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Inviato da avatar Fiorella De Cindio il 31-10-2014 alle 14:42

La discussione seguita all’annuncio che Milano farà un Bilancio Partecipativo è molto interessante e pertinente. Visto che ce ne stiamo occupando da un po’ di tempo (non a caso Oliverio ha dato notizia su questo thread aperto in occasione di un seminario internazionale organizzato nel gennaio 2012) cerco di contribuire con qualche considerazione alle questioni poste, in particolare da Bruno Bertini, e alla sua sollecitazione a partecipare al bando.

Sono temi che meritano una discussione molto ampia, cerco di essere breve e per quanto possibile completa.

C’è una letteratura scientifica relativamente ampia che motiva il fatto che processi partecipativi di questo tipo è opportuno siano gestiti da una parte indipendente, dalle parti in causa: il Comune e i cittadini.  Si parla per questo anche di parte terza “trusted”, cioe’ che ha la fiducia di tutti.  In un articolo del 2012 (in inglese) in cui ho raccolto queste considerazioni e fatto qualche esempio di terza parte “trusted”, ho utilizzato la metafora dell’arbitro (magari non del tutto appropriata in questo caso perchè  Comune e cittadini non dovrebbero cercare di segnare goal l’uno all’altro). Ma la metafora permette di evidenziare che un arbitro può esercitare il suo ruolo se ci sono delle regole chiare e condivise da far rispettare e quindi diventa fondamentale la definizione di un “patto partecipativo” (o per dirla con Rousseau, un “contratto sociale”)  che delinei il processo e le sue varie fasi.

Ovviamente, si aprono varie questioni che sono già emerse nel dibattito: chi e come si sceglie questa parte terza? Il fatto che si parli di un bando è già molto importante, perché di recente abbiamo purtroppo visto casi, in ambito nazionale, di consultazioni dove non è stato chiaro come siano stati scelti i soggetti incaricati di gestire i processi partecipativi (online). L’impostazione che verrà data al bando sarà determinante per chiarire criteri e modalità di scelta del soggetto indipendente, scelta  che inevitabilmente porta con sè  un orientamento verso le metodologie e gli strumenti di coinvolgimento e di conduzione del processo partecipativo.  Sarebbe quindi importante che oltre al bando siano pubblici i criteri di formazione della commissione che sceglierà tra le proposte pervenute.

Noi attendiamo con ansia il bando per capire come valorizzare sia la lunga esperienza di RCM prima e di partecipaMi poi come spazio pubblico aperto a tutte le componenti della comunità milanese, sia la più recente attenzione proprio ai bilanci partecipativi, iniziata con il workshop sopra ricordato, e proseguita con lo studio di alcune delle esperienze (a Canegrate, Cernusco L.ne, Cascina, Faenza e ancora in corso a Monza) che hanno coniugato partecipazione offline e online. L’articolo allegato (di nuovo in inglese, perchè la comunità scientifica questo impone ;-) scritto con Stefano Stortone, allora relatore al workshop e ora assegnista di ricerca al Laboratorio di Informatica Civica, fornisce una descrizione e una prima analisi di queste esperienze.

un saluto a tutti

-- fiorella

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