Gli scali FS non riguardano solo l'urbanistica ma l'esistenza o meno della politica pubblica

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

SCALI FERROVIARI. SOTTOSCRITTO L’ACCORDO PER IL GRANDE PIANO DI RIQUALIFICAZIONE DELLE 7 AREE DISMESSE

Oltre 675mila m^2 di verde, 97 milioni di euro per la Circle Line, 32% delle volumetrie per funzioni non residenziali, 3.400 alloggi per le fasce sociali più deboli: ecco come cambierà Milano nei prossimi 20 anni

Milano, 22 giugno 2017 - Oltre 675mila m^2 di verde, pari al 65% della superficie territoriale, 97 milioni di euro per interventi sulla Circle Line, almeno il 32% delle volumetrie complessive destinate a funzioni non residenziali, almeno il 30% delle volumetrie complessive destinate a residenza sociale e convenzionata, ridistribuzione delle volumetrie verso gli scali di maggior dimensione.

Sono i punti chiave dell’Accordo di Programma sottoscritto oggi presso lo Scalo Farini da Comune di Milano, Regione Lombardia, Ferrovie dello Stato Italiane con Rete Ferroviaria Italiana e FS Sistemi Urbani, e Savills Investment Management Sgr (proprietaria di una porzione di area all’interno dello scalo Farini) per la riqualificazione dei 7 scali ferroviari dismessi, che insieme occupano una superficie di 1.250mila m^2, di cui circa 200mila rimarranno a funzione ferroviaria. Si tratta del più grande piano di rigenerazione urbana che riguarderà Milano nei prossimi 20 anni, uno dei più grandi progetti di ricucitura e valorizzazione territoriale in Italia e in Europa. L’Accordo recepisce le richieste indicate lo scorso novembre dal Consiglio Comunale e le istanze emerse durante il lungo percorso di partecipazione e dibattito pubblico che ha visto il coinvolgimento di oltre 60mila persone.


Verde e spazio pubblico

L’Accordo prevede di destinare almeno il 65% della superficie territoriale totale, pari a oltre 675mila m^2, ad aree verdi e spazi pubblici. Si tratta di un incremento di circa 130mila m^2 rispetto alla precedente ipotesi di accordo. Oltre ai 675mila m^2 saranno realizzati circa 200mila m^2 di connessioni ecologiche lungo i binari ferroviari, compreso il progetto Rotaie Verdi sulla cintura sud della città e il percorso ciclopedonale lungo i binari in direzione Chiaravalle. Tutti gli scali dovranno avere almeno il 50% delle aree a verde. In particolare, verranno realizzati un grande parco unitario di oltre 300mila m^2 allo Scalo Farini, che diventerà così il terzo più esteso della città insieme a Parco Montestella dopo Lambro e Sempione, un parco di 90mila m^2 a Porta Romana e un’oasi naturalistica di 140mila m^2 (pari al 100% della superficie totale dello scalo) a San Cristoforo.


Circle Line

La realizzazione della Circle Line è un elemento centrale per lo sviluppo sostenibile della Città Metropolitana. Nel prossimo decennio Ferrovie dello Stato Italiane investirà circa 1 miliardo di euro sul sistema ferroviario del nodo milanese. Legati all’Accordo di Programma vi sono 97 milioni di euro di investimenti finalizzati alla costruzione e all'ammodernamento delle stazioni lungo la Circle Line. Oltre ai 50 milioni generati dalle plusvalenze che si avranno a seguito dell’alienazione delle aree, infatti, 22 milioni andranno a finanziare le nuove stazioni di Tibaldi e Romana, 5 milioni integreranno gli investimenti per migliorare l’accessibilità della stazione di Greco Pirelli, 20 milioni saranno destinati alla nuova stazione di Dergano (previo studio di fattibilità) o in alternativa ad un altro intervento sulla linea.

