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Inviato da avatar Giulio Beltrami il 20-04-2021 alle 10:19

Facendo riferimento anche alla precedente Lettera Aperta al Sindaco di Gianluca Gennai e leggendo articoli di stampa su progetti di trasporto pubblico per il Recovery Fund, di cui si parla da tempo:
https://www.milanocittastato.it/recovery/recovery-milano-1-circle-line-m6-ed-estensione-delle-linee-della-metro/ 
mi rammarico che non si consideri la rivoluzione urbanistica della città da 15 minuti o a chilometro zero, invocata dallo stesso Sindaco, con tanti altri colleghi in Europa e nel Mondo, indotta da motivi ecologici oltre che pandemici.

In particolare la mia proposta HoloCity 

La furbizia con cui i virus si propagano, nello spazio e nel tempo, sfruttando la dinamica delle popolazioni, suggerisce di snellire e decongestionare le nostre organizzazioni, per fronteggiare tali e tanti “cigni neri”, adottando il paradigma “olonico-virtuale” per una SmartCity rinominata HoloCity.
Olismo da applicare sia al ciberspazio informatico e sia allo spazio fisico, per realizzare rispettivamente una Olarchia civica di autorità/potere e una Olotopia urbana di risorse umane e materiali, atteso il principio olografico per cui tutto il mondo ci sta già (virtualmente) in tasca (dello smartphone).
Olismo che supera localismi e globalizzazione con regole flessibili di confinamento e migrazione di risorse, umane e materiali, fra organizzazioni sociali, politiche e imprenditoriali.
Oltre a prevenire pandemie, la distribuzione geografica delle organizzazioni in Centri Multiservizi di Quartiere (CMQ) apre nuove opportunità di assistenza e occupazione a Km 0, compresa la manutenzione di apparati e ambienti.
Ambienti che sono preservati riducendo viaggi e trasporti superflui, energeticamente onerosi ed inquinanti.
Tutto ciò vale per Famiglia, Impresa, Scuola, Sanità, Stato e oltre.
Mentre dal punto di vista urbanistico si può intendere HoloCity come proseguimento del progetto olivettiano e della Broadacre City di Frank Lloyd Wright, con ulteriori mezzi (tecnologia dell’informazione e comunicazione) e per nuovi obiettivi (sostenibilità globale della nostra vita e lavoro).

nella prospettiva a lungo termine di una mobilità elettrica integrata (che non va intesa come auto a guida autonoma, ma come “treno” a carrozze indipendenti!), prevede la tempestiva glocalizzazione dei servizi al cittadino/lavoratore/paziente, tra cui quelli della Scuola (come in allegato), oggi fonte di grandi preoccupazioni per l’epidemia Covid 19.

E’ vero che la questione eccede il livello comunale, ma la crescita di spazi privati di lavoro condiviso (coworking) e qualche prima iniziativa pubblica di localizzazione di servizi civici, di cui leggo, rendono Milano propizia a incubare tale rivoluzione urbana.

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