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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 16-07-2012 alle 11:00

L'intervista del Corriere della Sera al Sindaco, Pisapia: uniti faremo rinascere Milano - In giunta no a giochi individuali

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_luglio_16/intervista-pisapia-uniti-risorgere-milano-riqualificazione-2011024897947.shtml


L'INTERVISTA AL SINDACO

Pisapia: uniti faremo rinascere Milano
In giunta no a giochi individuali

Se guardo avanti non vedo nero: questa città ce la farà a riprendere il posto che le spetta in Europa e nel mondo

Giuliano Pisapia, disegno di Fabio SironiGiuliano Pisapia, disegno di Fabio Sironi








Sindaco Giuliano Pisapia
, un anno complicato tra crisi economica, aumento delle tasse, disoccupazione. È questa la Milano che aveva in testa quando si è candidato?
«Abbiamo ereditato una situazione difficile e ai trucchi del bilancio comunale, alla paralisi di ogni progetto di chi adesso grida scomposto ma prima ha governato per 17 anni, si è aggiunta la gravissima crisi nazionale e mondiale. Siamo arrivati al governo della città nel momento più nero, con i tagli agli enti locali, con tasse nominalmente comunali ma i cui introiti vanno al Governo, con un aumento della disoccupazione non solo giovanile, con i ceti medi e le famiglie che non ce la fanno più. Questa crisi è peggio del '29».

Vuol dire che Milano si deve attendere un altro anno cupo?
«Se guardo avanti non vedo nero: Milano ce la farà a riprendere il posto che le spetta in Europa e nel mondo. Dopo aver rimosso le macerie nel primo anno, adesso passiamo alla fase 2. Che vuol dire far partire i cantieri, dare nuova occupazione, lanciare gli investimenti, investire nella green economy che è il futuro. Ho fiducia che nei quattro anni che ci mancano - un anno basta a gettare le basi, per alzare i muri della casa ci vuole un tempo più lungo - riusciremo a ricostruire Milano, a far rinascere la città così come è stato fatto dopo le macerie della guerra. L'Expo sarà una delle nostre occasioni».

La Fase 1 ha comportato molti sacrifici per i milanesi. È pentito?
«Certo non è stato e non è facile in questo periodo nero per tutti. Sono consapevole che la campagna elettorale aveva creato tante attese, ma ho sempre detto che non avevo la bacchetta magica, che per un cambiamento profondo ci sarebbero voluto alcuni anni. E allora non si poteva immaginare una crisi così dura. Però l'impegno mio, della giunta, del Consiglio ha portato a tante iniziative concrete e positive...»

Cosa avete fatto?
«Ci siamo impegnati con tutte le nostre forze per aiutare i tanti che si sono trovati in difficoltà - dai fondi anticrisi, al finanziamento anche col microcredito di nuove imprese per creare nuova occupazione ed evitare nuovi licenziamenti - abbiamo diminuito gli affitti del 20-30% in molti quartieri popolari, abbiamo cercato di dare assistenza e contemporaneamente creare occasioni di sviluppo. Con Area C abbiamo combattuto efficacemente con successo il traffico e lo smog in città...».

E avete aumentato sensibilmente le tasse...
«All'opposizione che continua a ribadire che non abbiano fatto altro che far pagare più tasse voglio solo ricordare che le tasse sono la conseguenza di scelte del governo nazionale e che non ho voluto e votato io. E che, in ogni caso, a differenza di molti casi che riguardano i loro presidenti di Regione e i loro sindaci non abbiamo tagliato servizi a abbiamo la tassazione locale (Irpef e Imu prima casa) minore di tutta Italia e con una esenzione maggiore di tutto il Paese. Vadano a vedere cosa è successo a Roma e Verona».