I 50 milioni, garantiti da FS anche qualora le plusvalenze risultassero inferiori, consentiranno di finanziare lo studio di fattibilità per lo sviluppo della cintura nord della Circle Line che confermerà l'esatta collocazione delle nuove stazioni, costruire la nuova stazione di Stephenson e realizzare i necessari adeguamenti per le stazioni di San Cristoforo, Greco-Pirelli e Romolo. Il 50% delle plusvalenze che potranno aversi oltre i 50 milioni già citati, inoltre, andranno a finanziare ulteriori interventi sul nodo ferroviario milanese.


Oneri ed extraoneri

Saranno 214 milioni di euro gli investimenti legati all’urbanizzazione delle aree. Oltre ai 133 milioni di euro di oneri di urbanizzazione che, secondo le stime, gli operatori dovranno versare all’Amministrazione, sono previsti extraoneri pari a 81 milioni di euro (80 milioni da parte di FS Italiane e 1 milione da parte di Savills Investment Managment Sgr) - suddivisi in 46 milioni per la trasformazione di Farini, 30 milioni per Romana e 5 milioni per  Genova - destinati alla realizzazione di opere di accessibilità e riconnessione delle aree.


Volumetrie

L’Accordo prevede un indice di edificabilità medio dello 0,65 (pari all’Adp 2015), con la ridistribuzione delle volumetrie previste nel precedente Accordo al fine di garantire un migliore mix abitativo negli scali di maggior dimensione e la concentrazione degli alloggi nelle aree con maggior disponibilità di servizi e trasporti. In particolare, si costruirà meno a Lambrate (-10mila m^2 pari a una riduzione del 30%), a Greco (-4mila m^2 pari a una riduzione del 14%) e a Rogoredo (-4mila m^2 pari a una riduzione del 20%). L’incremento volumetrico si realizzerà invece allo Scalo Romana (+ 14mila m^2 pari a un aumento del 9%) e a Porta Genova (+4mila m^2 di edilizia sociale pari a un aumento del 10%).

Oltre il 32% delle volumetrie complessive saranno destinate a funzioni non residenziali (uffici, commercio, manifattura, artigianato, logistica, servizi privati…). Nel precedente Accordo il vincolo riguardava solo il 6% delle volumetrie. L’incremento più significativo riguarda gli scali di Farini e Romana, mentre viene confermato il vincolo del 70% di non residenziale a Porta Genova.  Confermato inoltre il divieto di costruire centri commerciali e grandi strutture di vendita.

Tutte le previsioni sulle trasformazioni della popolazione milanese degli ultimi 5 anni e le stime sui cambiamenti futuri concordano in un incremento dei cittadini concentrato in particolare nella fascia 20-40 anni. Per rispondere al fabbisogno delle fasce sociali più deboli, almeno il 30% del costruito (di cui 40% in locazione, pari a circa 1.360 alloggi) sarà destinato ad housing sociale (23%) ed edilizia convenzionata ordinaria (7%). Per quanto riguarda l’housing sociale, saranno realizzati circa 2.600 alloggi per una superficie di 155mila m^2, di cui 2/3 (100mila m^2) realizzati negli scali centrali di Farini, Romana e Genova. Tra questi, saranno realizzati 370 alloggi a canone sociale di cui 305 a Farini e Romana.  L’edilizia convenzionata ordinaria rappresenta un’ulteriore novità rispetto alla precedente ipotesi di Accordo: si tratta di circa 800 alloggi destinati al ceto medio, in vendita, in affitto o in affitto a riscatto, concentrati a Farini e Romana. Negli scali di Lambrate e Greco l’housing potrà essere destinato a residenze universitarie. Esclusa quindi la parte non residenziale,  il 44% degli alloggi da realizzare rientrerà nelle categorie di edilizia sociale o convenzionata. La quota massima prevista per la realizzazione di edilizia residenziale libera è limitata al 38% dell’edificabile.


