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Inviato da avatar Attilio Paparazzo il 30-06-2023 alle 09:17

Penso che l'approccio all'Intelligenza Artificiale (I.A.) sia inevitabile per la scuola. Non puoi chiudere le porte a ciò che non capisci e che ti fa paura. Semmai è il contrario, pericoloso è l'eccessivo entusiasmo per questi prodotti. Se dovessi indicare ciò che più serve oggi alla scuola non mi spenderei certamente per l'I.A., ma per ridefinire i programmi dal punto di vista dei tempi necessari per lo studio e per l'insegnamento. Ovvero per correggere la dimensione produttivista dell'insegnamento/apprendimento. Oggi nelle aule scolastiche si corre molto di più di quanto avveniva in un recente passato e la spinta delle nuove tecnologie ha influito molto nel determinare lo schiacciamento del tempi. La scuola ha subito l'influenza del mercato della conoscenza veloce e ha cercato di selezionare i prodotti utili alla didattica senza aver fatto una sufficiente riflessione critica su chi governa i processi di apprendimento. Per fortuna alcuni ritardi sono stati compensati con l'esperienza e con la consapevolezza degli errori compiuti per gli eccessivi entusiasmi. Oggi la sfida dell'I.A. è molto più difficile da sostenere soprattutto se prenderà il sopravvento sulla formazione iniziale degli insegnanti. Occorre prepararsi e sicuramente la scelta della Finlandia di istruire l'1% della popolazione in I.A. indica disponibilità e preoccupazione, ma quel paese può permetterselo perchè sulle politiche per l'istruzione ha fatto scuola in Europa e nel mondo. Si racconta che negli anni '50 Pablo Picasso, assistendo ad alcune dimostrazioni sull'innovazione prodotta dei primi elaboratori elettronici, abbia affermato che quelle macchine non avrebbero avuto alcun futuro poiché erano in grado di dare risposte, ma non sapevano fare domande.

Di cosa ha più bisogno la nostra scuola?

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