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Accusato di falso ideologico pluriaggravato

per la falsificazione di oltre 900 firme, naturalmente il nostro presidente della Provincia (certamente presunto innocente per almeno dieci anni) di dimissioni: nemmeno parlarne.

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_aprile_27/podesta-presidente-provincia-milano-indagato-avviso-granzia-raccolta-firme-false-regionali-2010-pdl-2004244868449.shtml

Il presidente della provincia all'epoca era coordinatore regionale lombardo del Pdl

Novecento firme false, indagato Podestà

Accusato di falso ideologico: avrebbe dato ordine di truccare le liste del Pdl alle Regionali del 2010

MILANO - Il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà, in qualità all'epoca di coordinatore regionale lombardo del Pdl, sarebbe stato il promotore della presunta falsificazione delle firme a sostegno della lista di Roberto Formigoni e di quella provinciale del Pdl per le Regionali del 2010. È quanto emerge dall'avviso di chiusura delle indagini. Podestà è accusato di falso ideologico per aver, secondo l'accusa, indicato ad alcuni rappresentanti del partito di falsificare oltre 900 firme. A rendere noto l’avviso di garanzia ricevuto è stato lo stesso Podestà sul suo sito personale (podestapresidente.it), in cui si legge che venerdì mattina gli è stata notificata l’informazione di garanzia insieme all’avviso di conclusione delle indagini.

FORMIGONI - «Sono sorpreso dalla notizia dell'avviso di garanzia al presidente Podestà, al quale esprimo convinta solidarietà. E sono sicuro che le successive fasi di approfondimento e dibattimento chiariranno l'insussistenza di ogni sostanza di reato», è il commento del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni.

CLOTILDE STRADA - Da quanto si è saputo, a «tirare in ballo» Podestà sarebbe stata Clotilde Strada, che era all'epoca responsabile della raccolta firme del partito e che è stata anche collaboratrice della consigliera regionale Nicole Minetti. Strada, indagata assieme ad altre persone tra cui alcuni consiglieri provinciali e comunali locali del Pdl nel filone principale delle indagini chiuso nei mesi scorsi, ha raccontato davanti agli inquirenti che sarebbe stato Podestà, quando stava per scadere il termine della presentazione delle liste e non si era raggiunta la quota sufficiente delle firme, ad indicare di falsificare le firme a sostegno del listino di Formigoni e del Pdl. Podestà è accusato di falso ideologico pluriaggravato (perché sono più di 5 le altre persone indagate e perché sarebbe stato il promotore) e continuato, poiché le presunte firme false sono 926. Le firme, stando alle indagini, sono state riconosciute come false dalle persone il cui nome risultava posto a sostegno della lista, ma che hanno detto agli inquirenti di non aver mai firmato. La chiusura dell'inchiesta a carico di Podestà è uno stralcio di quella principale e deriva dagli interrogatori di Clotilde Strada e da alcuni riscontri negli atti da parte degli inquirenti.

«SONO SERENO» - Podestà sul suo sito si difende: «Ribadisco la mia estraneità ai fatti che mi vengono contestati (...). Ripeto che la gestione esecutiva e gli adempimenti amministrativi della presentazione delle liste non era di mia diretta competenza, in quanto sempre stata, in ogni tornata elettorale, di responsabilità di un apposito ufficio del partito». «Quanto attinente agli atti non ha nulla a che fare con l'attività istituzionale e di amministrazione della Provincia, pertanto, sono assolutamente sereno e convinto che i dovuti chiarimenti saranno presto forniti e mantengo la mia fiducia nell'opera della magistratura».

I radicali con il «polpo-Rob» (Tam Tam)I radicali con il «polpo-Rob» (Tam Tam)

IL CASO «FIRMIGONI» - Le indagini principali, sempre per falso ideologico e coordinate dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo, erano state chiuse lo scorso ottobre a carico di 15 persone, tra cui 4 consiglieri provinciali milanesi del Pdl e Clotilde Strada. Nel corso delle indagini sono state sentite più di mille persone e 926 hanno detto agli inquirenti che le firme non erano le loro, firme definite quindi dalla Procura «apocrife». In particolare, le indagini avrebbero accertato la falsità di 618 firme presentate per la lista «Per la Lombardia» di Formigoni (a sostegno del listino ne vennero presentate circa 3800 in totale e la quota necessaria per legge è di 3500) e di 308 firme per la lista della circoscrizione provinciale milanese del Pdl. Tra gli indagati nel filone chiuso ad ottobre ci sono i consiglieri provinciali Massimo Turci, Barbara Calzavara, Nicolò Mardegan e Marco Martino. Tra gli indagati anche il consigliere provinciale di Varese del Pdl Franco Binaghi, il sindaco di Magenta (Milano) Luca del Gobbo, il consigliere provinciale di Pavia Gianluigi Secchi e quello provinciale di Monza Massimo Vergani. L'inchiesta era nata a seguito di un esposto in Procura dei Radicali che, dopo aver dato «battaglia» al governatore (da loro soprannominato «Firmigoni») nei tribunali amministrativi per chiedere l'annullamento delle elezioni si erano presentati con tre scatoloni con dentro oltre 500 firme da loro ritenute false. Nel corso delle indagini principali Podestà era anche stato sentito come teste.

Redazione Milano online 27 aprile 2012 | 18:11

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