Funzioni

L’Accordo delinea le vocazioni funzionali per i singoli scali previsti nella mozione di iniziativa consiliare e indicate dai Municipi. In particolare, si prevede la realizzazione di un’oasi naturalistica a San Cristoforo, funzioni legate alla moda e al design a Porta Genova, un grande parco unitario a Farini, che potrà ospitare anche funzioni pubbliche, attività connesse al mondo universitario a Lambrate e Greco, attività di natura culturale e connesse al distretto dell’agricoltura innovativa a Porta Romana.

L’Accordo di Programma è accompagnato dal Documento di Visione Strategica redatto dagli uffici comunali con il supporto del Politecnico di Milano e approfondisce i temi posti dalla delibera e dalla mozione di iniziativa consiliare e i temi toccati nel corso del dibattito nei Municipi. Il documento sarà alla base delle linee guida per la definizione dei bandi di concorso per i masterplan e per le fasi attuative. L’Accordo definisce l’obbligo per gli operatori di sviluppare concorsi aperti in due gradi per i masterplan di Farini, Romana e Genova, oltre che per i parchi, gli spazi pubblici e gli edifici pubblici più rilevanti su tutte le aree. L’accordo fissa inoltre l’obiettivo di avviare le procedure concorsuali per il masterplan dello scalo Farini nei primi sei mesi dall’approvazione dell’Accordo. Si prevede infine il ricorso a bandi per gli usi temporanei degli scali, preferibilmente per funzioni ed attività legate ai giovani.

La regia pubblica del processo di trasformazione urbanistica delle 7 aree sarà garantita anche attraverso la prosecuzione dell'importante percorso partecipativo finora realizzato. L’Accordo sottoscritto oggi dovrà essere ratificato dal Consiglio Comunale entro 30 giorni.


I sette scali ferroviari

Le aree dei sette scali ferroviari dismessi – Farini (618.733 m^2) Greco (73.526 m^2), Lambrate (70.187 m^2), Porta Romana (216.614 m^2), Rogoredo (21.132 m^2), Porta Genova (89.137 m^2)  e San Cristoforo (158.276 m^2) – rientrano tra i beni immobili trasferiti all'ente “Ferrovie dello Stato” (istituito con Legge n.210 del 17/05/1985), parte del patrimonio su cui l'ente ha piena disponibilità secondo il regime civilistico della proprietà privata. Nel perimetro delle stesse sono ricomprese sia aree ormai dismesse sia aree ancora strumentali all'esercizio ferroviario. La società FS Sistemi Urbani, controllata al 100% da Ferrovie dello Stato Italiane, ha il mandato di valorizzare le proprietà del gruppo non strumentali alle attività di trasporto in tutta Italia.

Un tempo elementi fondamentali del funzionamento economico, sociale e infrastrutturale della città, oggi questa aree rappresentano elementi di discontinuità per il suo sviluppo, essendo per buona parte degradate e in stato di abbandono. A partire dal 2005 il Comune di Milano, Ferrovie dello Stato Italiane e Regione Lombardia hanno iniziato a definire gli obiettivi e il percorso per la trasformazione urbanistica degli scali dismessi connessa al potenziamento del sistema ferroviario milanese.

La rigenerazione degli scali ricucirà i vuoti urbani tra centro e periferia, creando nuovi quartieri caratterizzati da un mix funzionale e abitativo, un’infrastruttura verde diffusa e un sistema di mobilità sostenibile capillare.

Oltre che sottoscrivere questa replica di Fiorello Cortiana gradirei che uno o più rappresentanti della maggioranza che ha sottoscritto l'accordo risponda nel merito.

É dovere civico nei confronti dei cittadini, soprattutto di coloro che spendono con convinzione tempo ed energie per far valere i loro diritti in rappresentanza di molti altri.

........e le associazioni (come la nostra) che hanno redatto una proposta in 2 giorni devono raccogliere 300 firme per poterla esporre.

Non era il caso di allungare questi tempi di convocazione?

