliono 7-14 giorni per avere la risposta anticorpale ma che la carica virale nel tratto respiratorio diminuisce lentamente. Quindi, il tempo della negativizzazione, sicuramente superiore ai 14 giorni, non si puo' ancora sapere per certo.
QUINDI SI CHIEDE AL PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA DI RENDERE OBBLIGATORIO IL TAMPONE AFFINCHE' SIA NEGATIVO PRIMA DEL RITORNO AL LAVORO PER TUTTI I LAVORATORI MA SOPRATTUTTO PER I LAVORATORI DEI SUPERMERCATI E LE ALTRE ATTIVITA' ESSENZIALI. QUESTO, INSIEME AL RESTARE TUTTI A CASA, EVITEREBBE CONTAGI FACILMENTE PREVEDIBILI.

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