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Inviato da avatar Alfredo De Giorgi il 09-07-2014 alle 01:56

La ringrazio per la risposta Lucilio che senza dubbio denota un attento studio della situazione e delle possibili problematiche anche se molto legate ad una mentalità italiana, decisamente arretrata sulla mobilità ciclistica. Peraltro ritengo folle l'atteggiamento di alcuni a politicizzare la scelta della mobilità alternativa all'auto come nera rossa o gialla, non ha alcun senso.

Ho percorso più volte lo Stroget, confesso ero in sella, ma evidentemente zona impraticabile ad una bici similarmente a quello che potrebbe essere Corso Vittorio Emanuele.

Ma a Milano, per come è conformata, non si possono escludere alcuni percorsi che non trovano alternative. Non è pensabile obbligare una bici a seguire la circolare come fosse un'auto, dovendosi respirare i gas di scarico e facendo giri assurdi.

Comprendo certamente la pericolosità del rapporto bici-mezzi pesanti anche se la ritengo di gran lunga inferiore al rapporto bici-pedone. La convivenza della bici nel traffico, con strade ben tenute e non piene di buche, lastroni e rotaie, è molto più sicura in strada con le auto che non in via Dante.

Personalmente, e passo in piazza castello ogni santo giorno visto che abito in zona, non ho mai avuto alcun problema senza la ciclabile ma al contrario tra fontana e cairoli è un incubo assurdo.

Ho visto anche la ciclabile di viale Tunisia e, le assicuro, che quando sarà finita mi guarderò bene dall'utilizzarla, una follia pericolosissima per chi pedala appena sul serio.

Io non credo sia una questione di pareri ma esclusivamente tecnica. Un ciclista NON può usare le ciclabili milanesi se vuole mantenersi sano e non uccidere qualcuno. Avrà certamente riscontrato anche lei come spesso i percorsi ciclabili non siano utilizzati, neppure dalle signore con cestino, o quelli che definisco ciclopedoni. Questa categoria non rappresenta la mobilità alternativa ma il pedone al quale fa fatica camminare. Un ostacolo alla mobilità ciclistica che si desiderebbe appena simile a quella delle città del nord europa.

Bisogna decidersi: o si fanno ciclabili vere oppure la mobilità verrà solamente bloccata. Le auto saranno rallentate, le bici impazziranno ed i pedoni salteranno in ogni dove come al solito con incidenti e scontri continui. E' quello che accade ora.

Spero inoltre che la questione di fiere, sagre e raduni in piazza castello siano eventi che non si debbano realizzare. Il luogo non è adatto a simili pagliacciate, come quelle viste in questi ultimi mesi. Sono ultracerto che anche quando la ciclabile ora in costruzione sarà utilizzabile verrò invasa da pedoni e ciclopedoni che la renderanno impraticabile e così i ciclisti si troveranno a dover fare sensi vietati ed altro, come accade da quando la piazza è stata pedonalizzata. Io non sono assolutamente d'accordo con questa operazione. Era necesaria una modifica nella viabilità, ma così è una follia peraltro totalmente inutile e solo dannosa soprattutto per chi pedala.

Riassumendo continuo a temere che tutti questi denari spesi non potranno cambiare nulla ed anzi si riveleranno dannosi per chi ora si muove in bici ed in moto disdegnando l'auto rimanendo le stesse semi deserte come accade ora sulle  esistenti. Nulla di lontanamente simile a quelle nordiche prima menzionate.

Sono stato nel frattempo per la prima volta a Barcellona dove ho potuto "assaporare" la ciclabilità di quella città in due giorni con la moglie avrò fatto 120 km, l'ho girata tutta. Ebbene ho riscontrato molti dei problemi milanesi, solo un po' meno accentuati, ma posso garantite, da ciclista, che come sono fatte non funzionano bene. Sono anche loro mal realizzate e pericolose in gran parte anche se più utilizzabili che a milano.

Attenzione poi a non fossilizzarsi solo sui pur numerosi incidenti mortali, la maggior parte accadono fuori città o per completa inesperienza del pedalatore (non tutti) ma va ricordato l'enorme numero di piccoli incidenti, anche con gravi conseguenze, di investimenti tra ciclisti e pedoni, ciclisti e ciclisti, e cadute dovute allo stato delle strade, alle auto parcheggiate in sosta vietata che nella gran parte dei casi sfuggono alle statistiche che rimangono appannaggio dei pronto soccorso.

Mi diceva un amico che lavora in uno di essi che l'incidente più diffuso in assoluto a milano è il cicliste che investe sul marciapiede il pedone che esce dal portone. Sono sicuro che questi dati non vi sono forniti e sono ignorati da giornali e via dicendo in quanto mai denunciati.

Mi riservo ulteriori osservazioni quando potrò provare la realizzazione, visto che porterebbe a casa mia. Sempre che non mi ammazzi prima percorrendo duomo-orefici-dante .. credo sia meno pericoloso pedalare in tangenziale .. perchè appunto non è la velocità il problema ma la probabilità che avvenga un urto e se becco un pedone a 30 km/h anche fosse su una ciclabile è morto ed io con lui probabilmente.

Graze e a presto.

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