Una assemblea pubblica per parlare di questo tema non può essere genericamente estesa a TUTTI i cittadini milanesi, ma deve riguardare quanti abbiano un qualche titolo per potersi esprimere con cognizione di causa. Il vulnus è a monte, non tanto adesso, perchè i cittadini TUTTI avrebbero dovuto essere chiamati ad esprimersi in forma referendaria su alcune "linee guida" alternative, da cui far poi discendere tutta la progettazione. Ma manca qualsiasi volontà di attribuzione ai cittadini dei loro diritti sovrani di scelta, che si intendono delegati in toto nel momento elettorale ad un manipolo di persone con poteri pressocchè assoluti di scelta su qualsiasi tema.

Facevo parte del Consiglio di Zona 4, per Italia dei Valori, quando hanno presentato il primo(?) progetto per lo Scalo Romana e, come opposizione, ma anche come cittadino, presidente dell'Associazione accreditata "Il Gabbiano" e Segretario Nazionale del Comitato Cittadino Democrazia Diretta (CCDD), ho chiesto a gran voce che fossero i Cittadini a decidere cosa fare delle aree dismesse che appartengono alla Comunità, ma non c'è stato nulla da fare: abbiamo detto no al progetto chiedendo numerose modifiche ma la comunicazione "edulcorata" del Presidente di Commissione non ha fatto cenno delle mie proposte...

Poi hanno inventato la "partecipazione" con regole così assurde per escludere i Cittadini, tanto che nelle varie "assemblee" non c'è stata la possibilità di intervenire se non per i soliti noti...

Adesso per poter intervenire alla prossima assemblea sarà necessario, anche per le associazioni qualificate di raccogliere 300 (TRECENTO) firme in due giorni: oltre il danno, la beffa!

Certo, il percorso indicato da te, Franco Puglia, sarebbe stato l'ideale, ma avrebbe tolto a chi siede al "potere" di fare ciò che più gli aggrada.

Io dico ancora: VERGOGNA!

Hai ragione, caro franco, ma la situazione del Municipio 9 è abbastanza anomala, perché la maggioranza di centro destra è minoranza in Comune e quindi, pur di colpire, dove più serve, il potere, fa buon viso a cattico gioco in... periferia!

Comunque devo notare due cose molto importanti:

1) partecipaMi dovrebbe servire per far dialogare i cittadici, si tra di loro, ma principalmente con l'Amministrazione della Città: perché in questa discussione, come, con qualche rara eccezione, in quasi tutte le altre si parla solo tra di noi?

2) Il nostro difetto è la frammentazione: siamo una miriade di associazioni con gli scopi quasi identici e, come tali abbiamo pochissimo peso nelle discussioni e nelle eventuali "trattative". Ma abbiamo "paura" ad unirci perché ognuna teme di perdere la propria identità, mentre solo con l'unione si possono ottenere i numeri per poter veramente contare. Sappiamo tutti che uniti si vince, ma temiamo l'unione.

Cosa aspettiamo a vincere la paura e a formare una grande forza associativa per la Democrazia Diretta?

Grazie Assessore Lipparini per il chiarimento sui dettagli per la partecipazione all'udienza pubblica del prossimo martedì.

Ci conforta saperla sempre impegnato su un tema che è la colonna portante del suo assessorato, anche in questa condivisione di legittime critiche e perplessità.

In ogni caso la sensazione (appena testata da CCC in una audizione concessaci lo scorso mercoledì in Commissione Cultura alla Municipalità 9) è che la partecipazione del cittadino alle decisioni degli eletti da parte degli schieramenti politici della attuale maggioranza sia ben comunicata nei programmi e negli spot ma mal digerita nei fatti.

Sono a sua disposizione per i dettagli che, per riservatezza e rispetto della Commissione e del suo Presidente che ci ha dato l'opportunità di presentare la nostra iniziativa confederale, preferisco non divulgare con la speranza che rimangano un caso isolato.

