Progetto Mine Crime in collaborazione con Rete Civica di Milano/partecipaMi

Quando leggo le parole controllo e intelligenza artificiale sento un brivido.

Il nome inglese accattivante non migliora la situazione.

E' il futuro, certo, ma va fatto tutelando le persone al 100%

Fa parte di un cambiamento complesso, me ne rendo conto, ma è un cambiamento in atto da diversi anni e oggi si può dire con certezza che ci sono alcuni aspetti da evitare come la peste.

Questo tipo di tecnologia deve essere pubblica al 100%.

Vuol dire che dalla server farm, al provider, tutti quelli che gestiscono i dati e fanno parte di questo sistema devono essere strutture di proprietà e dipendenti pubblici.

Non è un discorso personale riferito a questa iniziativa in particolare, ma in caso contrario sarà sempre possibile una distorsione dei dati e un loro utilizzo per fini differenti da quelli dichiarati.

Secondo aspetto che ormai, per esperienza, si conosce, è l'idea di partecipazione del cittadino "disinteressato".

So di scrivere su un sito che fa della partecipazione del cittadino la sua ragione esistenziale e o già parlato di questo altre volte con Oliverio...

Obbligare il cittadino a partecipare è dannoso come impedirgli di farlo.

Se un servizio, per funzionare, ha bisogno della partecipazione del cittadino, e non solo del cittadino interessato per motivi contingenti ma una sorta di volontariato sociale partecipativo, alla fine il risultato sarà controproducente.

Ce ne rendiamo conto con tutta una serie di servizi telematici della pubblica amministrazione.

Lì dove prima bastava chiamare un responsabile o recarsi a uno sportello ora vi è un obbligo di "partecipazione" tale che prima ci si deve iscrivere, poi si comunicano i dati, poi si accetta la gestione dei dati coi relativi aggiornamenti, poi si deve controllare le comunicazioni in mail, poi si devono fare richieste con precise procedure di inserimento dati, bisogna stampare la ricevuta, controfirmarla, scannerizzarla, reinviarla, controllare l'esito...

Insomma, la partecipazione diventa svolgere un lavoro gratis al posto degli attuali responsabili.

Il cittadino medio, se non ha un motivo valido, non vuole partecipare a queste cose.

E il motivo valido per partecipare di solito è il fatto che un servizio non funziona, perché chi di dovere non riesce a farlo, o perché c'è un obbligo derivante da una "innovazione" che introduce la partecipazione come elemento indispensabile ad ottenere il servizio.

La sicurezza dei cittadini ha delle priorità che a mio avviso sono ben altre:

A) Benessere e ricchezza diffusa.

Chi è povero o a disagio tende a compiere crimini violenti e stupidi. Purtroppo la povertà e il disagio sono in costante aumento.

I partiti ci spingono a dividerci in diverse fazioni e odiarci.

I media ci terrorizzano con pandemie, terrorismo e altri efferati fatti di cronaca amplificati al solo scopo di incuterci paura e disagio.

B) Conoscenza reciproca e cultura omogenea.

Politiche di immigrazione senza alcun senso creano conflitti sociali immettendo nella nostra città persone di cultura diversa, educate secondo altri canoni, spesso povere e a disagio... aiutate poco e male e scaricate sul contesto sociale che pian piano diventa sempre più ostile.

C) Degrado ambientale

D) Cetezza che la pena detentiva non sarà rispettata.

La magistratura è sempre più ridicola e lascia le forze dell'ordine esposte a pericoli che potrebbero essere evitati; figli anche di una legislazione impazzita che ha perso i giusti equilibri che permettevano di punire il violento e risarcire le vittime.

Insomma è chiaro che il controllo del terrirorio è solo una di queste priorità, che tra l'altro agisce sull'effetto e non sulla causa.

Se penso che la priorità potrebbe diventare il controllo delle persone... no, non mi piace per nulla come idea.

