2 anni fa
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Vi ricordate l'entusiasmo con cui tanti milanesi vissero la promessa di "cambiamento" rappresentata dalla  candidatura di Pisapia?

Tutti, dopo anni di silenzio ovattato, poterono finalmente consegnare al promesso sindaco la propria idea di città positiva. E ciascuno poté trovare nel programma di candidatura una parola o una frase che gli sembrava lo rappresentasse, che finalmente gli confermava che lui a Milano c'era e che la sua presenza aveva un senso per tutti.

Qualcosa di questo entusiasmo, moderato dalla sensazione che molto del programma non fosse riuscito a Giuliano Pisapia,  si trasferì, successivamente, nella scelta di Sala, che come il predecessore organizzò tavoli di lavoro per la scrittura collettiva del suo programma elettorale.

Una piccola incrinatura si percepì quando si capì che l'assessorato alla partecipazione, guidato dal volonteroso Lipparini, era di fatto solo opera di costui e che non disponeva che di quattro soldi.

Si trovarono scusanti nella crisi economica e finanziaria, e Sala fu rieletto.

L'assessorato alla partecipazione scomparve, o meglio fu annegato nei servizi civici e generali affidati ad una giovane donna dall'esperienza indefinita in quel campo. 

Arrivò il Covid, e adesso la guerra. Per ottenere la convocazione dei cittadini alla discussione sull'area San Siro e del suo Stadio, dopo che Sala aveva deciso che era solo affar suo, occorsero feroci scontri verbali. Nel frattempo il clima cittadino, che già da qualche anno era stato definito di "rancore" dalla stessa sinistra, s'era fatto ancora di più diffidente e disamorato.

Quel che distingueva una giunta di "nuova sinistra" dalla destra di casa nostra, fatta di partiti non certo brillanti sul piano sul piano della democrazia partecipativa, è parso sfilacciarsi al punto che molti annunciano che alle prossime elezioni neppure voteranno.

Cosa avrebbe potuto, e forse può ancora indipendentemente dalle elezioni prossime salvare la crescita civile della metropoli è il pronto soccorso al ricongiungimento tra istituzioni e cittadinanza. I cittadini sono rimasti chiusi nelle proprie aspettative deluse, certo anche per colpa della propria inanità abituale, ma anche per la mancanza di offerta da parte del Comune. La pedagogia, quella cosa per cui chi è eletto persevera nel mantenimento e nella pratica e nella crescita di una visione e chi elegge offre la propria particolarità cogente e la propria creatività che va oltre i timori formali degli eletti, non ha respirato neppure un minuto, è stata messa subito in Casa di Riposo come se, appena nata, fosse invecchiata di colpo.

Se non si trova il modo di farla uscire immediatamente dal chiuso e dal buio, non solo Milano, ma tutta l'Italia sarà sommersa dal sovranismo autoritario preferito da chi, reso impotente, preferirà affidarsi al leader forte del momento. 

avatar Carlo Geri 2 anni fa
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L'incipit del post domanda se ci ricordiamo dello spirito partecipativo che ha caratterizzato la campagna elettorale di Pisapia....sì, me lo ricordo, ho partecipato, tra le varie attività/iniziative di quel...
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Come sai bene un'attività, per essere considerata conclusa, ha bisogno di almeno due elementi: - una risposta definitiva alla domanda iniziale - la comprensione, da parte di tutti i personaggi coinvolti in...
avatar Oliverio Gentile 2 anni fa
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A proposito dell'ormai ex Assessore alla Partecipazione, Cittadinanza Attiva e Open Data, mi sembra opportuno riportare qui quanto ho scritto il 21 gennaio 2021 sul mio diario Facebook :...
avatar Roberto Re 2 anni fa
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"Come avanguardie di un altro sistema solare Il confronto diretto, paritario, con i cittadini attivi, ha intaccato una certa attitudine autoreferenziale annidata nella cultura professionale degli uffici, ch...
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Credo invece che questo sia un buon momento, come già lo era quello del Covid. Una collettività va richiamata all'unità proprio nel suo momento critico, in cui si fa appello al suo miglior senso di coesione per...
avatar Roberto Re 2 anni fa
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Empiricamente, mi rendo conto sempre più che certi processi partecipativi richiedano tempo, che non saprei quantificare, sono certo che non siano processi ad innesco istantaneo. Mi limito a processi...
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Indubbiamente la cultura partecipativa richiede tempo. Non si può che essere d'accordo su questo. Ma deve trattarsi di un tempo operoso e costruttivo in quella direzione. Le esperienze pionieristiche devono...
avatar Roberto Re 2 anni fa
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"quale ulteriore programma si ritiene plausibile proporre per i prossimi anni sulla base di quanto realizzato" nell'ipotesi di futuri community manager che auspicabilmente prenderanno servizio nei municipi,...
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Certamente. A patto che prima si stabilisca come funzionano i municipi, se hanno autonomia e su cosa, se dispongono di una propria cassa, che relazioni hanno con il centro ecc. Altrimenti la figura del community...
avatar Roberto Re 2 anni fa
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a tal proposito mi permetto di segnalare. Decentramento: costituzione del nuovo Osservatorio sulle Municipalità e nuovi sviluppi | partecipazione ed eventi a Milano e sua area metropolitana: cittadini e...
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Ringrazio, perchè la costituzione dell'osservatorio rappresenta esattamente il problema di cui si sta discutendo. E' infatti certamente cosa positiva che ci si occupi dell'operosità delle municipalità, ma si...