Come in ogni occasione pubblica, da Presidente della nostra Associazione, rivolgo ai nostri interlocutori l'appello a sostenere la nostra primaria istanza statutaria per incentivare la partecipazione del cittadino alla vita civica ed alle decisioni strategiche per il futuro della nostra città sottolineando l'importanza del suo impegno e del suo assessorato, occasione unica e forse irripetibile per Milano, oltre che la diffusione di questo portale che sopravvive grazie al generoso impegno del suo staff con pochissime risorse.

Buon lavoro

Ricevo da radicalimilano@gmail.com e pubblico di seguito:

Radicali/Udienza Pubblica Scali Ferroviari:
necessario modificare il regolamento per attuare la partecipazione statutaria

Comunicato stampa di
Barbara Bonvicini, segretario dell'Associazione Enzo Tortora Radicali Milano
e Lorenzo Lipparini, Assessore alla Partecipazione e alla Cittadinanza Attiva del Comune di Milano

Milano, 11 luglio 2017

L'udienza pubblica, svoltasi per la prima volta stamattina, è un istituto fondamentale per la partecipazione dei cittadini alle scelte che riguardano il futuro della città e un'occasione in cui vengono posti all'amministrazione argomenti utili ad indirizzare scelte consapevoli e inclusive. In futuro dovrà esserne incentivato il ricorso da parte dell’amministrazione e servirà rivedere il regolamento per la partecipazione, per evitare che le Udienze siano inefficaci rispetto all'obiettivo statutario di garantire condizioni di partecipazione realmente accessibili, a causa dei tempi ristretti fissati al momento della convocazione e dell’assenza di procedure agevoli per la gestione di queste procedure.

È dunque il momento di mettere mano allo Statuto e al regolamento di partecipazione del Comune per prevedere una rivisitazione complessiva che preveda tra l’altro:

- Un tempo minimo di garanzia per la raccolta delle firme da parte dei cittadini che richiedono di intervenire nelle Udienze pubbliche (ai sensi dell'articolo 28 del regolamento alla partecipazione);

- La possibilità di deroghe al numero delle firme da raccogliere laddove ci fossero condizioni di eccezione (periodi festivi, concomitanza con altri momenti partecipativi, tempistiche compresse);

- La possibilità per tutti gli istituti di partecipazione, come già per il referendum, di raccogliere le sottoscrizioni anche online sul sito del comune di Milano;

- Un registro pubblico delle udienze e degli iter in corso;

Queste e altre proposte, messe a punto attraverso la pratica e l’esperienza di anni nell’attivazione di strumenti di iniziativa popolare a tutti i livelli istituzionali, sono riassunte in una proposta di legge nazionale sulla sovranità del cittadino che può essere sottoscritta e servire da guida per l’avvio del dibattito sulla rivisitazione complessiva degli strumenti partecipativi.

Barbara Bonvicini

Segretario
Associazione Enzo Tortora Radicali Milano
Direzione di Radicali Italiani
+39.333.7927942
-------------------------
Associazione Enzo Tortora Radicali Milano
Via Sebastiano Del Piombo 11, 20149 Milano
Telefono/Fax +39.02.49537177
www.radicalimilano.it 

Ho assistito ieri sera all'incontro che si è svolto in sala Alessi, con una nutrita partecipazione di cittadini.
Una sintesi estrema di quanto è stato detto, con le mie riflessioni, è raccolto nello spazio dedicato del BLOG di Confederazione Cittadinanza Consapevole, di cui sono socio. 
Non aggiungo altro in questa sede, data la lunghezza del discorso (due pagine) e mi limito ad osservare che il processo è ormai molto avanzato e difficile da fermare e ricondizionare, anche se un tentativo va doverosamente fatto. Come farlo e cosa fare è argomento da discutere, perchè si rischia di concludere poco o nulla, oppure di fare danni. Purtroppo rilevo come ancora una volta le Istituzioni ed i cittadini, quelli interessati ai problemi, quelli consapevoli di quanto accade, si trovino su fronti conflittuali, testimoniando il perdurare della frattura sempre più abissale tra politica e cittadinanza.