Resta il fatto che le tasse sono aumentate.
«Abbiamo agito nell'unico modo responsabile ma abbiamo l'orgoglio di aver avuto come bussola l'equità. A Milano paga di più chi ha di più, è il nostro tentativo di applicare la giustizia sociale, e i principi costituzionali di equità e progressività delle imposte. Nessuno vorrebbe mettere tasse ma un conto è fare demagogia quando si è all'opposizione, altro è avere come punto di riferimento equità e giustizia sociale. Agiamo su più fronti: equità, sviluppo e cultura. Ho vinto le elezioni come uomo di sinistra e sono riuscito ad essere coerente con me stesso all'interno di un'ampia coalizione di centrosinistra».

Pisapia, sindaco di sinistra. Si continua a parlare del Modello Milano e ognuno lo cita pro domo sua. Anche gli assessori che si sono candidati alle primarie del centrosinistra.
«Domani (oggi per chi legge, ndr ) insieme al ministro Barca, che si può definire l'ala sinistra del governo Monti, presentiamo un libro che ha una tesi: quella che il buon governo è possibile. Io credo che sia così: è un compito difficile, oggi stretto tra il populismo, l'antipolitica e il conservatorismo. Ma è quello che oggi chiedono i cittadini. L'esperimento Milano è la prima risposta alle nuove istanze dei cittadini. La mia squadra - a cominciare da me - è fatta di persone che hanno accettato di dedicare al servizio della città un tratto di strada e di farlo nel nome di una visione comune. Siamo un esempio di un governo di una grande città costruito sulla competenza, non sul manuale Cencelli. E deve essere chiaro - e l'ho detto più volte - che tra di noi non c'è spazio per chi gioca partite individuali. L'amministrazione Pisapia è nata su questi presupposti e li difenderò fino in fondo. Avere come punto di riferimento se stessi e non il bene generale per me è inaccettabile. Questo porta all'antipolitica o alla demagogia inconcludente».


Da più di un mese si fanno sempre più insistenti le voci di un rimpasto della sua squadra.
«Al momento non penso a rimpasti soprattutto dopo l'ultimo incontro che abbiamo avuto con gli assessori, tutto teso a rafforzare la coesione della giunta. Lo ripeto: per me è fondamentale che chi fa parte della squadra lavori per la città e non pensi al proprio interesse personale o politico».

Aspetta le politiche per il rimpasto?
«È del tutto evidente che quando ci saranno le politiche potrebbero cambiare gli scenari. Non tanto, almeno me lo auguro, a livello di coalizione, ma a livello di persone. Se faranno altre scelte il rimpasto diventa obbligatorio».

C'è sempre Expo sullo sfondo. È preoccupato? Manca ancora la nomina del commissario per il Padiglione Italia. E non ci sono ancora le deleghe per il commissario straordinario.
«Expo sarà il motore del rilancio dell'Italia che, ancora una volta, partirà da Milano. Sul Padiglione Italia la preoccupazione esiste, però mi e stato assicurato che il governo darà la sua indicazione in tempi brevissimi. Per le deleghe bisogna aspettare che i due decreti del governo diventino legge. Il professore Giovanni Maria Flick ha dato la sua disponibilità gratuita a collaborare e il fatto che un presidente emerito della Corte costituzionale si metta a disposizione di Expo è un buon segnale e una garanzia per tutti».

Palazzo Marino sta lavorando sul brand Milano. A che punto siete?
«Il brand Italia è costruito sulla cultura, sulla bellezza e sulla qualità, a partire da quella del cibo. È tutto quello che Expo metterà sulla vetrina del mondo».

E il brand Milano?
«Stiamo lavorando anche su quello. Il brand Milano è conosciuto in tutto il mondo ed è composto da tanti elementi. Tra questi a esempio i giovedì di Milano che non sono i giovedì dello shopping ma un'iniziativa a cui tengo molto, con i musei aperti, le mostre gratis e tanti incentivi per i milanesi e i turisti. Vogliamo creare le condizioni per cui i turisti che vengono in città e non si fermano più di due giorni, arrivino il giovedì e restino per tutto il week end».

Maurizio Giannattasio 16 luglio 2012 | 10:58

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