Nuovo Parco (dei 600) di Via Fabrizi: a quando l'apertura ?
Il " Parco dei 600 " di Via Fabrizi, compie 2 anni.
Alla luce dei fatti è chiuso, in attesa di qualcuno che si prenda l’onere di azzerare le problematiche ancora insistenti e quanto rimasto da fare e “post” l’onore di inaugurare l’area.
Resta ancora da fare l’adeguamento del parapetto che si affaccia sulla bocca di aerazione, ad oggi probabilmente inadeguato anche se, in parte, rispondente alla normativa ( altezza minima 1 mt ), purtroppo non risponde all’aspetto delle maglie, infatti la norma stabilisce la larghezza massima non maggiore di una sfera di D. = 10 cm. ( D.M. 236/89 ).
E’ infatti recepibile l’orientamento normativo antivandalismo, adottato sui cavalcavia autostradali dove i parapetti sono stati innalzati ad una altezza variabile dai 2 mt ai 3 mt a seguito degli atti criminali attuati da ragazzetti annoiati e figli del "nulla" che spesso accompagna l'età pubica.
C’è da dire che in ambito " trattativa con il comune ", negli uffici dell’assessorato allora guidato dalla Sign.ra Rozza, oggi passata assessora alla sicurezza, per cui ancora interessata all'argomento, furono fatte, anche dal sottoscritto, delle proposte circa l’idoneità di una bocca di aerazione, adeguatamente protetta e monitorata, sia in termini di inquinamento rilasciato in ambiente, sia in termini di contenimento dei rumori, sia in termini di sicurezza.
Tuttavia insisto su una mera antinomia, un parco dove convivranno il senso ecologico e aggregativo volto al benessere della comunità e un sistema aeraulico che aumenta il rischio di respirare una bella % di fumi di scarico dei veicoli in transito, indotti verso la bocca di aerazione da leggi fisiche ineluttabili date dai fisici Venturi e Bernoulli ( in vulgo " effetto camino " ).
All’ora furono fatti anche dei preventivi, commissionati direttamente dal comitato, onde recepire e proporre un ulteriore senso di collaborazione con i tecnici impegnati nella trattativa e per favorire quel momento di " calma apparente " tra il comitato e l'assessorato.
Si parlò di barriere trasparenti che potevano alzare il perimetro della bocca, onde convogliare verso un punto più alto gli scarichi, certamente abbattuti in parte dalle pareti chimico/fisiche molto efficaci e dagli asfalti catturasmog, ma non totalmente.
Trovo inutile scrivere che i parchi sono frequentati spesso da bambini e persone molto adulte anche per molte ore. Certamente la loro sensibilità respiratoria non è da trascurare, visto l'inquinamento già abbastanza alto anche se in calo e contrastato da una serie di misure antismog.
Non di meno, nel parco manca la videosorveglianza, in particolare proprio a ridosso dell’apertura di ventilazione, certamente deterrente contro eventuali malintenzionati che volessero divertirsi con il lancio di oggetti proprio nella bocca, magari durante il passaggio delle vetture.
Non ultimo il nome da attribuire all’area, pur essendo già stato scelto da una maggioranza di persone del quartiere, attraverso il voto " social " proposto dal Comitato Quartoggiaro, quando furono proposti diversi nomi con tanto di motivazioni.
Al netto di quanto sopra, si attende un'atto di responsabilità da parte dei diretti responsabili e il " taglio del nastro ".
Gianluca Gennai