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Nel 2013 dopo quindici anni di attività, sensibilizzazione, Europa che diceva si, discussione politica, arriva la legge 4/2013 "professioni non regolamentate" cioè arriva in Italia la vera libertà di svolgere una professione dando così il via a un sistema "duale" delle professioni: regolamentate (avvocato, commercialista, medico, ecc.) e non regolamentate (l'agenzia di pratiche, le attività del benessere, tecnici vari, professioni digitali nuove, servizi alla persona, e molte altre per servizi verso imprese e cittadini). Attenzione "non regolamentate" è un termine che ha una accezione negativa, ma in realtà queste attività trovano invece con la legge proprio una regolamentazione.

A distanza di 10 anni però cosa è successo? La Lombardia come spesso avviene già dal 2014 promulga una legge per dare legittimità alle professioni. Nel frattempo anche la UE legiferava in varie salse e modalità dicendo all'Italia, liberalizzate determinate aree di servizio. Ne parliamo ancora oggi se pensiamo ai balneari!

Ebbene ma quanti sanno che ci sono professionisti che hanno questo requisito professionale e che sono sottoposti a regole per svolgere la propria attività. Pensiamo al benessere quanti utilizziamo servizi vari, con terminologie varie spesso incomprensibili! In molti ma nessuno sa che questa legge tutela i consumatori ma anche chi lavora bene perché ha consegnato un requisito professionale qualificante e un ruolo che va svolto con molta attenzione.

Non lo sanno i professionisti che potrebbero utilizzare questa modalità per qualificarsi; e non lo sanno i consumatori a cui la legge è dedicata. Ognuno di noi se entra in un centro olistico, dovrebbe verificare credenziali di chi ci mette le mani addosso. Ma anche chi entra in una Agenzia di Pratiche Amministrative, a Milano sono molte e molto impegnate, dovremmo chiederlo a maggior ragione visto i danni che possiamo produrre.  Chiedere se il soggetto che svolge la prestazione non solo ha la licenza per fare quel mestiere, ma anche se è qualificato per farla ai sensi di questa legge che, ad esempio nel nostro caso, pur non essendo una norma abilitante e obbligatoria, volontariamente garantisce coperture assicurative, formazione particolare, servizi di un certo tipo, ecc. Ma ogni categoria ha messo in atto aspetti distintivi che possono dare maggiore tutela.

Questa legge poi è importante per chi si avvicina all'autoimprenditorialità, magari ci sono percorsi - da verificare sempre - che garantiscono le "associazioni professionali ai sensi di legge 4 che sono iscritte presso il Mimit". Associazioni che  qualificano la professione e mettono in atto controlli e percorsi che la legge gli ha delegato, con un occhio molto attento alla deontologia.

Una norma che qualifica ma apre anche a scenari lavorativi, nuovi e vecchi riproposti. Tra l'altro una norma di stampo europeista, liberale, dinamica che consente al sistema professionale che rappresenta di adeguarsi ai tempi e non, come avviene in altri contesti di rimanere ancorati ai secoli che furono.

Una norma che sempre più si presta a qualificare il lavoratore autonomo, ma anche il subordinato che può essere incentivato a fare meglio magari domani lavorando sui contratti di lavoro di settore. Ma in primo luogo l'autonomo che qui può trovare e troverà sempre più spazio e collocazione. Se pensiamo che sempre più il lavoro si sposta sull'autonomia, ecco, da dieci anni esiste una norma che cerca di tutelare questo mondo e molte delle novità che sono giunte in questi anni sono declinate da questa norma.

Pensiamo appunto allo statuto del lavoratore autonomo! E' una di queste.

Ci piacerebbe che Milano, città aperta, visionaria in alcuni casi, dopo dieci anni, fosse lei la prima a interessarsi di questo tema e non perché sia il suo dovere. No! Perché questa norma è a tutela dei cittadini ai quali dobbiamo dare sempre più strumenti di tutela. In un'era in cui ci viene propinato di tutto, dove l'inciampo è sempre dietro l'angolo, dove la tecnologia che ci aiuta, spesso ci inganna, ecco una città che voglia dirsi attenta a tutto, dovrebbe guardare magari anche a questa nuova opzione che fino ad oggi, nessuno, e dico nessun amministratore comunale ha mai guardato.

Ad esempio a quelle funzioni che le amministrazioni locali gestiscono nei servizi sociali, sono tante le professioni che rientrano in questo ambito: consulente familiare, ecc. occupati in ASL e scuole. Ma è solo la prima delle tante "professionalità" che mi vengono in mente che potrebbero tra l'altro trovare anche un ruolo nuovo nella nostra società che è sempre più complessa.

Nicola Testa

(Presidente Unappa - Unione Nazionale Professionisti Pratiche Amministrative)

(Presidente Colap Coordinamento delle libere associazioni professionali)


avatar Giulio Beltrami 1 settimana fa
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