Qualche settimana fa avevo teorizzato su facebook che l'attuale stato di incertezza nell'ambito della sicurezza personale, sommato al fatto che oggi tutti girano mascherati senza destare sospetti, avrebbe portato a proporre metodi di identificazione automatica delle persone, tramite codici o altre soluzioni tecnologiche.

Una di quelle situazioni da film di fantascienza in cui tutti diventiamo potenziali criminali da sorvegliare.

Queste sono le mie preoccupazioni.

Per caso è un sistema che a regime sfrutterà la tecnologia di quinta generazione per essere presente ovunque?

Qualunque cittadino, senza usare alcuna password, potrà accedere ai dati raccolti in tempo reale?

E se in una zona ci sono tanti furti il valore delle case diminuisce?

E chi mi vieta di ingaggiare una decina di sbandati per far scendere il valore delle case in una zona in cui voglio fare una speculazione edilizia?

Sono alcune domande che mi vengono in mente così...

Per sollevare i miei dubbi serviranno tante risposte diverse da quelle che ora immagino.

Dal mio punto di vista il mondo non si sta evolvendo proprio bene e tutti gli strumenti devono essere creati e diffusi dopo che la popolazione abbia imparato ad usarli correttamente.

Dai un bisturi in mano a una scimmia e difficilmente vedrai un'operazione a cuore aperto che salva una vita, ma piuttosto la scimmia farà male a se stessa o ad altri.

Non capisco poi quando dici che "... il pubblico non è interessato all'attivazione di un sistema del genere...".

Che senso ha la frase: "... l'obiettivo è quello di accreditarci e divenire lo Utility Software di riferimento per le PA in futuro..." se il pubblico non è interessato?

Detto questo apro un discorso molto vasto: la sicurezza del cittadino è un prodotto commerciale su cui fare lucro?

Scuola, sicurezza, salute, lavoro... sono ambiti in cui servono servizi pubblici essenziali di base, e questi sono sempre in perdita.

L'esempio del PC... che se non vuoi (o non puoi) pagarlo non lo usi... e se fosse un servizio indispensabile?

E se fosse la nostra sicurezza?

O la nostra educazione?

O la nostra salute?

C'è poco da inventare, se è utile alla sicurezza è buono.

Se è utile ma è a pagamento è cattivo.

Chi non si è mai posto il problema delle case farmaceutiche che guadagnano sulle malattie?

Se tutte le malattie sparissero fallirebbero.

Un sistema di sicurezza che mappa la micro criminalità non può esistere senza micro criminalità.

Quindi i casi sono due: o funziona e allora si risolve il problema della criminalità (rendendo però inutile il sistema).

O non funziona, la criminalità resta, e il sistema la sfrutta per altri scopi traendone un guadagno in qualche maniera.

Ho capito che abbiamo due visioni contrapposte e inconciliabili.

Tu segui logiche di mercato in linea con quanto ci stanno insegnando negli ultimi decenni.

Io sono decisamente più statalista e ho perfino usato questa discussione per portare avanti le mie tesi sul forum in cui scrivo: 

https://sovranitapopolare.net/forum/index.php?topic=292.0

Annoto solo una ultima riflessione:

Tu chiedi partecipazione al tuo progetto, che si basa su segnalazioni in tempo reale.

Grazie a questa partecipazione potrai sviluppare gli algoritmi e un software che poi, giustamente, dici di voler vendere poiché frutto del tuo lavoro.

Ma presupponi che la partecipazione e le segnalazioni debbano essere gratuite.

Certo i cittadini lavorano per la loro sicurezza (almeno sperano di farlo) ma lo fanno gratis per una causa nobile.

Se ti chiedessero un euro per ogni segnalazione?

O se un domani il tuo software avesse accesso alle telecamenre della PA sarebbe giusto che te lo facessero pagare?

Nelle logiche di profitto, quando qualcuno guadagna , c'è sempre qualcuno che ci rimette,

Caro Roberto,

ti ringrazio dell'approfondimento/messaggio - ne condivido ogni parola.