Qualche osservazione all’assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura Pierfrancesco Maran.

1) "Sottraendo al degrado oltre 1.250.000 mq di aree (...)"

     Se le aree  sono degradate, lo dobbiamo a chi doveva mantenerle e le ha abbandonate!

     Le aree sono demaniali e chi le ha in uso, le deve mantenere.

     Se invece non servono più a fini pubblici, devono ritornare al Comune e quindi alla Cittadinanza!!

2) "(...) ed eliminando le "cesure" fra centro e periferia."

     Come si può dire che si eliminano le "cesure" se rimangono i binari delle ferrovie a dividere Centro e Periferia?

     Per eliminare le "cesure" è indispensabile l'interramento dei binari!

3) Quanto all'edificabilità, vista la non crescita (diminuzione) della popolazione del Comune di Milano, a cosa serve edificare?

    Certo, l'housing sociale va bene, ma è miseramente poco rispetto all'espandersi della povertà in città, mentre il 32%  delle volumetrie complessive destinate a funzioni non residenziali, mi domando a cosa       possano servire, vista la continua chiusura di esercizi commerciali e la delocalizzazione (oltre che chiusura) di tante aree industriali.

4) Quando a decidere per la Città (ed i Cittadini) sono le istituzioni, qualche volta con "l'aiuto" di poche         realtà libere (o pseudolibere) i risultati non possono essere che accordi "politici" tra politica e privati!

    Invece quando si parla di "pubblico" devono essere i Cittadini a decidere, come abbiamo sempre sostenuto noi del Comitato Cittadino Democrazia Diretta (CCDD), a cui si unisce l'associazione IL GABBIANO che tutela la Legalità, la Moralità e la Giustizia Sociale.

    In un accordo come quello sottoscritto manca tutto:

• la Legalità perché si è dimenticato che le aree non sono proprietà privata
• la Moralità perché dimenticarsi di quanto sopra lo giudichiamo immorale
• la Giustizia Sociale perché si regala a privati quanto appartiene alla Socialità.

    Sarebbe il caso di fare una sostanziale e definitiva versione dell'accordo, che è stato concepito in modo così unilaterale e contrario all'interesse della Comunità! 

Ing. Guido Miserandino

Presidente associazione IL GABBIANO

Segretario Nazionale Comitato Cittadino Democrazia Diretta (CCDD)

Siamo sicuri che esiste un atto di vendita del Comune di Milano alle F.S.?

A  me risulta che ci sia una concessione per uso pubblico, che vale finché esiste l'uso pobblico.

Se viene a mancare lo scopo per cui la concessione è stata fatta, l'area torna al legittimo proprietario!

Posso sbagliarmi, ma a me sembra che non sia necessario l'esproprio.

Se F.S. lo ha fatto, lo ha fatto come atto unilaterale, quindi ILLEGALE!

Non posso trasformarmi in SpA e considerare come mio ciò che mio non è!

La concessione si può paragonare ad un comodato d'uso, e quindi la proprietà rimane sempre al proprietario!

Se qualcuno ha ceduto i beni della comunità deve pagarne le conseguenze!

gli Scali ex FS sono un Bene Comune

Dopo l'Udienza Pubblica nella quale ci hanno ascoltato ma non si sono confrontati con le nostre argomentazioni, dopo i ricorsi di Italia Nostra e di Lombardia Sostenibile, insistiamo con la necessità di un confronto su un Accordo di Programma che riguarda il futuro di Milano / Città Metropolitana, quindi tutti noi. a questo link trovate il testo e la possibilità di sottoscriverlo. Non smettiamo di provarci.

Una proposta sensata e sostenibile, sottoscrivete e diffondete
http://www.lombardiasostenibile.eu/lettera-aperta-sugli-ex-scali-ferroviari-milanesi-2