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Inviato da avatar Giulio Beltrami il 09-04-2024 alle 00:52

La problematica è complessa perché attiene alla collaborazione in ambiti di interessi spesso contrastanti, per cui è giusta affrontarla da diversi punti di vista: il mio è quello di informatico passato, nell’ultimo periodo della vita, a occuparsi di informatica civica, dopo quella per le imprese e la pubblica amministrazione, in quanto tali.

SITUAZIONE

Dalla guida fornita da Oliverio Gentile, desumo che Milano sarebbe ben attrezzata, in termini di strumenti e metodi digitali di partecipazione civica, a partire dall’esperienza popolare della “Rete Civica di Milano”, fino a quella comunale di “Milano Partecipa”, culminata nell’Assessorato alla Partecipazione 

Ma solo sulla carta, o meglio solo sulla rete, perché tali preziose iniziative non hanno trovato nel tempo adeguata partecipazione, né dei cittadini, né della pubblica amministrazione:

  • RCM per l’ignavia dell’Accademia che l’aveva promossa e per le gelosie di una pubblica amministrazione, che ha stentato a mettersi al passo con i tempi dell’informatica civica, per cui ha partecipato a macchia di leopardo e infine ha pensato di poterla abbandonare.
  • “Milano Partecipa” perché, siamo sinceri, l’investimento tecnico ed organizzativo non ha avuto ritorno elettorale, in un clima politico regressivo sulla partecipazione, che ha anche visto esternalizzare la spinosa discussione sullo Stadio.

MORALE

Malgrado tanti discorsi e promesse politiche, né la cittadinanza, né l’amministrazione, sono ancora abbastanza mature per avvantaggiarsi di tali e tante opportunità digitali.

Viceversa troppi servizi digitali dispongono di modalità d’uso problematiche (Ce l'hai lo SPID?), per cui potrebbero avvantaggiarsi dalle critiche e dai suggerimenti di utenti più smaliziati.

Per altro abbiamo visto come sono naufragate, con equivoci ed abusi, soluzioni digitali forzate dall’alto, come quella della piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle.

QUINDI

Sarebbe opportuno fare un passo indietro, ricordando l’impegno nell’alfabetizzazione digitale che caratterizzò la nascita di RCM, per prepararci a due passi avanti, nel superare le remore e far maturare il diritto dei cittadini a partecipare alla gestione di Milano, con le comodità del digitale. 

In particolare partecipaMi potrebbe essere riconsiderato come “palestra” della cittadinanza digitale milanese, per la facilità e flessibilità di dibattimento informato, che fa aggio sulla proceduralità istituzionale di “Milano Partecipa”, e per l'alleanza di enti del terzo settore su servizi per la cittadinanza digitale, come ad esempio la valutazione delle competenze e la intelligenza artificiale.

La potenzialità della Fondazione RCM nel promuovere la cittadinanza digitale, esprimibile anche in questa fase di autosostentamento, è foriera di finanziamenti ad hoc, nella prospettiva di ri-motivare la pubblica amministrazione, mentre diffonde la consapevolezza dei diritti e dei doveri della cittadinanza digitale.

I 9 elementi della Cittadinanza Digitale

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