Credo che, nonostante sia vera la responsabilità degli Enti/Aziende nell'erogare servizi al servizio (scusa il gioco di parole) della cittadinanza, è anche compito e RESPONSABILITA' del cittadino informarsi e formarsi.

Vedi partecipaMi - pur offrendo un servizio davvero molto utile, l'attivismo negli spazi comunitari è molto ristretto (a pochissime persone). Pertanto la gratuità non è sempre sinonimo di qualità, anzi è il contrario - spesso è sinonimo di de-responsabilizzazione.

Contrariamente, specie nei confronti dei servizi a pagamento c'è molta più attenzione e serietà - in quanto, pagando, la persona è più propensa a far "fruttare" l'investimento - appassionandosi, informandosi e formandosi.

Un cordiale saluto

Giacomo

Ribadisco il concetto base fondamentale: quando uno strumento (tecnologico) deve essere per tutti o per una categoria bisogna avere cura di controllare che sia utilizzabile dagli utenti a cui è destinato prima di metterlo a disposizione, altrimenti si creano danni potenzialmente anche gravi, sia nella differenza di capacità tra chi può e sa utilizzarlo rispetto a chi non può o non sa utilizzarlo, sia negli errori veri e propri che sono inevitabili quando si impara a usare un nuovo strumento, che magari viene testato sulla pelle degli utenti per essere aggiornato successivamente.

partecipaMi è uno strumento di partecipazione ma lo è anche Facebook.

La differenza la fa l'impostazione di base, l'obiettivo può essere il bene comune o il guadagno personale.

Facebook indovina a cosa fa riferimento... e quindi se lo strumento di partecipazione per tutti fosse solo Facebook, o Tik Tok, sarebbe un dramma.

Qui su partecipaMi abbiamo persone con una visione fortunatamente diversa ed è per questo che l'ho sempre visto come uno strumento adatto alla PA.

Per quel che ho potuto capire da questa piccola discussione il progetto di sicurezza oggetto del post è sviluppato seguendo una logica di mercato e di profitto privato per me incompatibile con la PA e dannosa per la comunità.

Per quel che riguarda il SISS, e andiamo a parlare di un sistema di gestione di un servizio pubblico essenziale, io l'ho visto e vissuto attraverso i miei clienti medici che mi chiamavano spesso perché non funzionava, non sapevano usarlo, o servivano connessioni e stampanti dedicate...

Insomma, una montagna di problemi a cui sono stati costretti ad adattarsi.

Magari molte cose non funzionano tutt'oggi, dato che quando vado a fare un esame devo portarmi tutti gli incartamenti perché il sistema non è collegato, o mi è capitato che anche da un ufficio all'altro debbano stampare la ricevuta su carta piuttosto che trasmetterla telematicamente.

Nel frattempo ci sono stati miliardi spesi e disservizi a non finire, aggiornamenti continui, feedback...

A me sembra che non abbiamo poi risolto tanto se le code sono rimaste infinite, i documenti si perdono comunque e le impegnative non si capisce tra quelle rosse, quelle elettroniche, quelle dematerializzate, che magari mi compaiono tre volte nel fascicolo sanitario elettronico e poi non risultano alla struttura in cui voglio prenotare l'esame.

Sono convinto che tu sapresti realizzare uno strumento molto migliore in brevissimo tempo col supporto di RCM.

Ma se funzionasse davvero.

Se non ci fossero più aggiornamenti da fare.

Se tutto fosse collegato.

Sai cosa vorrebbe dire per le aziende che ci lavorano con guadagni milionari?

Anche questa storia dell'adeguarsi o del partecipare... obbligatoriamente...

Il cittadino dovrebbe avere il diritto di vivere la propria vita e i propri interessi delegando le decisioni politiche ai suoi rappresentanti eletti.

Il fatto che siamo costretti ad occuparcene noi in prima persona nonostante vi siano onorevoli, assessori, consiglieri, ecc., eletti, pagati e preposti ad occuparsi di queste cose in nostro nome non è una bella cosa ma un disastro a livello di democrazia rappresentativa.

