Perdiamo il suolo ma non il vizio
L’area di Vaiano Valle si incunea nella città, testa di ponte del Parco Sud. Ma non tutta. Circa 48 ettari restano fuori dalla protezione del parco; un terreno agricolo cuscinetto, tra il parco e la città urbanizzata.
Eppure furono strappati tanti anni fa dalle mani di un palazzinaro (le famose aree d’oro), aree che ora ricominciano a tremare al suono della parola: piano attuativo.
Il Piano Attuativo PA/1c – Vaiano Valle nord è un piano che consuma suolo. Vaiano Valle nord è una striscia di terreno di circa 8 ettari; su quest’area incombe un lotto di edificazione di 3 ettari a edilizia libera, prezzi stellari. Questo terreno è completamente agricolo e fa parte della Cascina Valle, inclusa nell’area.
Buona parte è recintata in plastica arancione e la fase istruttoria è ancora in corso.
Poi c’è Vaiano Valle sud, un’area di 29,4 ettari, anch’essa stretta tra il tessuto urbano e il Parco Sud.
In uno studio del 2019, 17 ettari erano destinati a case e servizi. Nel PGT attuale l’area è definita come AS/2, ambito di salvaguardia, ma c’è un 10% di questo ambito che non rientra nell’acquisizione integrale del Comune, 2,94 ettari circa. Anche Bellarmino, AS/1, di 16,7 ettari gode della stessa sorte; 10% dell’ambito che non rientra nell’acquisizione integrale.
Poco conta che il corriere del 27 agosto del 2015 ci diceva che finalmente le aree sarebbero tornate al Comune entro la fine di quell’anno. Ottimismo estremo? I 54 ettari sono ancora qui (su Vaiano Nord avevo contato solamente la parte edificata), nell' attesa di fregiarsi dello stemma del Parco Sud.
Siamo nel 2024, anno di un momento storico dove consumare suolo non dovrebbe trovare spazio nemmeno nei sogni del più crudo degli urbanisti. Ma ancora leggiamo che è in corso un’istruttoria per cementificare 3 ettari (+5 che non si sa come saranno trattati) di suolo libero, agricolo, mettendo case, strade e altro e che ci sono due 10%, di territorio non “integralmente acquisito” dal Comune che son lì, in attesa di un destino che al momento non pare essere il Parco Sud. Noi milanesi non possiamo permetterci il lusso di lavorare, mangiare, dormire, andare a spasso e in vacanza. A quanto pare, dovremmo passare la nostra vita a far la guardia, per evitare di essere seppelliti sotto uno spesso sudario di calcestruzzo.