Una evoluzione negativa rispetto a quando ci si poteva fidare delle istituzioni.

Come negativa è l'evoluzione dei medici di base che oggi fanno da passacarte prescrivendo esami specialistici e solo in rari casi agiscono in prima persona facendo una visita e una diagnosi che li esporrebbe a colpe penali.

E' un sistema in cui lo strumento è talmente importante che il paziente può anche morire, ma se sono state rispettate tutte le prassi, tutte le norme e usati tutti gli strumenti non è responsabilità di nessuno.

Buongiorno Giacomo,

un paio di anni fa partecipai ad alcuni tavoli sulla sicurezza integrata e partecipata, sicuramente lo conoscerete ma mi permetto di segnalare

La UNI/PdR 48:2018 "Sicurezza urbana - Quadro normativo, terminologia e modelli applicativi per pianificare, progettare, realizzare e gestire soluzioni di sicurezza urbana

Non mi occupo di sicurezza ma apprezzai molto l'idea del sensibilizzare i cittadini all'utilizzo delle app ufficiali delle forze dell'ordine non solo per le segnalazioni istantanee rivolte al pronto intervento ma soprattutto per la creazione  di mappe del rischio, in funzione delle quali poter ottimizzare la disposizione  delle forze a loro disposizione sul campo.

buon lavoro

Roberto Re

P.S.

ad uno dei tavoli trovai interessante questa esperienza d'oltre oceano
http://www.predpol.com/

Grazie mille per le informazioni Giacomo,

"ci tengo a precisare che NON permettiamo ai cittadini di segnalare (la mitomania è sempre dietro l'angolo) ma raccogliamo e riproduciamo dati già riportati online SOLO su piattafome certificate."

Anch'io sono assolutamente d'accordo sulla delicatezza delle segnalazioni dei cittadini, se non attraverso le forze dell'ordine.

Monto interessante l'analisi integrata di dati attraverso tecniche di Data Mining.

Ricordo che un problema in Italia era proprio la mancanza di un sistema informativo unico ed integrato ed unico per tutte le forze dell'ordine, ciascuno aveva il suo.

Oggi non so se sia ancora così, a mio parere, sicuramente positivo ogni contributo mirato ad approcci sistemici ed analisi dinamiche di dati certificati.

Buon Lavoro

Roberto Re

Gentilissimo Guido,

la ringrazio molto del commento e mi fa piacere che , da precursore dell'AI, comprenda le modalità di funzionamento del "programma" (ci tengo a precisare che non è un app).

A questo proposito, in relazione ai blog-forum-siti di settore sicurezza, non si ha mai la certezza al 100% che ogni dato sia certo - un pò come le denunce ufficiali per i micro reati alle forze dell'ordine (paradossalmente anche lì una persona potrebbe denunciare di essere stato scippato e non è vero - pertanto la certezza del dato non ce l'hanno neanche le forze dell'ordine).

Certamente non esistono blog delle forze di polizia o della magistratura - questo è irreale - però ci sono blog-forum-siti-gruppi che sono "partecipati" o che "collaborano" con le forze dell'ordine nel senso che vengono utilizzate come 'antenne' ulteriori attraverso cui carpire ulteriori dati - specie legati alla microcriminalità.

Il nostro intento NON è quello di creare dati ma bensì raccoglierli verificandone l'attendibilità al massimo delle possibilità (tracciamo anche l'origine dei dati che prendiamo).

D'altronde se considera che le persone, imprenditori, commercianti, ecc. che desiderano informarsi sulla sicurezza urbana cercano informazioni su "google news", probabilmente avere un datawarehouse che permette all'utente di trovare quelle stesse informazioni (e molte altre) in un'unica piattaforma e avere la possibilità inoltre di accedere ad una community professionale di confronto sul tema sicurezza crediamo possa avere la sua utilità.

Per ulteriori approfondimenti sono a disposizione

Giacomo Salvanelli